È primavera! Miti e simboli della stagione più bella di tutte

Dai miti dell’antica Grecia all’astrologia, passando per l’antico Egitto e i simboli esoterici: ecco alcuni delle storie e delle immagini più evocative sul tempo della rinascita.

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Hannah Arendt, la filosofa de La banalità del male, ha parlato della nascita come del fenomeno umano per eccellenza: anche se gli uomini devono morire, ha scritto, essi non sono nati per morire, ma per iniziare. È dando vita al nuovo che l’uomo lascia un segno nel mondo, apre alla possibilità di essere visto, conosciuto, ricordato. Il periodo che vede la fine dell’inverno e l’inizio della primavera è strettamente legato all’idea della nascita o della ri-nascita: a partire dalla natura che torna a scaldarsi e a fiorire, i popoli delle diverse culture hanno elaborato molti significati e immagini sull’idea di nascita e rinnovamento. Culti pagani, simboli cristiani, miti antichi e allegorie esoteriche.

Il MITO DI PERSEFONE

Persefone (detta anche Kore, Kora o Core) è una figura classica della mitologia greca, entrata a far parte anche di quella romana col nome di Proserpina. Figlia di Demetra (la dea della fertilità e dell’agricoltura) e Zeus, Persefone venne rapita da Ade, dio dell’oltretomba, che la portò a vivere negli Inferi contro la sua volontà. Una volta negli Inferi le venne offerta della frutta: non avendo fame mangiò solo sei semi di melograno, non sapendo, dice il mito, che chi mangia i frutti degli Inferi è costretto a rimanervi per l’eternità. La madre Demetra, disperata, reagì al rapimento impedendo la crescita del grano e dei frutti della terra. Intervenne allora Zeus e si arrivò a un accordo: poiché Persefone non aveva mangiato un frutto intero, ma solo sei semi, avrebbe passato sei mesi all’anno dallo sposo e sei mesi sulla terra. Si dice che da allora Demetra accolga il ritorno della figlia Persefone risvegliando la terra e rifiorire la natura. Il ratto di Proserpina è poi un mito tra i più celebri dell’antica tradizione pagana siciliana, raffigurato anche in molte opere d’arte (come il bellissimo gruppo scultoreo di Bernini). Secondo la tradizione siciliana il ratto si svolse sul lago di Pergusa, nelle vicinanze di Enna, come racconta il poeta romano Claudiano.

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IL RITORNO DELLA LUCE

Il periodo della fine dell’inverno e del passaggio alla primavera segna il ritorno della luce, l’allungarsi delle giornate. L’idea di rinascita e risveglio della natura è perciò convogliata anche dalla luce come simbolo di nuova vita. L’elemento naturale della luce ha da sempre infatti ricoperto significati e valori spirituali molto importanti: permette di vedere, di distinguere forma e natura delle cose. Il valore simbolico della luce si ritrova già nei culti pagani, come quello iraniano del dio solare Mitra. Il medioevo cristiano, da Sant’Agostino in avanti, ha poi elaborato una vera e propria metafisica della luce, in cui il divino era associato strettamente all’elemento luminoso, anche e soprattutto nella creazione di opere d’arte e architettura. Roberto Grossatesta (1175-1253) può essere considerato il fondatore della metafisica della luce: il suo trattato De Luce fu un punto di riferimento fondamentale per la cultura artistica medievale e ha dato vita a un immaginario divenuto classico. Oltre il tempo della luce, l’inizio della primavera è anche il tempo del fuoco, della luce nella sua manifestazione più energica.

