PALERMO. Jean Genet (1910-1968) scrisse "Querelle" nel 1947. Tre anni prima, in carcere, aveva dato alla luce: "Notre-dame-des-fleur"; il manoscritto gli fu sottratto dalle autorità carcerarie e distrutto, e Genet lo riscrisse affidandosi alla sua tenacia e memoria.
Le immense opere del drammaturgo francese, le cui spoglie riposano affacciate sul mare vicino a Larache, in Marocco sono da sempre studiate, rappresentate in molti teatri del globo, stampate, applaudite.
E applauditissimo da critica e pubblico è stato il "Querelle" messo in scena da Antonio Latella, al Teatro Garibaldi di Palermo, con la collaborazione del Teatro Nuovo di Napoli. Il teatro palermitano rischia peraltro la chiusura, causata dall’incuria e dagli spregevoli giochi di potere di un centro-destra che ha oggi il totale controllo dell’isola.
Latella, un bravo regista che ha lavorato su Shakespeare, ora si cimenta in questa trilogia di Genet: "Stretta Sorveglianza"; "I Negri"; "Querelle", conquistando i palermitani in uno dei loro più antichi teatri. «Genet – dice il regista – ha sempre pensato i suoi teatri rappresentati in un cimitero o tra le macerie. Il Teatro Garibaldi sembra studiato per mettere in scena i lavori del drammaturgo d’oltralpe». L’opera, per stessa ammissione di Latella, non ha nulla della versione cinematografica di Fassbinder, sul marinaio approdato a Brest, mentre raccoglie nei colori dalle tinte sfumate e morbide, aliti d’ispirazione da Lindsay Kemp.
La scenografia firmata da Mela Dell’Erba ha trasformato l’intero teatro in una "feria"; un locale notturno berlinese attraversato al centro da una lingua rossa che taglia lo spazio scenico su cui si muovono gli attori. Ai lati sono sistemate le sedie con tavolinetti dove si accomoda il pubblico, creando così uno spazio unico. Come ha reagito Palermo? «Inizialmente eravamo spaventati – racconta Latella – chiaramente il pubblico è diverso da quello che va a vedere Carlo Cecchi, che fa un teatro garantito. Il nostro è un pubblico di ragazzi, molte signore e tanti gay che a Palermo, con coraggio, si stanno rendendo visibili».
"Querelle" impegna 23 attori, per tre ore e mezza di spettacolo. La scena iniziale è affidata ad un funambolo che celebra l’atto preparatorio: ("Bisogna morire, prima di entrare in scena"); e a ricordare quello che disse Genet stesso: "Il pubblico è la bestia che viene ad immolarsi ogni sera". Antonio Latella ha mantenuto la liricità del testo/testamento di Genet, sublimandolo al Divino prima di una ineluttabile ridiscesa negli inferi.
Encomiabile Seblon (Danilo Nigrelli); Querelle (Rosario Tedesco) e tutti gli altri. Bravissimi! Gli incontri d’amore e sesso avvengono in un silenzio quasi sacrale.
Ma è una compagnia omosessuale? «Assolutamente no – precisa Federico Bellini – Antonio ha qualche bravissimo attore gay, ma le scene di sesso sono fatte da giovani eterosessuali che si sono spogliati così delle loro identità». L’unica donna, Madame Lysiane (Sabrina Jorio) è lì per riscattarsi ed additare gli omosessuali, rei di aver rinnegato la donna. La vendetta beffarda è simile ad una fatwa: ella entra in quei corpi maschili imponendo gestualità e parvenze femminili. Due sferzanti citazioni, fanno da corollario; la prima appartiene ad Heiner Müller, sulla Francia: ("Si condanna l’omosessualità come pornografica, ma è la cultura odierna ad esserlo; pornografica è la guerra. Questa Francia che non è capace di fare la rivoluzione, perché non è capace di fare sesso"). L’altra, non meno riflessiva, è tratta da "Frammenti" di Carmelo Bene, recitata da un attore en travesti (Marco Cacciola). Così Antonio Latella ci riconsegna il valore letterario e la classicità di Jean Genet, passato tra mille prigioni, con i suoi fantasmi di sesso e sangue, abbandono metafisico ed esaltazione suprema del bene e del male.
L’impegno futuro che attende il giovane regista, sarà un altro autore non meno "pericoloso": Pier Paolo Pasolini. Per ora, dopo Palermo, la trilogia di Jean Genet andrà al Teatro Nuovo di Napoli: "Stretta Sorveglianza" (dal 2/10); "I Negri" (dal 14/10); "Querelle" (dal 24/10). Dal 4 al 10 novembre la compagnia andrà al Festival dei Teatri d’Europa a Villeurbanne, in Francia.
di Mario Cirrito
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