Gay.it https://www.gay.it News, Diritti LGBTQ, Pride, Omofobia, Forum, Video e Foto Fri, 19 Apr 2024 16:41:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Baby Reindeer, Nava Mau e la rappresentazione trans nella nuova serie crime Netflix di cui tuttə parlano https://www.gay.it/baby-reindeer-nava-mau-rappresentazione-trans-serie-crime-netflix https://www.gay.it/baby-reindeer-nava-mau-rappresentazione-trans-serie-crime-netflix#respond Fri, 19 Apr 2024 15:00:54 +0000 https://www.gay.it/?p=249843

Sta scalando le classifiche Netflix di mezzo mondo Baby Reindeer, serie tratta dal premiato one man show che ha fatto furore al Fringe Festival di Edimburgo.

Al centro della trama la strana relazione tra il comico fallito Donny Dunn (Richard Gadd) e la sua stalker, mostrando l’impatto che ha su di lui quando deve affrontare traumi da tempo dimenticati. Una storia vera dall’umorismo nero che ha tra gli altri interpreti Jessica Gunning nel ruolo della stalker Martha, Tom Goodman-Hill (Darrien) e Nava Mau, attrice trans che interpreta Teri, una terapista americana di cui Donny si innamora. Peccato che il comico, dopo aver offerto una tazza di tè a una donna in lacrime, si ritrovi improvvisamente perseguitato da quest’ultima.

Baby Reindeer, Nava Mau e la rappresentazione trans nella nuova serie crime Netflix di cui tuttə parlano - BR 101 Unit 01072 RT - Gay.it

Gadd ha confermato che il personaggio di Teri è reale, nato dai lineamenti di una donna trans che ha frequentato, che “era la voce della ragione nella mia vita”.

Nava Mau, vista anche nella serie tv Generation, ha confessato di aver vissuto con ansia il dover interpretare una donna realmente esistita nella vita di Gadd.

Quando ho letto la sceneggiatura mi sono detta che Richard l’amava davvero, chiunque sia stata ad ispirare questo personaggio“, ha rivelato a Digital Spy. “Sapevo che nasceva da esperienze vissute e mi sembrava davvero importante mostrare alla gente che le donne trans esistono nella vita reale e nelle relazioni con persone reali. Ho potuto vedere il cuore di Richard nella sceneggiatura e spero che anche le persone lo vedano“.

Baby Reindeer, Nava Mau e la rappresentazione trans nella nuova serie crime Netflix di cui tuttə parlano - BR 102 Unit 00528 RT - Gay.it

Mau ha voluto elogiare Gadd per aver scritto una sceneggiatura così autentica.

È stato un onore anche solo poter leggere la sceneggiatura, a causa della vulnerabilità di Richard. C’è una luce che penso scaturisca da questo tipo di vulnerabilità, e tutti i personaggi sono proiettati in quella luce”, ha detto al fan event di Netflix Tudum. “L’ho sentito nella mia prima lettura di Teri“.

Baby Reindeer ha attualmente un indice di approvazione dell’88% su Rotten Tomatoes ed è stata ampiamente elogiata per la sua cruda rappresentazione di abusi sessuali, malattie mentali e stalking. Nella miniserie di sette episodi, inizialmente Donny si vergogna ad uscire con una donna transgender, tanto da mantenere segreti sia il suo nome che il suo lavoro. Tutto questo mentre Teri è costretta a subire violenti abusi per mano di Martha. Con il passare delle puntatre la serie mostra però come anche le persone trans possano trovare l’amore e affrontare la vita come qualunque altra persona.

Baby Reindeer, Nava Mau e la rappresentazione trans nella nuova serie crime Netflix di cui tuttə parlano - Baby Reindeer n S1 E2 00 19 49 14 - Gay.it
Baby Reindeer. (L to R) Richard Gadd as Donny, Nava Mau as Teri in Baby Reindeer. Cr. Courtesy of Netflix © 2024
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Close to You, recensione. Il ritorno di Elliot Page, tanto atteso quanto deludente https://www.gay.it/close-to-you-recensione-film-ellot-page https://www.gay.it/close-to-you-recensione-film-ellot-page#respond Fri, 19 Apr 2024 14:00:31 +0000 https://www.gay.it/?p=249839

Era tra i film più attesi del Lovers Film Festival 2024, Close to You di Dominic Savage, ritorno al cinema di Elliot Page dopo il coming out come uomo trans.

Un’opera minore, indipendente, in cui Elliot interpreta Sam, mai più tornato a casa dopo la transizione. Per festeggiare il compleanno di suo padre Sam decide di intraprendere il tanto temuto viaggio di ritorno, dopo 4 anni passati a Toronto. Sul treno incontra Katherine, vecchia amica del liceo che non vedeva da una vita. Un incrocio che farà riaffiorare sentimenti irrisolti, mentre a casa dovrà riuscire a gestire discutibili commenti e quesiti non richiesti, marchiati dall’ignoranza e della transfobia.

Close to You, recensione. Il ritorno di Elliot Page, tanto atteso quanto deludente - OFF Close to You 02 - Gay.it

Co-sceneggiato da Elliot Page e Dominic Savage, 62enne regista britannico, Close to You è un film che ha un solo merito, ovvero aver rilanciato la carriera cinematografica di Elliot, qui anche produttore, ferma al 2017 con Flatliners – Linea mortale. Page ha messo tutto sè stesso nel ruolo di Sam, visibilmente scritto partendo dalla propria esperienza personale.

La sua intensa prova d’attore tiene in piedi un’opera particolarmente scontata, già vista e altrove meglio raccontata, confusa nella gestione degli spazi e dei suoi protagonisti, con due snodi narrativi che mai si incontrano. Da una parte il ritorno di Sam in famiglia, dall’altra il riavvicinamento tra Sam e Katherine, che riaccenderà emozioni mai del tutto sopite.

