Giovanissimi, “avranno avuto tra i tredici e i quattordici anni”, i protagonisti dell’ennesimo episodio di omobitransfobia di quest’anno, accaduto alla sede di CasArcobaleno a Torino lo scorso venerdì 6 ottobre.
Tre ragazzi, tutti minorenni, hanno fatto irruzione durante la proiezione del film “Beyto” – organizzata da Arcigay Torino. Poi il caos, con urla e insulti omobitransfobici verso i presenti.
Malgrado l’immediato intervento da parte dei volontari dell’associazione, i tre giovani aggressori hanno ostinatamente rifiutato di lasciare i locali per diversi minuti. Alla fine, è stata necessaria la collaborazione di tutto il pubblico presente in sala per far allontanare i ragazzi e ristabilire l’ordine.
Nessuna aggressione fisica, fortunatamente, ma l’ennesimo campanello d’allarme a porre l’attenzione sull’effetto delle politiche governative ostili alla comunità, che legittimano una fetta della popolazione a riversare il proprio odio su quello che oggi è il “nemico” da reprimere e combattere.
Specialmente considerando la giovane età dei protagonisti, ci troviamo di fronte a una situazione gravissima, impossibile da arginare a causa dell’assenza di un quadro normativo sui reati d’odio omobitransfobici, e ulteriormente accentuata da chi definisce l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole una “porcheria”.
“Non possiamo non pensare che ciò che fa sentire legittimati tre giovani ad aggredire un gruppo di persone durante un evento culturale e aggregativo sia anche e soprattutto il clima di odio generato dall’attuale classe politica che invece di promuovere una cultura della non violenza si pone in contrasto alla comunità LGBTQIA+. – sottolinea Serena Graneri, presidente di Arcigay Torino – Questo increscioso episodio di violenza deve spingere le persone a pensare verso quale deriva sta andando il nostro paese e cosa sarebbe potuto succedere se invece di esserci un gruppo coeso di persone, ieri sera ci fosse stata meno gente e meno pronta a reagire. Oggi più che mai è importante resistere e lavorare per garantire degli spazi sicuri e inclusivi e per evitare che quello che è accaduto possa ripetersi.”
Sulla questione è intervenuta anche la Consigliera della settima circoscrizione di Torino, Ilaria Genovese:
“Abbiamo subito scritto una mozione sul tema, invitando il presidente a condannare l’episodio, esprimere pubblicamente solidarietà ad Arcigay, allo staff di CasArcobaleno e a tutte le persone presenti, nonché a proseguire sul piano politico e cultirale l’opera di contrasto al crescente clima di odio e discriminazione contro ogni azione che, in aperta violazione dei valori costituzionali, utilizzi metodi e forme violente e non rispettose della persona”.
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