ROMA – Sono trascorsi quasi cinquant’anni da quando nel ’54 Luchino Visconti presentò il suo capolavoro cinematografico “Senso” alla Mostra di Venezia. L’altissimo livello artistico del film e l’appassionante vicenda che racconta fecero sì che questa pellicola, pur affrontando una tematica scabrosa (dovette subire molti tagli censori), incontrasse il favore del grande pubblico dell’epoca fino a quel momento indifferente alle produzioni del maestro. Incomprensibile fu però l’atteggiamento dei giurati della Mostra che, contro ogni evidenza artistica, non lo premiarono. Del resto Visconti fu un personaggio scomodo e sgradito ai molti moralisti di quel tempo che lo ostacolarono bloccando addirittura, sempre nel ’54, il suo debutto nella lirica al Maggio Musicale in cui avrebbe dovuto portare sulle scene “La vestale” con Maria Callas.
Oggi che Luchino Visconti è considerato in tutto il mondo uno dei massimi registi della storia teatrale e cinematografica, molti episodi della sua vita non possono che ridicolizzare l’Italia di allora che il maestro milanese, amareggiato, talvolta lasciò per emigrare in Francia dove mise in scena, senza mortificanti censure, acclamate opere teatrali.
Un giovane regista, Giampiero Cicciò, esprime la sua riconoscenza, mettendo in scena Senso al Teatro dell’Orologio di Roma, uno spettacolo scritto da Luca De Bei, tratto dal racconto di Camillo Boito. Mettendo in scena Senso, Cicciò non intende realizzare una trasposizione teatrale del film (sarebbe un’impresa ardua e pretenziosa), piuttosto indagare alcuni degli aspetti di quest’opera. Visconti nel suo capolavoro fornisce spunti di riflessione universale su un certo tipo di sentire umano e pone interrogativi, di non poca complessità, sull’essenza dell’amare. Direi incredibilmente attuale, non trovate?
Dal 18 marzo al 13 aprile al Teatro dell’Orologio.
“Omaggio a Luchino Visconti“
con la regia di Giampiero Cicciò.
Elaborazione drammaturgica di Luca De Bei.Con Maria Paiato, Salvatore Palombi, Celeste Brancato, Carmen Panarello, Massimiliano Davoli.
Scene e costumi Marina Luxardo, disegno luci Renzo Di Chio.
di Fabio Canino
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