GRANDI AZIENDE PARLANO GAY

Gay.it chiude l'anno con un importante risultato: decine di imprese a livello nazionale e internazionale hanno fatto pubblicità sul nostro sito. Un evento, in un mercato ancora un po' bigotto.

GRANDI AZIENDE PARLANO GAY - pic pub uk gay com - Gay.it
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PISA – Ammettiamolo subito: questo è un articolo auto-celebrativo. E’ però doveroso farlo, quando si raggiunge un risultato importante. In questo caso il risultato c’è stato. Provate a dare un’occhiata alla pagina “Grandi Campagne” su Gay.it. Vi troverete elencati gli sponsor che nel corso degli ultimi mesi hanno scelto il primo sito gay e lesbico italiano per la loro pubblicità.
Non è una cosa da poco: in Italia, la stampa e la comunicazione legata al mondo omosessuale fatica non poco a trovare credibilità presso le grandi aziende. Ogni rivista gay sa benissimo, ad esempio, che per trovare pubblicità deve rivolgersi agli esercizi commerciali gay, e che da parte delle grosse società italiane troverà un muro difficile da rompere. Il nostro sito, nel corso degli anni, è però riuscito a sgretolare questo muro, e a compiere un lavoro di apertura verso le grandi aziende, che alla fine è stato premiato.
«So bene che gli operatori dei centri media e delle agenzie di pubblicità che ci propongono ai loro clienti, tante volte si saranno sentiti dire “sì, sì va bene i gay sono un target interessante, anche il media è ben strutturato…ma per ora preferiamo di no” – spiega Andrea Mariotti, Sales Manager di Gay.it – Questo vuol dire ore ed ore di lavoro di analisi dei dati di traffico, di studio della profilazione del target, di strategie per la presentazione del piano ecc ecc, insomma ore di lavoro bruciate in un rifiuto un po’ bigotto e un po’ troppo poco coraggioso».
Ma dopo decine e decine di rifiuti, si arriva finalmente a dei risultati positivi. «Da parte mia sono certo che, così come è già successo e continua ad accadere in America, Inghilterra, Francia, Spagna insomma nel resto del mondo industrializzato, anche qui in Italia le aziende che investono nella comunicazione indirizzata alla comunità omosessuale riscontrano e riscontreranno gratificazione in termini di vendite; si sa i gay preferiscono avere a che fare con chi si propone come friendly piuttosto che con gli omofobi, o sbaglio?».
E in effetti le proposte verso gli utenti di Gay.it si sono moltiplicate e diversificate: si va dall’auto ai cellulari, dai servizi internet a quelli bancari. E tante case di distribuzione cinematografiche che si rivolgno al pubblico omosessuale. Una varietà di offerta che a volte rischia addirittura di turbare i visitatori di Gay.it, che si scontrano con una quantità di banner, pop-up e pop-under presenti sul sito. «I nostri utenti che “sopportano” tutte queste pubblicità – commenta Mariotti – le sopportano talmente bene che poi va a finire che ne approfittano, quando le offerte sono vere e non fittizie; s’intende, gay sì, fessi no!»
«Gli omosessuali sanno benissimo che il riconoscimento ricevuto “dal mercato” è vitale per la nostra comunità – è la riflessione che fa il Sales Manager di Gay.it – Essere un “segmento di mercato”, un “target”, vuol anche dire che il mondo comincia a capire che i gay ci sono anche in Italia e ce ne sono tanti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la percentuale di omosessuali nella popolazione varia tra il 5 ed il 10%, ciò vuol dire che, se in Italia siamo 60 milioni, mal che vada ci sono 3 milioni di gay e lesbiche… Ma viva Dio che il mercato se n’è accorto! Forse così facendo pian piano se ne accorgeranno anche i nostri politici, ed anzichè far tante chiacchiere cominceranno a legiferare di conseguenza!»
Insomma, in un mondo come il nostro, un risultato come quello che appare nella pagina “Grandi Campagne” rappresenta un passo in avanti concreto della comunità omosessuale, per il quale occorre ringraziare agenti di vendita, aziende, centri media, ma anche e soprattutto tutti gli utenti di Gay.it.

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