Close to You, recensione. Il ritorno di Elliot Page, tanto atteso quanto deludente - Elliot Page - Gay.it

Close to You vive di improvvisazioni, anche nei dialoghi. Scelta ponderata da parte di Savage e Page per provare a dare maggiore autenticità al tutto, ma a lungo andare la trovata si trasforma in un boomerang, perché le varie e ondivaghe interazioni familiari trasudano banalità, tanto nelle inevitabili, immancabili e improvvise tensioni quanto nei momenti più intimi e apparentemente profondi, tra Sam, suo padre e sua madre.

Di “ritorni a casa” ne abbiamo visti a bizzeffe, al cinema, ma Savage non è Xavier Dolan (È solo la fine del mondo) e lo script di Close to You si ferma in superficie, allo stereotipo di un’accettazione che in questo caso osa persino abbracciare un secondo livello, gratuitamente romantico, che riprende fiato quando vuole lui, come se fosse una luce ad intermittenza. Tutto accade troppo in fretta, in Close to You, sia nell’esplodere dell’ostilità familiare che nel riabbracciare un sentimento, con Elliot Page che mostra il proprio corpo seminudo in modo del tutto naturale e istintivo. Sam si risveglia dentro il suo corpo maschile, letteralmente, a proprio agio, con le cicatrici della mastectomia bilaterale ben visibili. Per tornare al cinema dopo 7 anni d’assenza Page aveva probabilmente bisogno di compiere questo passo, di scrivere, produrre e interpretare un’opera che in qualche modo rispecchiasse fino in fondo quanto vissuto in prima persona, tra misgendering, coming out e comprensione.

Ne è uscito fuori un film irrisolto e assolutamente dimenticabile, se non fosse per quella prova d’attore che ha ricordato tuttə noi quanto sia bravo Elliot, 16 anni or sono candidato agli Oscar per Juno e ora chiamato ad abbracciare una nuova esistenza cinematografica. Più centrata, consapevole e sfaccettata.

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Record Store Day 2024, i vinili queer da non perdere https://www.gay.it/record-store-day-2024-vinili-queer-da-non-perdere https://www.gay.it/record-store-day-2024-vinili-queer-da-non-perdere#respond Fri, 19 Apr 2024 13:02:30 +0000 https://www.gay.it/?p=249801

Amanti dei vinili unitevi. Sabato 20 aprile torna il Record Store Day, l’evento nato nel 2007 (e diventato internazionale nel 2008) con lo scopo di supportare i negozi di dischi indipendenti. Come ogni anno sono tante le pubblicazioni realizzate ad hoc per la giornata, tra edizioni speciali e ristampe che celebrano anniversari importanti di alcuni titoli che hanno fatto la storia della musica.

In Italia sono oltre 200 i negozi che aderiscono al Record Store Day e l’elenco dei vinili in uscita è consultabile, nella sua interezza, a questo link. Noi di Gay.it abbiamo voluto selezionare alcuni titoli (chiaramente con un certo gusto queer) che non dovreste lasciarvi scappare. Un consiglio spassionato da parte di chi ogni anno combatte con la paura di non riuscire a mettere le mani sui dischi desiderati: alzatevi di buon mattino e accorrete negli store della vostra zona, perché le copie sono decisamente poche – in alcuni casi anche solo 2 o 3 a negozio – e se la ricerca dovesse andare male non ci sarà Amazon a venire in vostro aiuto.



Dirotta su Cuba, Gelosia – È il giugno 1994 quando una band sconosciuta dal nome esotico arriva in radio con un brano, Gelosia, che a sorpresa diventa un successo clamoroso. Ai Dirotta su Cuba, guidati dalla voce di Simona Bencini, va il merito di aver inaugurato il periodo acid jazz e funk in Italia, e ora è tempo di festeggiare il 30° anniversario di quel debutto così esaltante. Il singolo torna nei negozi in un 7” che contiene, oltre al brano originale e alle versioni già edite con i Neri per Caso e con lo storico remix di Max Baffa, anche una versione creata per l’occasione da Tommy Vee.

Dolores O’Riordan, Are You Listening? – Per la prima volta in vinile, Are You Listening? è il disco del debutto solista della compianta voce dei The Cranberries, scomparsa prematuramente nel 2018. Dopo i tanti successi con la band, l’artista si era presa del tempo per capire chi fosse senza i suoi compagni d’avventura. Ne venne fuori un disco scritto senza fretta nel giro di 4 anni lanciato nel 2007 dal singolo Ordinary Day (che per molti resterà sempre “Beautiful Girl”) che ottenne un buon successo in Italia e fu presentato anche al Festivalbar nell’ultima edizione dell’iconica kermesse prima che chiudesse i battenti per sempre.



Donna Summer, Many States of Independence – La regina della disco music incide State of Independence nel 1982, ma si tratta di una cover del brano di Jon Anderson e Vangelis pubblicato l’anno precedente. La versione di Donna Summer può contare sulla produzione di Quincy Jones e su un coro che include superstar del calibro di Lionel Richie, Dionne Warwick, Michael Jackson e Stevie Wonder, solo per citarne alcuni. In occasione del Record Store Day 2024 il brano arriva nei negozi con 8 dei remix più famosi realizzati nel 1982 e negli anni ’90.

Emma Bunton, A Girl Like Me – Nel 2001 Baby Spice segue l’esempio delle sue colleghe di band e tenta la carriera solista. Il risultato è A Girl Like Me, disco che esordisce al quarto posto nella classifica britannica trainato dal successo del singolo apripista What Took You So Long?. Nell’album, un pezzo da collezione per i fan delle Spice Girls che finalmente dopo 23 anni vede la luce su vinile rosa, trovano posto anche i successivi singoli Take My Breath Away e We’re Not Gonna Sleep Tonight oltre alla collaborazione con i Tin Tin Out per la cover di What I Am di Edie Brickell & New Bohemians. Ma sì, dai, la sigla del ciclo “Cinema 5” di Canale 5!



