Emoji o emoticon troppo sessiste su Whatsapp?
La recente campagna #Likeagirl lanciata da Always, compagnia per prodotti di igiene femminile, sostiene che Whatsapp dovrebbe cambiare le emoji dedicate alle donne inserendone di nuove, meno sessiste.
Le emoji dedicate dall’applicazione alle donne sono, in effetti, ancora molto stereotipanti per il genere femminile. Le “emoji donne” si danno lo smalto, si tagliano i capelli, sono spose o assumono posizioni insolite, tipo quella con le braccia incrociate, o la manina civettuola vicino al mento, le mani in testa, o la “secchiona“, che alza la mano come per chiedere il permesso di dire: “lo so io!”
Le emoticon legate alle principali professioni o sport sono, invece, tutte al maschile: il poliziotto, il medico, l’investigatore, l’omino che corre o cammina e ancora il ciclista, il nuotatore, lo sciatore. In questo video, le giovani intervistate dicono che tipo di emoticon vorrebbero avere su Whatsapp chiedendo emoji di donne avvocate, poliziotte, batteriste, chirurghe, cantanti, surfiste…
“vorrei che ogni donna crescesse con la possibilità di essere qualsiasi cosa voglia essere” afferma una ragazza.
C’è da dire che Always non ha un background così “positivo”: il marchio di prodotti per l’igiene femminile è, infatti, di Procter & Gamble, una delle multinazionali più spietate nello sfruttamento di lavoro, ambiente, risorse e… donne. Ed è proprio la sua collusione con la P&G a far sorgere subito un dubbio:
Come dobbiamo porci di fronte a una compagnia, contro la quale è in corso un boicottaggio da anni per il suo comportamento scorretto, quando si fa promotrice di una campagna positiva di marketing, in questo caso, per le milioni di utenti donne nel mondo?
Si parla di una campagna pubblicitaria con finalità “benefiche” o di qualche iniziativa umanitaria mossa da una grande azienda, la critica scontata è accusare il brand di marketing. Il marketing, però, non è una colpa, ma un diritto di qualsiasi persona, azienda o iniziativa e il fatto che i brand farebbero comunque pubblicità per promuovere i propri prodotti, è normale.
Le aziende possono scegliere, però, se fare marketing tradizionale, centrando il messaggio sul “prodotto“, oppure se usare il loro brand per mandare messaggi positivi, di cui l’azienda decide di assumersi la responsabilità, nel bene e nel male. Si parla in questo casi di marketing etico, quando l’azienda, ma anche la star, si schiera a sostegno di una causa, scelta di comunicazione che toglie attenzione al prodotto per focalizzarsi invece sul “messaggio“. Marketing per marketing, mandare un messaggio positivo, come in questo caso, è comunque preferibile a mandarne uno negativo, se poi la scelta è comunque quella di boicottare la compagnia per gli altri motivi sopra elencati, non va certo biasimata, anzi.
Il video è, quindi, molto carino e le proposte delle ragazze intervistate sono originali.
E voi lesbiche, bisessuali, transessuali, queer, gender fluid, intersex…. quali emoji vorreste vedere per sentirvi più rappresentate/i?
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