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Esce sulla rivista 'Blue' la storia di 'Godaruon'. Sulle orme di 'anime' come Mazinga, una storia omoerotica ambientata nel futuro, dove per muovere le macchine serve energia sessuale.

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6 min. di lettura

Non ci sono dubbi sul fatto che il mondo dell’animazione giapponese abbia conquistato generazioni di italiani. Spesso questo tipo di prodotti si è scontrato con incomprensioni e fraintendimenti che hanno portato a condanne e censure. Quello che i censori e i moralisti non avevano considerato, però, era che gli appassionati della prima generazione col passare del tempo sarebbero cresciuti ma non per questo avrebbero rinnegato le loro simpatie verso i cartoni giapponesi che hanno da sempre successo in funzione dei loro contenuti e non – come erroneamente si pensava – in relazione all’età del loro pubblico.
Per questo motivo a partire dai primi anni 90 si è assistito a un progressivo “risveglio” di quegli appassionati che, raggiunta la maggiore età, hanno aquisito il potere d’aquisto necessario a motivare editori di home-video e fumetti ad importare massicciamente questi prodotti in maniera seria e competente. Questo meccanismo ha fatto partire un circolo virtuoso che ha fatto crescere nuove generazioni di appassionati: e il processo non accenna ad arrestarsi mentre i manga e gli anime (i cartoni animati giapponesi) ormai non sono più solo una moda ma un “caso endemico”.
Ad ogni modo questo fenomeno ha continuato a contrapporsi alla “cultura” ufficiale, che non mai smesso di demonizzarlo: basti pensare alle invettive lanciate tutt’ora da enti come l’osservatorio TV e minori e il MOIGE, ovvero il “MOvimento Italiano GEnitori”, che essendo di stampo prettamente cattolico/conservatore non vede di buon occhio prodotti che stimolano l’elasticità mentale e i confronti culturali “scomodi”. Probabilmente è anche per paura di incorrere nel MOIGE che dai cartoni giapponesi trasmessi nelle reti nazionali vengono ancora tagliati (o perlomeno smussati) tutti i riferimenti alla sessualità (alternativa o canonica) ed è per lo stesso motivo che intere serie animate non vengono più replicate da anni.

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Fortunatamente lo spirito di rivalsa degli appassionati non accenna a diminuire, soprattutto quando fra questi ci sono persone che, anche grazie ai cartoni giapponesi e alla loro tolleranza verso certi argomenti, hanno vissuto la scoperta della loro sessualità (e omosessualità) con maggiore serenità. Era quindi inevitabile che prima o poi un autore italiano, cresciuto fra manga e anime, omaggiasse direttamente le serie animate giapponesi in chiave gay, ed è per questo che ora la rivista Blue sta pubblicando la prima avventura di Andromachine Godaruon di Andrea Madalena. In passato già un altro fumetto aveva omaggiato il mondo dei robottoni (Dick Master di Roy Klang) ma in maniera decisamente più blanda e puntando di più su altri temi come il mondo leather. Godaruon, invece, riprende in maniera evidente le saghe di robot giganti realizzate da Go Nagai (e in particolare quella di Mazinga) esaudendo in un certo senso i desideri proibiti di chi si è scoperto gay mentre gustava i primi cartoni animati giapponesi.

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La storia parte dal presupposto che in un prossimo futuro nell’arcipelago greco sia stata ritrovata la cintura delle amazzoni. Questa scoperta desta le attenzioni delle aliene Mazzoniane, che vogliono conquistare l’universo eliminando tutti i rappresentanti del sesso maschile. Per contrastare la loro offensiva alla Terra le Internazioni Unite approntano una base speciale con a capo il Generale Custer nella quale viene messo a punto il super robot Godaruon per contrastare l’attacco delle aliene. Fin qui niente di nuovo sotto al sole… Se non che Godaruon è un robot che si basa su una tecnologia che usa come fonte di energia le secrezioni sessuali del pilota! Dopo attente ricerche viene selezionato un pilota le cui secrezioni sessuali sono particolarmente abbondanti e adatte per azionare Godaruon: il ribelle Hunk Bollocks.

