“La vostra cultura è contro natura” e ancora “L’unica famiglia è quella naturale, no alle richieste della lobby omosessuale”, sono questi gli slogan comparsi di fronte ad alcuni istituti scolastici della capitale.
A rivendicare il gesto è la sezione di Roma di Lotta Studentesca (Forza Nuova) che – in un comunicato – dichiara di aver colpito gli istituti Socrate, Stendhal, Mamiani, Majorana, Pascal, Righi e Albertelli, ovvero tutti quelli “in cui, con la partecipazione ed i finanziamenti della regione Lazio, sono stati organizzati corsi di propaganda ed indottrinamento a favore della teoria gender”.
Il gruppo di estrema destra non è nuovo ad iniziative contro la comunità lgbt: lo scorso aprile, al grido di “Maschi selvaggi, non checche isteriche”, gli attivisti avevano manifestato fuori da un liceo della capitale per protestare contro la lettura del romanzo “Sei come sei” di Melania Mazzucco, reo – secondo forzanovisti – di promuovere agli studenti “modelli di vita deviati e perversi”.
L’attacco omofobo, avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, segue l’^url_inthttps://www.gay.it/news/Giornata-storica–Roma-approva-il-Registro-delle-Unioni-Civili-gay^L_intapprovazione del registro delle Unioni Civili^l_int votato la mattina in Campidoglio.
AGGIORNAMENTO 16:30
“L’ennesimo episodio di intimidazione fascista” così il Circolo Mario Mieli, definisce l’attacco omofobo contro le scuole romane che ha espresso vicinanza alle scuole e alle istituzioni.
“Purtroppo – ricorda Andrea Maccarrone, presidente del circolo – Lotta Studentesca non è nuova a violente azioni nei confronti di presidi e insegnanti che hanno avuto il merito e la lungimiranza di promuovere politiche di educazione alle differenze”.
Neofascisti e Vicariato uniti nell’odio
Il presidente dell’associazione ha poi ricordato l’“anatema” del Vicariato contro il Consiglio Comunale, colpevole di “discriminare la famiglia”.
“Neofascisti e Vicariato – si legge nel comunicato – non hanno tardato a palesarsi come una coppia di fatto unita solo da menzogne e da un odio che il consiglio di Roma Capitale, con la delibera di mercoledì, ha finalmente voluto spazzare via, relegandolo a una triste pagina della storia della nostra città”.
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