BARI – Enrico Oliari, presidente di GayLib e tesserato AN, intervistato dalla Repubblica di Bari, parla della difficoltà che incontra militando da omosessuale in un partito come il suo. Alla domanda se, in definitiva, si può davvero essere gay di destra, l’infermiere di Bolzano afferma: «Beh, è un po’ come se un nero volesse iscriversi al Ku Klux Klan o un cieco volesse imitare i cromatismi di Kandinskij, ma io sono qui a testimoniare che è possibile».
Nel corso dell’intervista il portavoce dei gay liberali interviene sulle polemiche relative al patrocinio del Pride barese concesso dal presidente della Regione Puglia: «All’interno del centrodestra ci sono due anime – dice Oliari – quella più illuminata di persone come Fitto, e quella più forcaiola di gente come Mantovano che non riesce a comprendere i diritti degli omosessuali e puntualmente bacchetta». Oliari accusa anche questa destra di essere troppo «attaccata alla tonaca del Papa, sempre pronta a tirare fuori i santini dal breviario e vittima del bigottismo», e cita il caso della ministro Prestigiacomo che «aveva promesso di istituire all’interno delle Pari Opportunità una commissione per i diritti omosessuali, ma è stata bacchettata e costretta a fare dietro front».
Il Pride di Bari fa eplodere anche la polemica tra Franco Grillini e Angelo Pezzana, fondatore del Fuori!, il primo movimento nazionale gay italiano. Pezzana aveva attaccato Grillini, criticando il movimento gay che «accettando di schierarsi a sinistra, si trova oggi a non poter dialogare con tutte le forze politiche», e condannando i Gay Pride perché «i fenomeni da baraccone, l’esibizione di lustrini e paillettes contribuiscono a dare un’immagine distorta dell’omosessualità».
Grillini replica oggi sull’edizione pugliese della Repubblica, definendo Pezzana «una personalità vagante, un solitario, uno che ha sciolto il "Fuori!" perché non voleva gente tra i piedi». E sulle critiche ai Pride ribatte: «Lui auspica che ai Gay Pride ci siano anche i bancari in giacca e cravatta? Se così fosse, direbbe che non c’è più trasgressione. E comunque gli ricordo che a Padova quest’anno e a Milano l’anno scorso, c’erano i manager che sfilavano con giacca, cravatta e cartelli».
Quanto alla connotazione di sinistra dell’Arcigay, Grillini individua una contraddizione nella tesi di Pezzana: «Proprio in Puglia il Gay Pride ha ottenuto il patrocinio da un governatore e da un sindaco del centrodestra. A dimostrazione che l’Arcigay da vent’anni fa solo gli interessi della comunità omosessuale, con accordi a destra e a sinistra, nel rispetto dello statuto che sancisce l’indipendenza politica del movimento».
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