Jessie Ware, Tough LoveJessie Ware è una di quelle cantanti ancora troppo poco note in Italia. E non è solo un peccato, è un vero e proprio delitto. Nel Regno Unito la critica la acclama e nel 2021 ha duettato persino con Kylie Minogue. Il Record Store Day 2024 è il momento giusto per festeggiare i dieci anni di Tough Love, secondo disco di Jessie che vede tra i collaboratori anche Miguel, Benny Blanco, Ed Sheeran, Sam Smith e Romy dei The XX. L’album viene ora pubblicato in edizione limitata su doppio vinile bianco da 140 grammi e contiene, oltre ai singoli Tough Love, Say You Love Me, You & I (Forever) e Champagne Kisses, anche materiale bonus, incluso il brano Meet Me In The Middle, tratto dalla colonna sonora di Cinquanta sfumature di grigio.

Lily Allen, It’s Not Me, It’s You – Spegne invece 15 candeline il secondo lavoro in studio di Lily Allen, che con questo disco si sposta dallo ska/reggae del progetto precedente a un elettropop nel quale fanno incursione elementi di jazz e country. L’album, lodato dalla critica che apprezza la “lingua avvelenata” della cantautrice inglese, si rivela un successo conquistando il primo posto nel Regno Unito, in Australia e in Canada. Fortunati anche i singoli estratti, a partire da The Fear, Not Fair e l’adorabile Fuck You.



Mina, ‘O cuntrario ‘e l’ammore / Sono andati? – In occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini per la prima volta in 45 giri questo singolo presenta da un lato O cuntrario ‘e l’ammore, rielaborazione da Crisantemi dello stesso Puccini già presente nell’album del 2003 Napoli secondo estratto con cui la “Tigre di Cremona” omaggia la canzone napoletana, e dall’altro Sono andati?, da La bohème, contenuto nel disco del 2009 Sulla tua bocca lo dirò, in cui Mina interpreta arie di musica classica. Entrambe le registrazioni sono state rimasterizzate in analogico negli studi PDU di Lugano con il cutting ad Abbey Road a Londra.

Per il RSD 2024 Mina fa il bis, e nei negozi arriva anche Live alla Bussola 1968-1978. Si tratta di un box in edizione limitata e numerata contenente 3 LP live registrati alla Bussola di Viareggio negli anni 1968, 1972 e 1978. Il primo live documenta l’evento del 14 aprile 1968 organizzato per festeggiare i dieci anni di carriera della cantante; il secondo vinile fissa su disco l’esibizione del 16 settembre 1972 e il terzo l’ultimo mitico concerto tenutosi il 23 agosto 1978 al Teatro Tenda “Bussoladomani” a Lido di Camaiore. Un’esibizione iconica in quanto rappresenta l’ultima apparizione pubblica della più grande artista italiana.

Olivia Rodrigo, Stick Season/Lacy – L’anno scorso Olivia Rodrigo e Noah Kahan sono stati ospiti di BBC Radio 1 Live Lounge e in quell’occasione hanno interpretato l’uno un brano dell’altro: Olivia la hit di Kahan Stick Season e lui Lacy della popstar americana. Ora entrambe le cover trovano posto in un 45 giri colorato da collezione.



Ornella Vanoni, Calma Rivoluzionaria A qualche mese dall’uscita di Calma rivoluzionaria Live 2023, disco registrato durante lo spettacolo teatrale Le donne e la musica Tour, arriva un 45 giri in edizione limitata che contiene Calma rivoluzionaria con Samuele Bersani e Camminando, i due inediti inclusi nell’album dal vivo. Un’occasione in più per ascoltare un’icona della musica italiana, attesa il 27 e 28 aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano e il 6 giugno alle Terme di Caracalla a Roma con 3 concerti-evento denominati Senza fine.

Sophie Ellis-Bextor, Remixes Sono mesi inaspettatamente molto felici per la cantautrice inglese, che sta conoscendo una rinnovata popolarità da quando la sua hit del 2001-2002 Murder on the Dancefloor è diventata virale dopo essere stata inclusa nel film Saltburn. Per festeggiare questo momento d’oro viene pubblicata su vinile blu glitter una compilation di remix dei singoli estratti dai suoi primi 3 dischi in studio. Perché Sophie non ha ancora finito di farci ballare.

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L’interruzione di gravidanza torna ad essere oggetto di discussione in parlamento: dovevamo svegliarci prima? https://www.gay.it/interruzione-di-gravidanza-antiabortisti-nei-consultori https://www.gay.it/interruzione-di-gravidanza-antiabortisti-nei-consultori#respond Fri, 19 Apr 2024 12:00:20 +0000 https://www.gay.it/?p=249840

Se nel 1978 avessimo saputo che il diritto all’interruzione di gravidanza sarebbe di nuovo tornato ad essere oggetto di discussione nel 2024, probabilmente ci saremmo fatti tutt* una bella risata. Dal 1994 – anno in cui sono nato – ho sempre dato per scontato che, nel malaugurato caso in cui mi fosse capitato l’”incidente”, non avrei avuto problemi a risolvere la questione.

Eppure, mentre oggi leggevo su Instagram il commento dell’ennesimo uomo (giovane) sotto al video dell’intervento della deputata Sportiello contro l’emendamento blindato che apre i consultori alle associazioni antiabortiste, è arrivata la doccia fredda: nessun diritto è al sicuro.

“Il diritto di decidere del proprio corpo non è nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, piangi”.

Avrà più o meno una trentina d’anni, la camicia bianca sbottonata sul petto e un sorriso a trentadue denti. Potrebbe essere mio fratello, un mio collega, un mio amico, ma dietro la facciata apparentemente innocua, nasconde la banalità del male. La stessa che ha dato vita alla famigerata linea di difesa “stavo solo eseguendo gli ordini“. Potrà sembrare un’esagerazione, ma andiamo più a fondo.

Da questa parte della barricata, ci confortiamo spesso pensando che le deliranti idee dei ministri di questo governo non equivalgano alla reale opinione pubblica. Del resto, tutte le volte che chiediamo a un* elettor* di Fratelli d’Italia se è d’accordo con la crociata ideologica portata avanti dal governo contro identità LGBTQIA+ e donne, la risposta sarà sempre: “Ah no, io li ho votati più che altro perché la sinistra ha distrutto l’economia di questo paese, io a quelle cose non ci penso”.

