Secondo un recente sondaggio di EuroPulse, che ha visto partecipare più di 10.000 persone in tutta Europa, la Germania è lo Stato con la più alta percentuale di popolazione LGBT: circa il 7,4% dei tedeschi si identifica come gay, lesbica, bisessuale o transessuale.
Un altro dato interessante è che il 10,9% degli eterosessuali tedeschi interpellati ha altresì affermato di non essere “esclusivamente eterosessuale”, confermando di aver avuto sporadici rapporti omosessuali nel corso della vita.
Lo Stato con la percentuale minore di popolazione LGBT è l’Ungheria, dove solo l’1,4% si identifica come gay, lesbica, bisessuale o transessuale.
Il grande numero di persone appartenenti alla comunità queer non è cosa nuova. Berlino ha una delle scene gay più importanti d’Europa: lo stesso Berghain (foto in copertina), uno dei migliori club al mondo, fino al 2003 era un famosissimo locale gay a tema fetish, e già dagli Anni 20 del secolo scorso esistevano bar rivolti prevalentemente a un pubblico omosessuale. Nonostante tutto ciò le posizioni sui diritti LGBT della nazione sono moderatamente progressiste: Angela Merkel ha ripetutamente ribadito l’importanza di distinguere il matrimonio gay da quello omosessuale, respingendo più volte richieste di disegni di legge in tal senso.
Anche la depenalizzazione dell’omosessualità è stata piuttosto tarda: nel 1871 venne introdotta nel codice penale una legge che rendeva la sodomia un reato, abolita solo nel 1969 – più di venti anni dopo la caduta del nazismo.
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