Dovrà rispondere di violenza privata, molestie, minacce e ingiurie Luana Zanaga, la poliziotta lesbica di Rovigo che creò scandalo e disappunto nella polizia per le accuse di omofobia rivolte ai suoi superiori e che denunciò di essere stata licenziata dal ruolo di allenatrice della scuola di calcio femminile Lendinarese, proprio, del suo orientamento sessuale. A rivolgere accuse così gravi alla poliziotta sarebbe una sua ex fidanzata che nei primi mesi dello scorso anno si è rivolta alla polizia raccontando di una vera e propria persecuzione che Luana avrebbe messo in atto nei suoi confronti. Si parla di circa 2500 sms nel giro di cinque mesi (una media di 16 al giorno), di continui contatti anche con i genitori della ragazza e di minacce di sberle nel caso in cui la trentottenne non avesse scelto di restare insieme alla poliziotta.
Accuse molto pesanti, se si pensa che, ad un certo punto della denuncia, la donna sostiene anche che Luana avrebba anche "maneggiato la pistola d’ordinanza" per dare peso alle minacce. Durante le indagini nate dalle dichiarazioni di questa ex compagna di Luana Zanaga, la polizia scopre che la poliziotta, sospesa da settimane per altre vicende, nel frattempo aveva intrapreso una relazione con un’altra donna che avrebbe raccontato agli inquirenti una situazione molto simile alla prima: stesso fiume di sms, stesse minacce che, però, questa volta avrebbero coinvolto anche cinque amiche della malcapitata colpevoli di essersi messe tra le due donne per riportare la calma.
Alla fine, quindi, le parti offese sarebbero sette, se si contano pure le amiche della seconda donna. Una situazione difficile per la poliziotta già al centro di diverse polemiche per le accuse rivolte ai suoi superiori e ai colleghi e che deve già rispondere di calunnia nei confronti di un altro poliziotto che Luana Zanaga aveva accusato di essere coinvolto in storie di droga e che poi è risultato essere estreneo ai fatti, assoluzione arrivata anche grazie alla ritrattazione della testimonianza del gestore di una discoteca.
Il processo per violenza privata, minacce e ingiurie si annuncia lungo e complesso sia per le particolari circostanze in cui sarebbero avvenuti i fatti, sia per il numero di persone coinvolte.
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