Forse ci siamo un po’ troppo adagiat* su questo concetto. Perché un paese che è – e come lo si può biasimare – troppo preoccupato di non sapere se riuscirà a mettere in tavola la cena verso la fine del mese per occuparsi della “sofistica”, è un paese in cui diventa facilissimo attaccare altri diritti che non siano mangiare, dormire e avere un tetto sopra la testa.

Ed è esattamente quello che sta succedendo all’Italia. Subdola e suadente, l’ultradestra del governo Meloni si fa paladina delle famiglie italiane, le valorizza nei suoi discorsi, le mette davanti a tutto in maniera quasi caricaturale per nascondere le evidenti inadeguatezze di questo governo nell’affrontare i problemi reali.

Era solo una questione di tempo prima che si tornasse a parlare di interruzione di gravidanza, e forse lo sapevamo già tutti, ma non volevamo pensarci. Negli Stati Uniti è iniziata così, con piccole modifiche ai regolamenti qua e là, che aprissero, senza sfondarle, le porte a un paradigma che pensavamo di avere abbandonato da decenni.

E si è arrivati, nel 2022, a ribaltare la Roe V. Wade che garantisce il diritto all’aborto

Ricordo, qualche anno fa, di aver seguito un account TikTok di un’associazione di volontari* che scortavano donne e persone con utero dai 13 anni in su nei Planned Parenthood (i consultori statunitensi), facendo loro da scudo contro gli invasati religiosi che gli urlavano insulti a non finire mentre si recavano ad abortire.

Ricordo perfettamente l’esasperazione di questa ragazzina, in pieno attacco di panico, che urlava loro “Mi hanno stuprata! Mi hanno stuprata e non voglio il bambino del mio stupratore!, mentre l* volontari* tentavano di calmarla e di portarla dentro. E, soprattutto, ricordo la risatina del tizio che reggeva un cartellone raffigurante un feto, con la scritta “Non uccidermi, mamma!”.

È un pendio scivoloso, ma non così ripido quello che porta allo smantellamento dello stato liberale. Non succede dal giorno alla notte, ci mancherebbe, la gente scenderebbe in piazza con le torce. Fa un po’ pensare a quella metafora della rana nella pentola dell’acqua bollente: inizialmente, il tepore convincerà la rana a rilassarsi, a pensare che vada tutto bene e che, anzi, si meritava un bel bagno caldo dopo tutto quel tempo passato in una palude. Ma poi l’acqua comincerà a diventare troppo calda, e la rana non avrà più le forze per saltare fuori dalla pentola.

Il governo Meloni non sta facendo altro che mettere la pentola sul fuoco. 

Vedi che alla fine la triptorelina mica l’hanno tolta”. No, però da qualche parte sono riusciti a ficcarci le terapie riparative.

Vedi che comunque c’è la stepchild adoption per le famiglie omogenitoriali”. Certo, ma intanto decine di famiglie traumatizzate in tutta Italia non potranno permettersi lunghe e costose procedure giudiziarie per avere il diritto formale di essere genitori dell* propri* figli*.

Vedi che mica stanno togliendo il diritto all’interruzione di gravidanza, vogliono solo dare alle donne un’opportunità di ripensarci”. No, ma i soldi del PNRR – che si chiama Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza proprio perché l’obiettivo è quello di potenziare i servizi pubblici – che spenderanno per implementare il supporto antiabortista nei consultori potevano invece essere impiegati risolvere i problemi che già ci sono. Visto che il diritto all’interruzione di gravidanza è – e lo ammettiamo – aleatorio da ben prima che il governo Meloni si insediasse.

Con il 46,3% di medici obiettori di coscienza, con picchi del 67% nelle regioni del sud, parlare di diritto è una barzelletta. Donne costrette a recarsi fuori regione, donne oberate da tre lavori part-time che non hanno tempo di fare il giro dell’oca di ospedale in ospedale e si trovano a portare in grembo, forzosamente, un bambino che non si possono permettere.

Ma anche donne che non vogliono diventare madri, per svariate ragioni mediche o personali, su cui noi non abbiamo nessun diritto di indagare. Noi no, ma a quanto pare, le varie Pro Vita e Movimento per la Vita sì.

Le stesse associazioni antiabortiste che hanno elogiato una povera ragazza morta di cancro per aver posticipato le cure così da portare a termine una gravidanza, potrebbero presto avere carta bianca nell’utilizzare i loro metodi manipolatori sulle persone in uno dei momenti più vulnerabili della loro vita.

Sembra un film dell’orrore, un tropo uscito direttamente da un romanzo distopico scritto male e riadattato a B movie, eppure è la realtà.

Ma mentre il discorso è polarizzato, giustamente, sul diritto delle donne di decidere del proprio corpo, non dobbiamo dimenticarci che non sono solo loro a dover far fronte, talvolta, a una gravidanza indesiderata.

Uomini trans fertili e persone non binarie con utero potrebbero passarsela ancora peggio.

Immaginiamo un invasato di Pro Vita, in attesa famelica di intercettare qualcuno che vuole abortire per fargli il lavaggio del cervello, che si trova davanti un uomo trans incinto. Le possibilità sono due: la prima, forse la più auspicabile, è la combustione spontanea.

La seconda, meno rosea ma sicuramente più realistica, è un’improvvisata e giudicante terapia di conversione sul posto. Il bambino dovrà comunque nascere, ma dovrà avere una mamma e un papà, quindi prenditi le tue responsabilità, molla queste castronate LGBTQIA+ e sii la madre di cui questo agglomerato di cellule non formate e non senzienti avrà bisogno.

Insomma, dove voglio arrivare? È una banalità dire che la conclusione di questo articolo sia, ancora una volta, un affondo all’ipocrisia di questo governo? È diventato così facile che ormai ferisce l’ego.

In un paese in cui la gestazione per altri potrebbe presto diventare addirittura un reato universale – manco fossimo pirati Somali – è chiaro che a questo governo, dei bambini, non importa un fico secco.

Se davvero ai nostri ministri importasse dei pargoli, allora il PNRR verrebbe impiegato per dare linfa vitale alle nostre scuole che cadono a pezzi (sia metaforicamente che letteralmente). I soldi verrebbero utilizzati per rinforzare il sistema di asili nidi, così da permettere ai genitori che lavorano di non doversi preoccupare che uno dei due debba restare a casa in uno dei paesi con gli stipendi più bassi d’Europa.

