Luci e ombre del Pride militarizzato di Gerusalemme

Dispiegamento di forze dell'ordine a difesa dell'odio anti-LGBTQIA+ degli ebrei ultraortodossi, che sono al governo con Netanyahu.

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pride gerusalemme pride 2023 militarizzato
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Nonostante le preoccupazioni per la sicurezza dovute alle minacce online e alle contro-proteste, un impressionante numero di partecipanti ha dato vita alla marcia dell’orgoglio LGBTQIA+ del Pride di Gerusalemme. Si tratta del primo raduno pubblico, dopo la svolta politica di estrema destra avvenuta in Israele, conseguente alle elezioni vinte dall’immarcescibile primo ministro Netanyahu.

Si è trattato di un Pride militarizzato, e non per il pericolo del fanatismo di matrice islamica, che pure ha fatto sentire la sua voce tramite la propaganda fortemente omobitransfobica diffusa da Hamas presso le comunità palestinesi, ma per il timore che fossero gli ebrei ultraortodossi ad attaccare le persone queer che hanno partecipato alla parata del Pride.

Durante il Pride di Gerusalemme del 2015 un adolescente queer era stato ucciso proprio da un estremista ebreo ultraortodosso. E poiché sono proprio gli ebrei ultraortodossi i massimi ispiratori dell’attuale governo, più volte tacciato di essere illiberale anche dalla comunità internazionale, le preoccupazioni per la sicurezza delle persone partecipanti erano da bollino rosso.

La parata si è svolta al suono di numerosi slogan anti-governativi da parte delle persone LGBTQIA+ che marciavano accusando i ministri di estrema destra del Governo Netanyahu di cercare di nascondere l’omosessualità.

Prima dell’evento, tre persone sono state arrestate per minacce, mentre l’incitamento all’odio omofobico nei gruppi telegram e whatsapp di estrema destra, secondo quanto riportato dal Jerusalem Post e da Haaretz, avrebbe raggiunto livelli preoccupanti. La conferma, secondo Bbc, è arrivata anche da FakeReporter, organismo che monitora l’estremismo online.

Per questo motivo, il Pride è stato sostanzialmente “militarizzato”, grazie all’azione di protezione di centinaia di poliziotti armati. Gli organizzatori hanno riportato una partecipazione record di 30.000 persone. All’inizio della manifestazione, il Ministro per la Sicurezza Nazionale d’Israele, l’estremista di destra Itamar Ben-Gvir ha contribuito a far salire la tensione. Il ministro ha infatti attraversato una strada parallela a quella della parata, urlando “vergogna” ai manifestanti, mentre era circondato da agenti di sicurezza. Intervistato dalla BBC e interpellato se stesse creando deliberatamente una provocazione, Ben-Gvir ha risposto: “Forse la nostra semplice esistenza è una provocazione. Per voi, il fatto che gli ebrei vivano è una provocazione“.

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Ben-Gvir Ministro per la Sicurezza mentre provoca le persone partecipanti al Pride di Gerusalemme (fonte BBC)

Durante la marcia, alcune decine di manifestanti ultra-religiosi e di estrema destra, guidati da Lehava, organizzazione suprematista ebraica di estrema destra, sono stati separati dalla polizia. Sugli striscioni dei fascisti si leggeva: “Non lasciate che abbiano figli” e “Gerusalemme non è Sodoma“.

“Il nostro governo è il più omofobo e transfobico che sia mai stato –  hanno commentato molte persone queer – Il ministro della polizia, che è qui per proteggerci, fino all’anno scorso veniva qui per protestare contro di noi”.

Il Pride di Gerusalemme si è svolto nell’anno più critico per la democrazie di Israele. Negli ultimi mesi l’instabilità politica e istituzionale del paese ha portato a ripetute elezioni e tutto il mondo ha assistito a uno scontro senza precedenti tra gli israeliani laici e il governo fondamentalista di Benjamin Netanyahu, che ha forzato l’architettura di equilibrio tra le istituzioni, cercando di limitare i poteri della Corte Suprema.

Durante le ore del Pride, Netanyahu ha respinto le accuse secondo cui la sua coalizione intaccherebbe i diritti LGBTQ e ha twittato:

“Sono orgoglioso che Israele sia uno dei paesi più aperti al mondo per la comunità gay e che il dibattito su questo tema sia diventato ogni anno più accogliente e rispettoso”.

L’organizzazione islamista Hamas ha condannato la parata come “provocatoria” e aveva invitato i palestinesi ad osteggiarla.

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