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Hunk arriva alla base e da subito fa colpo su Dick (il figlio del Generale Custer, e pilota di supporto) che pochi minuti dopo averlo conosciuto non resiste alla tentazione di masturbarsi spiandolo mentre fa la doccia… Purtroppo però le Mazzoniane attaccano proprio in quel momento e Hunk deve correre a posizionarsi nella cabina di pilotaggio dove deve stare completamente nudo per poter essere sessualmente stimolato da appositi meccanismi per alimentare Godaruon… E questo è solo l’inizio della storia!
In occasione della pubblicazione di Godaruon abbiamo rivolto qualche domanda al suo creatore Andrea Madalena.
Quando ti è stato proposto di realizzare un fumetto a tema gay, perchè hai pensato proprio a una serie come “Andromachine Godaruon”?

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Quando mi è stato proposto di lavorare al progetto gayheroes.net con una storia più o meno erotica avevo in mente un paio d’idee. Si trattava di un’occasione più unica che rara di poter realizzare qualche progetto un po’ bizzarro, che nessun editore (perlomeno in Italia) avrebbe accettato tanto facilmente di stampare. La fantascienza è da sempre una mia grande passione, sopratutto quella anni ’60 e ’70 (“Barbarella” in primis, seguito a ruota da “Mazinga” & C.) per il suo carattere allegorico-visionario, ed era da un pezzo che smaniavo per fare una storia di questo genere, una sorta di omaggio, insomma; poi ho pensato che effettivamente non esistevano prodotti omoerotici che avessero per protagonista un pilota di robot! Inoltre, considerando che gli altri due fumetti che sarebbero comparsi sul sito (“Sam Stonuol – privacy eye” di Massimo Basili e “Robin Hoog” di Valeriano Elfodiluce) erano uno un poliziesco e l’altro un fantasy, uno di genere Sci-Fi ci voleva proprio! Così ho iniziato a lavorarci su e n’è venuta fuori una storia molto divertente!
Secondo te “Godaruon” è il frutto di una tua vocazione o è la prova che il mondo dell’animazione giapponese ha dei sottointesi di un certo tipo?
Be’, che molti prodotti giapponesi abbiano certi “sottintesi” è già ampliamente dimostrato dalle varie dojinshi yaoi (le parodie a sfondo gay di fumetti famosi) che stanno colonizzando il mondo! I cartoni made in Japan sono sempre stati caratterizati da una forte carica sessuale: uomini o donne, etero o gay, dai tratti decisi o androgini, i personaggi degli anime emanano malizia e sensualità. “Godaruon” è solo una delle fanatasie che popolavano i miei sogni di bimbo gay represso (al tempo) che ho deciso di raccontare a fumetti, tutto qui. E vedendo le e-mail che mi sono arrivate da parte di vari lettori, non ero l’unico a fare certe fantasie…
Hai fatto visionare “Godaruon” ad altri editori prima di questo? Che risposte hai avuto?
In realtà sì, l’ho fatto visionare a un certo editore bolognese, che mi ha risposto con un: “Non è assolutamente pubblicabile su carta”, vuoi un po’ per il formato, vuoi un po’ perché è a colori (e quindi molto più costoso del bianco e nero). E invece questa persona è stata smentita! Per fortuna che esistono riviste come “Blue”. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il signor Coniglio: per fortuna esiste ancora chi ama osare…
“Godaruon” viene parallelamente offerto su internet da diverso tempo; quali reazioni hai avuto da parte del pubblico?

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Be’, la pubblicazione on-line è stata per un periodo sospesa a causa di diverse problematiche, e proprio in quel frangente ho ricevuto un sacco di e-mail con domande del tipo: “Ma quando continuerà “Godaruon”?”, et similia. Così mi sono reso conto che, effettivamente, il mio fumetto era seguito da tantissima gente in tutt’Italia. E non solo, visto che, nonostante i testi fossero disponibili solo nella nostra lingua, mi sono arrivate anche delle e-mail da lettori inglesi o spagnoli! In tutta onestà, le lettere che ho ricevuto erano tutte di apprezzamento, sia del disegno sia della storia. E’ davvero una bella soddisfazione e mi ha spinto a continuare il mio lavoro nonostante le (ovvie) difficoltà! A margine di tutto questo discorso, però, è triste notare che l’unica pubblicazione italiana che ha voluto dare spazio a un fumetto come Godaruon non sia specializzata in prodotti gay e che, per l’ennesima volta, l’editoria gay italiana ha perso un’occasione per svecchiare la sua immagine.
Per chi volesse scrivere ad Andrea: a.madalena@infinito.it
Per chi volesse visitare il suo sito: www.madalena.tk
Le tavole inedite di Godaruon sono in via di pubblicazione sulla rivista BLUE, reperibile in tutte le edicole.
Clicca qui per discutere di questo argomento nel forum Fumetti.

di Valeriano Elfodiluce

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