Non facciamoci impapocchiare: l’obiettivo, semplice e terrificante, è ancora una volta quello di applicare alla lettera la loro ideologia profondamente radicata anche nell’integralismo religioso, un’ottima copertura per nascondere la propria sete di controllo. Se prima l’oppressione era rivolta all’obiettivo più facile, la comunità LGBTQIA+, questo governo ha visto che da una popolazione esausta e che non ha il tempo di indagare più a fondo, non c’è alcuna resistenza.

E prova e riprova, piano piano sta facendo breccia. Come accennato, è un processo lungo. Ma non troppo.

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FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d’uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant https://www.gay.it/feud-2-capote-vs-the-swans-disney-uscita https://www.gay.it/feud-2-capote-vs-the-swans-disney-uscita#respond Fri, 19 Apr 2024 11:00:55 +0000 https://www.gay.it/?p=249864

Disney+ ha annunciato la data di debutto di Feud: Capote Vs. The Swans, seconda stagione della pluripremiata serie antologica di Ryan Murphy. Composta da otto episodi, Feud 2 debutterà il 15 maggio in Italia in esclusiva su Disney+. La serie è basata sul libro bestseller “Capote’s Women: A True Story of Love, Betrayal, and a Swan Song for an Era” di Laurence Leamer.

FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - feud 2 - Gay.it

L’acclamato scrittore Truman Capote (Tom Hollander) si circondava di un gruppo di donne tra le più elitarie della società – ricche e affascinanti esponenti della mondanità newyorkese di un’epoca passata – che lui soprannominava “i cigni”. Il gruppo di donne, belle e raffinate, comprendeva la grande dama Barbara “Babe” Paley (Naomi Watts), Slim Keith (Diane Lane), C.Z. Guest (Chloë Sevigny) e Lee Radziwill (Calista Flockhart). Incantato e affascinato da queste nobildonne, Capote si ingraziò le loro vite, facendo amicizia con loro e diventando il loro confidente, per poi tradirle scrivendo un racconto poco velato delle loro vite, esponendo i loro segreti più intimi. Quando un estratto del libro “Answered Prayers”, l’opera magna progettata da Capote, fu pubblicato su Esquire, distrusse di fatto il suo rapporto con i cigni, lo bandì dall’alta società che tanto amava e lo fece precipitare in una spirale di autodistruzione dalla quale non si sarebbe più ripreso.

La serie è interpretata anche da Demi Moore nel ruolo di Ann “Bang-Bang” Woodward, Molly Ringwald è invece Joanne Carson, Treat Williams veste i panni di Bill Paley, Joe Mantello quelli di Jack Dunphy mentre Russell Tovey interpreta John O’Shea, agente di Capote nonché suo amante.

Scritta per la televisione da Jon Robin Baitz, Feud: Capote Vs. The Swans è stata diretta da Gus Van Sant, Max Winkler e Jennifer Lynch. I produttori esecutivi sono Ryan Murphy, Alexis Martin Woodall, Baitz, Van Sant, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Naomi Watts, Eric Kovtun e Scott Robertson.

FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - Feud 2 - Gay.it
FEUD: Capote Vs. The Swans — Pictured: Naomi Watts as Babe Paley. CR: Pari Ducovic/FX
FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - GALLERY DIANE LANE SLIM KEITH 0049 v2 1 - Gay.it
FEUD: Capote Vs. The Swans –
CR: Pari Ducovic/FX
FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - GALLERY MOLLY RINGWALD JOANNE CARSON 0301 v3 - Gay.it
FEUD: Capote Vs. The Swans –
CR: Pari Ducovic/FX
FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - GALLERY CALISTA FLOCKHART LEE RADZIWELL 0301 v3 1 - Gay.it
FEUD: Capote Vs. The Swans — Pictured: Calista Flockhart as Lee Radziwill. CR: Pari Ducovic/FX
FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - GALLERY DEMI MOORE ANN WOODWARD 0201 v4 1 - Gay.it
FEUD: Capote Vs. The Swans –
CR: Pari Ducovic/FX
FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - GALLERY CHLOE SEVIGNY CZ GUEST 0205 v4 1 - Gay.it
FEUD: Capote Vs. The Swans — Pictured: Chloë Sevigny as C.Z. Guest. CR: Pari Ducovic/FX
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Ghana, l’esito dell’iter legislativo sulla legge anti-gay potrebbe arrivare entro aprile https://www.gay.it/ghana-legge-anti-gay-firma-presidente https://www.gay.it/ghana-legge-anti-gay-firma-presidente#respond Fri, 19 Apr 2024 11:00:39 +0000 https://www.gay.it/?p=249763

La lunga e straziante attesa per conoscere l’esito dell’iter legislativo sulla proposta di legge anti-gay in Ghana potrebbe presto finire. Oggi, la Corte Suprema valuterà infatti la petizione di un parlamentare, che spingerebbe il presidente Akufo-Addo – che temporeggia da ormai quasi due mesi – a confermarla o rigettarla entro 7 giorni dall’emissione della sentenza.

L’ultimo step nella repubblica democratica presidenziale ghanese, tra le più stabili nel continente africano, è infatti la firma del presidente. Ma Akufo-Addo, liberale e da sempre schieratosi a favore dei diritti umani (seppur non quelli LGBTQIA+), si è trovato tra incudine e martello.

Da un lato, le pressioni del parlamento e di una società tradizionalista incline ad accogliere la legge; dall’altro, le pressioni internazionali e il timore che una normativa così repressiva possa compromettere il sistema democratico del Ghana.

Senza contare le possibili ingenti perdite economiche a cui dovrebbe far fronte il paese se la legge dovesse passare: quasi 4 miliardi di dollari di finanziamenti della Banca Mondiale potrebbero andare in fumo. Proprio com’è successo all’Uganda in una situazione analoga.