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IL TEMPO DEL FUOCO

Il fuoco era uno dei quattro elementi nella filosofia greca antica, associato alle qualità spirituali dell’energia, della forza, della passione. Il mito antico più direttamente legato al fuoco è quello greco di Prometeo, l’eroe che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli umani e che per questo fu sottoposto a un terribile supplizio: venne incatenato a una montagna mentre un’aquila gli divorava il fegato. I greci distinsero la forza distruttiva del fuoco – associata al dio Ade, signore degli Inferi – dalle sue potenzialità espressive – associate a Efesto, il fabbro degli dei. Nella religione induista il dio del fuoco è Agni: la sua principale manifestazione è il fuoco che arde sull’altare dei sacrifici, che brucia i demoni e favorisce il cambiamento e la purificazione. Nell’Ayurveda Agni è anche un elemento del corpo umano: è il calore della digestione, il fuoco vitale che anima tutti i processi biologici, trasforma i cibi e permette la vita. Un altro tipico simbolo che unisce fuoco e rinascita è la fenice (detta anche “Araba fenice”), l’uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte. Furono per primi gli antichi egizi a parlare di questo animale miracoloso: a differenza di tutte le altre tradizioni, nella cultura egizia la fenice non era raffigurata come un rapace, né come un uccello variopinto: era un passero o un airone, inoltre non risorgeva dalle fiamme ma dalle acque. Molte sono anche le feste che celebrano il momento di rinnovamento attraverso il fuoco e il suo potere distruttivo e rigenerante. Un esempio famoso arriva dalla Spagna: le Fallas sono le feste con le quali la città di Valencia dà il benvenuto alla primavera, con enormi sculture di cartapesta e legno che rappresentano figure e composizioni ispirate all’attualità e che vengono bruciate la notte del 19 marzo con altissimi e bellissimi falò.

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ALL’INIZIO DELLO ZODIACO

Questo è anche il periodo in cui ricomincia il ciclo dei segni zodiacali: il periodo dal 21 marzo al 20 aprile è infatti dominato dall’Ariete, il primo segno zodiacale dell’astrologia occidentale (ma anche di quella indiana). I nati sotto il segno dell’Ariete sono energici, rapidi, impulsivi, a volte nervosi. Governati da Marte e Plutone, sono portati più all’azione che alla riflessione. Il segno è legato all’elemento del fuoco e al cranio, alla testa. È il segno del coraggio, dello slancio, dell’entusiasmo, della testardaggine. L’Ariete affronta la vita come se avesse accanto degli avversari da battere, da superare, in una corsa gloriosa verso il traguardo. Per l’Ariete il successo si conquista spazzando via gli ostacoli, sfondando i muri e non si ferma a riflettere se avrà la forza necessaria, procede di slancio senza ascoltare consigli di prudenza perché pensa che chi voglia fermarlo sia un avversario o un nemico.

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SIMBOLI ESOTERICI DELL’INIZIO

Nei tarocchi il Bagatto è la prima carta degli Arcani maggiori (la parte del mazzo più figurativa). Detta anche il Mago o il Giocoliere, la carta raffigura solitamente un giovane artista di strada o un prestigiatore. Sopra il tavolo egli ha una serie di attrezzi e strumenti dalla funzione non molto chiara. Artigiano misterioso, indaffarato in un’attività non comprensibile, è simbolo di abilità, spirito di iniziativa ma anche di inganno e capacità d’imbrogliare. Il Bagatto è legato al numero uno, al principio, all’inizio di ogni attività, processo, progetto. A seconda delle carte che gli si associano nel gioco divinatorio, la carta del Bagatto può significare adattabilità, potenzialità, trasformazione, fantasia, manipolazione, capacità inventiva, fecondità. È legata, nella Cabala, alla lettera Alef, la prima dell’alfabeto ebraico, l’origine della creazione. È anche un simbolo dell’alchimia, dell’alchimista, di colui che interviene sui processi e sulle leggi della natura, per volgerli a proprio favore. Nell’oracolo cinese dell’I Ching il Bagatto viene associato al primo dei 64 esagrammi del Libro dei mutamenti: Ch’ien, Il Creativo (Il Cielo), la forza attiva e perenne delle sfere celesti, l’arrivo di qualcosa di nuovo.

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