Leggere rende liberi. Ecco un libro che fa piazza pulita delle stantie divisioni in generi letterari e unisce romanzo, saggio e autobiografia in un colpo solo. Mario Fortunato, calabrese trapiantato a Roma da molti anni, è scrittore e giornalista: in questo libro dimostra che la letteratura e i buoni libri intervengono nella vita e la migliorano, dotandola di consapevolezza, e racconta del dell’importante ruolo che le grandi opere letterarie (di cui riporta interi brani) di Mann, Isherwood, Mishima, Proust, Gide o Virginia Woolf hanno avuto nella presa di coscienza e nell’accettazione della propria omosessualità, unitamente al sorgere di una precisa posizione ideologica. Grazie all’amore per la letteratura e la cultura intese come necessarie e talvolta dolorose verità, il campo della vita può essere sgombrato da qualunque pregiudizio, e grazie alle pagine degli scrittori amati si impara il pensiero critico di sé e del mondo. Fra gli italiani, Fortunato cita Parise, la Ginzburg e Pier Vittorio Tondelli, di cui lo scrittore calabrese traccia un ritratto asciutto e commosso al tempo stesso.
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di David Fiesoli
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