In una dichiarazione a caldo successiva all’approvazione della legge in parlamento, Akufo-Addo aveva sottolineato come la leggesollevi notevoli preoccupazioni in alcuni ambienti della comunità diplomatica sul fatto che il Ghana potrebbe voltare le spalle al suo record, finora invidiabile e di lunga data, di rispetto e attaccamento ai diritti umani allo Stato di diritto”. Ed aveva aggiunto “voglio assicurarvi che nessun passo indietro di questo tipo sarà contemplato o provocato”.

Ed è proprio quest’attitudine garantista del presidente che fa ben sperare attivist* e organizzazioni per i diritti umani operanti in Ghana.

“Gli Stati Uniti hanno annunciato che ritireranno il loro sostegno finanziario in termini di aiuti se il presidente ghanese dovesse firmare la legge – aveva spiegato Prince Frimpong, attivista per Youth Initiative Foundation in Ghana, organizzazione internazionale per i diritti LGBTQIA+, in un’intervista a Gay.it – Anche il ministro delle Finanze ha evidenziato come tale decisione potrebbe infliggere danni economici significativi al paese.

Queste pressioni esterne evidenziano le possibili ampie ripercussioni internazionali che una simile misura legislativa potrebbe scatenare, rimarcando ancora una volta l’importanza dell’interconnessione tra le politiche globali e i diritti umani.

Considerando la passata opposizione del presidente Akufo-Addo a tale legge anti-gay, sembra probabile che possa optare per proteggere la reputazione internazionale del Ghana in materia di diritti umani, conformemente agli standard internazionali”.

 

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La comunità LGBTQIA+ in Ghana sull’orlo del precipizio: cosa dice la legge anti-gay?

Era fine febbraio quando il parlamento ghanese approvava la Human Sexual Rights and Family Values Bill che – se resa esecutiva – imporrebbe una pena detentiva fino a tre anni per chi si identifichi come LGBTQIA+. In Ghana, l’omosessualità e le “relazioni sessuali non tradizionali” sono già punibili con fino a tre anni di reclusione.

Ma la normativa non si limita a perseguitare solo le identità LGBTQIA+: chiunque sia beccato ad aderire, organizzare, fondare o finanziare un gruppo o un’associazione a tema, sarà altresì punito con fino a 5 anni di carcere.

La condizione della comunità LGBTQIA+ in Ghana, già precaria a causa di un tessuto sociale e culturale fortemente conservatore che alimenta l’omofobia, rischia di deteriorarsi ulteriormente.

Per i membri queer della società, attività quotidiane come trovare lavoro, affittare un’abitazione o accedere ai servizi pubblici rappresentano già oggi sfide insormontabili, a differenza di quanto accade per i cittadini eterocis.

Con l’inasprimento dei regolamenti anti LGBTQIA+, un paese in cui già non esistono tutele giuridiche per le minoranze sessuali, potrebbe presto trasformarsi in un far west. Chiunque potrebbe accusare qualcun’altro di essere queer per liberarsene.

“È spaventoso”, ha commentato in un’intervista a Reuters Emmanuel Owusu-Bonsu, attivista per i diritti LGBTQIA+.  “È come se in Ghana tutti stessero per ricevere una pistola e potessero puntarla contro e dire gay, lesbica o qualsiasi altra cosa e farla franca. Stanno incoraggiando le persone a diventare violente… omicide”.

Se la Corte Suprema ghanese dovesse oggi dare parere favorevole al vaglio della proposta, l’esito dell’iter arriverebbe prima della fine di aprile.

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Sei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) https://www.gay.it/sei-nellanima-trailer-biopic-gianna-nannini https://www.gay.it/sei-nellanima-trailer-biopic-gianna-nannini#respond Fri, 19 Apr 2024 10:52:40 +0000 https://www.gay.it/?p=249852

Arriverà il 2 maggio su Netflix “Sei nell’anima”, il film tratto dalla storia di Gianna Nannini, prodotto da Indiana Production e diretto da Cinzia TH Torrini, con protagonista Letizia Toni nei panni dell’icona del rock femminile italiano. Dopo il primo teaser è oggi uscito il trailer ufficiale della pellicola, insieme al poster e alle prime immagini che vedono Nannini teneramente abbracciata ad un’altra ragazza, interpretata da Selene Caramazza, a confermare così i rumor della vigilia. Questo biopic racconterà anche la fluidità dellə cantante, che solo poche settimane fa si è definitə senza genere.

Sei nell’anima è un frammento della storia di una delle voci più incisive e rinomate della nostra musica, trent’anni raccontati partendo dall’infanzia, dalle radici della sua vita e della sua carriera, fino alla consacrazione, passando da una svolta che trancia di netto in due parti la vita di Gianna, tanto da considerarla la sua vera nascita: l’anno 1983.

Sei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA 491A77641 - Gay.it

Il film di Cinzia TH Torrini accompagnerà il pubblico in un viaggio dentro la vita e la mente creativa di una donna capace di plasmare emozioni con poesia e musica. Un’artista rivoluzionaria, fuori da qualsiasi schema e definizione, alla continua ricerca di ispirazione, di trasformazione, che ha fatto della musica e della libertà il suo manifesto.

Fanno parte del cast del film anche Selene Caramazza, Maurizio Lombardi, nei panni del padre di Gianna, e Stefano Rossi Giordani, con la partecipazione di Andrea Delogu che interpreta una giovane Mara Maionchi.

“Sei nell’anima” è scritto da Cinzia TH Torrini e Cosimo Calamini insieme a Donatella Diamanti e alla stessa Gianna Nannini, ed è tratto da “Sei Nell’Anima – Cazzi Miei”, autobiografia dell’artista pubblicata nel 2016, in uscita in una nuova edizione speciale, edita da Mondadori, dal 23 aprile.

