È battaglia per il suffisso internet .GAY: le associazioni LGBT contro il mondo dell’hard

Una società web ha chiesto di utilizzare il suffisso .gay come una risorsa per le comunità LGBT ma gli organi di controllo internet da anni si oppongono.

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2 min. di lettura

Il world wide web sarà presto responsabile di una percentuale dal 10 al 15% del PIL dei paesi del G20, ma anche all’interno di questo sistema le discriminazioni nei confronti della comunità LGBT non mancano. Nonostante i progetti e il sostegno globale affinché il suffisso .gay sia utilizzabile dalle comunità e dalle organizzazioni LGBT, gli organismi di controllo dei dominii internet continuano a negarlo, anche a fronte delle ormai migliaia le richieste di registrazione. Situazione emblematica che molto dice sul livello di accesso a pari opportunità per le comunità gay quando si parla del più importante sistema di comunicazione sociale, nonché imprenditoriale.

Infatti, nonostante anni di battaglie politiche per le pari opportunità, l’organismo che assegna i dominii internet continua a boicottare la comunità gay dando la precedenza alle società commerciali. La storia è questa: ICANN, l’organismo che assegna i vari dominii internet e che ha sede negli Stati Uniti, ha approvato anni fa l’estensione dei suffissi dagli originali .com e .org ammettendone anche altri. A quel punto si è fatta avanti una associazione, dotgay llc, appoggiata dalle principali associazioni LGBT mondiali, intenzionata a utilizzare il suffisso .gay per creare un network mondiale tra le associazioni il cui scopo ultimo è fare fronte comune nei vari paesi e coordinare le iniziative per la difesa dei diritti e delle persone LGBT, potendo contare su un appoggio di oltre 250 associazioni internazionali.

ICANN ha rifiutato la proposta con la motivazione che le 250 associazioni “non sono rappresentative” di tutta la comunità LGBT. I competitors di dotgay llc sono tre società multinazionali interessate al mercato porno, disposte a pagare milioni di dollari che dotgay llc non ha. Alla fine si è arrivati alla sentenza di un panel di revisione che ha stabilito come ICANN abbia taciuto informazioni che dovevano essere rese pubbliche e ha violato le sue stesse leggi e normative riguardanti trasparenza, equità e non discriminazione. ICANN è stata quindi pubblicamente ripresa per il suo comportamento e invitata a applicare correttamente i suoi regolamenti, ma nonostante questa decisione – che risale al 2015 – ICANN resiste. Sulla sua pagina ufficiale è comparso il messaggio: “ICANN supporta e incoraggia la diversità e l’inclusione”. Forse avrebbe dovuto finire la frase con “ma non al costo di perdere un affare milionario o un processo intentato dagli altri tre contendenti che saranno eliminati se .gay viene assegnato a scopi comunitari e non commerciali”.

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enrico 1.9.16 - 17:25

A parte il fatto che mi sembra poco corretto usare il suffisso gay per rappresentare tutta la comunità che dovrebbe invece ricadere solo .lgtb, ma perché ci tenere tanto a un dominio del genere, cosa sarebbe un marchio di garanzia? volete rendere più facile la censura sulla base dei domini?

    Avatar
    Rosario Ferrara 2.9.16 - 16:56

    e bravo enrico! a sto punto meglio ghettizzare ulteriormente per rendere tutto piu chiaro, no? .gay .lsb .bsx .tra .que etc etc etc...

      Avatar
      enrico 2.9.16 - 20:08

      Non capito se sei d'accordo o sarcastico.

        Avatar
        Rosario Ferrara 5.9.16 - 6:28

        hai ragione a non capire, perche purtroppo sono entrambe le cose... fuori di dubbio che sia per quanto concerne tematiche di tipo sanitario, sociale, politico, il movimento glbt... abbia bisogno di una visibilita tutta sua... ma e vero anche che un dominio di primo livello specifico su questi temi sarebbe facilmente intercettabile dalle autorita centrali dei paesi dove l' omosessualita viene osteggiata, cioe di fatto piu di mezzo pianeta... d' altronde fuori di dubbio che se si accetta la logica del dominio .gay, una cosa e l' uso comune di questa parola, un' altra sarebbe l' uso giuridico... GAY identifica soltanto il MASCHIO sessualmente attratto SOLO DA ALTRI MASCHI... quindi tutte le tipologie sessuali non rientranti in questa potrebbero avere difficolta nel pubblicizzare le proprie campagne all' interno di tale dominio... la lotta contro la infibulazione, la sensibilizzazione contro il tumore alla mammella, le tematiche psicologiche legate all' utero in affitto come fanno ad entrare giuridicamente in un dominio di primo livello esclusivamente maschile? oppure i bisessuali che sono nella fase di graduale accettazione della loro parte omosessuale potrebbero trovarsi a disagio nel sentirsi rappresentati validamente in un dominio che per definizione esclude la loro parte eterosessuale... come vedi vi sono una gran quantita di motivi per ritenere valido il principio, e magari anche di estremizzarlo, ma resta comunque squallido che ancora oggi, in questo pianeta, si miri ad un cammino di ulteriore classificazione ed etichettatura delle persone baciotto

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dan 1.9.16 - 8:49

Ennesimo post fallimentare... 1) Internet esiste PRIMARIAMENTE a livello commerciale. E' giustissimo che lascino precedenza alle aziende. SOPRATTUTTO ora che farà PIL. SVEGLIA!!! 2) Siti gay con suffisso "gay" non sono altro che l'ennesima auto-ghettizzazione. Ri-SVEGLIA!!!!!

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