Sei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - FOTO GIANNA LETIZIA BY LEANDRO MANUEL EMEDE PROPERTY OF GNG - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA 491A3052 - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA 491A0807 - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA DSC00407 - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA DSC01007 - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA DSC01496 - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA 491A7260 - Gay.itSei nell’anima, il trailer del biopic su Gianna Nannini (che racconterà anche il suo amore per le donne) - Gay.it

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“Free Willy”, il nuovo locale queer ad Amsterdam dedicato agli amanti del nudismo https://www.gay.it/free-willy-amsterdam-bar https://www.gay.it/free-willy-amsterdam-bar#respond Fri, 19 Apr 2024 10:00:53 +0000 https://www.gay.it/?p=249807

Ad Amsterdam, nella via Amstel, civico 178, c’è un luogo dove il gioco del biliardo si fa in libertà, una libertà che parte già dalla scelta di come vestirsi – o meglio, di come spogliarsi. “Free Willy” non è un semplice bar, è un vero e proprio ritrovo per la comunità LGBTIQ+, un nuovo locale, che si aggiunge ai 20 locali gay rimasti in città (in passato Amsterdam ne contava oltre un centinaio).

Qui la nudità è ben più di un vezzo; è un invito a lasciarsi andare, a sentirsi veramente se stessɜ.

Richard Keldoulis, il proprietario, racconta: “Permettiamo di tenere l’intimo, ma l’idea è quella di liberarsi completamente. Non tutti sono a loro agio, ma l’atmosfera che si crea qui fa sì che anche i più timidi, alla fine, decidano di unirsi agli altri“. E mentre le palline del biliardo si scontrano echeggiando nel locale, sei uomini discutono appassionatamente sulla miglior tecnica di tiro, senza una camicia addosso.

Anne Rodermond, la manager del locale, descrive “Free Willy” come un posto “umile“, dove l’erotismo è sì presente, ma non è mai volgare o invadente. “È un luogo che abbatte le barriere, diverso da quei posti che spingono più sulla sessualità esplicita. Qui si celebra un erotismo più sottile, che può sfociare in qualcosa di più, ma solo se e quando si vuole“.

Philip, uno dei clienti, aggiunge: “Quando sei qui dentro, nessuno ti giudica per come sei vestito. È un ritorno alla natura, una cosa che apprezzo molto“.  Accanto a lui, l’amico Erik ride: “Sì, è un po’ come un gioco, no? Vedere gli altri, immaginare… è tutto più stimolante rispetto a quando siamo tutti coperti.”

Le regole del bar sono chiare e strettamente applicate: niente droghe pesanti, niente alcol a chi ne abusa, niente armi né prostituzione. E una politica inclusiva molto precisa: “Free Willy” accoglie uomini gay, sia cisgender che transgender, ma anche donne transgender, persone non binarie e chiunque si identifichi come persona queer. È un rifugio, uno spazio sicuro, un luogo di incontro per chi cerca un angolo di mondo dove essere accettatɜ senza riserve.

Nel contesto odierno, in cui Amsterdam tenta di rifarsi un’immagine, distaccandosi dall’associazione storica con droghe, sesso e musica rock, locali come il “Free Willy” offrono qualcosa di diverso e necessario. Questo bar non solo fornisce uno spazio sicuro per l’espressione e l’accettazione di sé, ma promuove anche la celebrazione della comunità LGBTIQ+. Ogni serata passata qui è un tributo alla libertà personale e all’importanza di avere un luogo dove le persone possono sentirsi accolte e comprese, indipendentemente dal loro orientamento sessuale ed affettivo e/o dalla loro identità di genere.

In un mondo che spesso giudica e categorizza, “Free Willy” si erge come uno spazio sicuro di apertura e rispetto reciproco, dove l’unico abbigliamento richiesto è l’autenticità.

Indirizzo: Free Willy – Via Amstel 178, Amsterdam [indicazioni Google Maps]

Pagine social: Instagram | Facebook

bar free willy ad amsterdam

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Sarah Paulson: “Ryan Murphy mi ha dato una carriera, e ora è mio amico prima di ogni altra cosa” https://www.gay.it/sarah-paulson-ryan-murphy-mi-ha-dato-una-carriera-e-ora-e-mio-amico-prima-di-ogni-altra-cosa https://www.gay.it/sarah-paulson-ryan-murphy-mi-ha-dato-una-carriera-e-ora-e-mio-amico-prima-di-ogni-altra-cosa#respond Fri, 19 Apr 2024 09:00:36 +0000 https://www.gay.it/?p=249749

Oggi 49enne, Sarah Paulson ha vinto un Golden Globe, un Emmy, uno Screen Actors Guild Award, tre Critics’ Choice Awards e 2 Satellite Awards, con una carriera letteralmente ‘nata’ nel 2011, quando prese parte alla prima stagione di American Horror Story. Da quel momento in poi Paulson è diventata l’attrice feticcio di Ryan Murphy, che l’ha voluta in American Crime Story, Feud, Ratched e in 93 episodi complessivi di AHS, tramutandola in una star, richiestissima e amatissima.

Un legame, quello con Murphy, che Sarah rivendica con orgoglio, come confessato ad Interview.

“È grazie a Jessica [Lange] che mi sono riavvicinata a Ryan Murphy, con cui avevo fatto un episodio di Nip/Tuck anni prima. Sono andata a cena con Jessica a Los Angeles, e Ryan era lì, e lei gli ha detto, “Puoi trovare qualcosa da fare per Sarah?”. E Ryan rispose, “Sì”. E poi sono diventata medium nella prima stagione American Horror Story, e il resto è storia”.

Effettivamente Paulson prese parte ad un solo episodio di Nip/Tuck, nel 2004. 7 anni dopo Sarah e Ryan si sono ritrovati in Murder House, con la medium Billie Dean Howard dall’attrice interpretata in 3 episodi.

Ebbene, ciò che Ryan mi ha inequivocabilmente dato è stata una carriera“, ha proseguito Paulson. “Il mio lavoro con lui mi ha dato valore come artista, continuava a chiedermi di fare cose che fossero stimolanti e operistiche, e mi ha collegato ad un qualcosa di cui non sapevo di essere capace, ovvero l’azzardo. Non ero consapevole di essere capace di fare qualcosa di così ampio o coraggioso. Ma la cosa che mi è diventata molto chiara, che è quasi più importante delle opportunità che mi ha dato, è che lui è mio amico prima di ogni altra cosa. È completamente intrecciato nel mio sviluppo, perché attraverso il suo sguardo ho scoperto i miei gusti, la mia sensibilità: cosa mi parla e cosa no”.

Basti pensare che solo in American Horror Story, Sarah Paulson è stata Lana Winters, Bette Tattler, Dot Tattler, Cordelia Foxx, Sally McKenna, Ally Mayfair-Richards, Cordelia Goode, Ms. Wilhemina Venable, Tuberculosis Karen, Audrey Tindall, Billie Dean Howard, Shelby Miller, Mamie Eisenhower e Susan Atkins.

Recentemente vista in The Bear e Mr and Mrs. Smith, Paulson è felicemente fidanzata con Holland Taylor dal 2015. Un amore in grado di andare oltre il tempo, visti gli 81 anni di Holland e i 49 di Sarah. Nel 2015 Taylor fece coming out in un programma radio rivelando una frequentazione con una donna più giovane. Quella donna più giovane era proprio Paulson, che nel 2013 si era definita “fluida”. In questi ultimi anni più volte Sarah ha replicato ai tanti che continuano a sottolineare la differenza d’età con Taylor, ovvero 32 anni, dicendosi felicissima al suo fianco, con meravigliose parole d’amore social ad ogni suo compleanno.

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Diversity Media Awards 2024, le nomination. Tra i personaggi dell’anno Jankto, Cortellesi e Ghali https://www.gay.it/dma-2024-nomination https://www.gay.it/dma-2024-nomination#respond Fri, 19 Apr 2024 08:00:38 +0000 https://www.gay.it/?p=249833

Si terrà il 28 maggio al Teatro Lirico Giorgio Gaber la nona edizione dei Diversity Media Awards, riconoscimenti che premiano i personaggi e i contenuti media che hanno contribuito a una rappresentazione valorizzante della diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, aspetto fisico, etnia, età e generazioni, disabilità.

A condurre la serata Ema Stokholma e Francesca Michielin, con le nomination finalmente annunciate. A contendersi il DMA 2024 come “miglior personaggio dell’anno” saranno Paola Cortellesi, fresca di trionfo con C’è ancora Domani, Ghali, Chiara Bordi, Amalia Ercoli Finzi, l’immancabile Luciana Littizzetto e Jakub Jankto, primo, storico calciatore dichiaratamente gay a giocare (e a segnare) in Serie A.  Grande assente, un po’ a sorpresa, Big Mama.

Tra i migliori film sarà sfida tutta italiana, con C’è ancora domani a giocarsela con Nata per te di Fabio Mollo e Stranizza d’amuri di Giuseppe Fiorello, senza dimenticare Io Capitano di Matteo Garrone, L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio e Mi fanno male i capelli di Roberta Torre.

Abbastanza sorprendenti e discutibili le candidature seriali. Per quanto riguarda i prodotti stranieri, gran favorito della vigilia è The Last of Us, ma a mancare sono serie come Sex Education 4, Heartstopper 2, Compagni di Viaggio e The White Lotus 2. Sul fronte italiano le nomination sono invece solo 4 (?), con la tanto criticata Love Club candidata e assenti di peso come Un Professore 2 e Mare Fuori 4.

Per quanto riguarda i migliori programmi tv c’è e con merito Non sono una signora, inspiegabilmente mai rinnovato dalla Rai, insieme a Splendida Cornice di Geppi Cucciari, Che Sarà di Serena Bortone, Stand-Up Comedy, Listen to me e Casa a prima vista, mentre sul fronte dei migliori creator sarà sfida a sei tra Edoardo Mocini, La Tenda in Salotto, Chiara Bucello e Ludovica Billi, Shinhai Ventura, Saraaverd e La fisica che ci piace di Vincenzo Schettini, appena sbarcato in tv su Rai2 con un programma tutto suo. A votare i vincitori saranno gli utenti, fino al 10 maggio.

Miglior personaggio dell’anno

Paola Cortellesi
Ghali
Chiara Bordi
Amalia Ercoli Finzi
Jakub Jankto
Luciana Littizzetto

Miglior Film

Nata per te
Stranizza d’amuri
C’è ancora domani
Io Capitano
L’ultima volta che siamo stati bambini
Mi fanno male i capelli

Miglior Serie Tv straniera

The Last of Us, Sky e NOW
Good Omens, Prime Video
Nothing to see here, Netflix
What we do in the shadows, Disney+
Ragazze Elettriche, Prime Video
Blue Eye Samurai, NetflixI may destroy you

Miglior serie tv italiana

Questo mondo non mi renderà cattivo, Netflix
La legge di Lidia Poët, Netflix
Love Club, Prime Video
Gigolò per caso, Prime Video

Miglior serie young

D1ar1, Netflix
Moon Girl e Devil Dinosaur, Disney+
Il Cercasuoni, RaiPlay
Mio papà a caccia di alieni, Netflix
Il trenino Thomas – Grandi avventure insieme, Boomerang e Cartoonito
Craig, Cartoon Network

Miglior programma tv

Casa a prima vista, Real Time
Non sono una signora, Rai 2
Listen to me, RaiPlay
Stand-Up Comedy, Comedy Central
Splendida Cornice, Rai 3
Chesarà…, Rai 3

Miglior programma radio

Le mattine pt 2- Ora Daria, Radio Capital
Pinocchio, Radio Deejay
Vittoria, Rai Radio 1
Big Talk, No Name Radio
Non mi capisci, Radio 24
37 e 2, Radio Popolare

Miglior podcast

Palinsesto Femminista
Humor Nero
Scelte
Invertiti
Se domani non torno
Sulla razza

Miglior prodotto digital

Ruote Libere + Canal – il canal, 5 modi per non mettere a disagio una persona disabile
Ivgstobenissimo, Contraccezione d’emergenza: quello che devi sapere
La tela di Carlotta, Evita di chiedere ai bambini se hanno fidanzati/e
Colory.it + Marianna the influenza, Come non fare White Saviorism in vacanza
Dalila Bagnuli, Troppo brutta per essere molestata
Narraction, L’ADHD (c’è?) nel paradigma della neurodiversità

Miglior creator

La Tenda in Salotto
Chiara Bucello e Ludovica Billi
Shinhai Ventura
La fisica che ci piace
Edoardo Mocini
Saraaverd

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