Nel mese di marzo Youtube ha fatto nascere la modalità Restricted, che ha di fatto ‘filtrato’ migliaia di video a tematica LGBT perché segnalati come ‘non adatti’ ad un pubblico di minori.
Censura da tag che ha coinvolto Youtuber con milioni di follower, ma paradossalmente anche videoclip di popstar come Lady Gaga, Katy Perry, Miley Cyrus. Le polemiche sono state enormi, perché la modalità introdotta ha ‘censurato’ video di qualsiasi genere solo e soltanto perché a tematica gay, con Johanna Wright, vice presidente di YouTube, che ieri ha ufficialmente chiesto scusa per l’inconveniente, annunciando un miglioramento della funzionalità ‘Restricted’ e il ritorno online di oltre 12 milioni di video.
“Dopo un’indagine approfondita abbiamo iniziato a fare diversi miglioramenti nei confronti della modalità limitata. Dal lato tecnico, abbiamo risolto un problema che filtrava in modo errato i video, tant’è che ora sono tornati disponibili 12 milioni di video di tutti i tipi, inclusi centinaia di migliaia di contenuti LGBT”. “Chiariamo che la modalità Restricted non dovrebbe filtrare i contenuti appartenenti ad individui o gruppi basati su determinati argomenti come genere, identità di genere, punti di vista politici, razza, religione o orientamento sessuale“.
Un passo importante, dopo il caos esploso nel mese di marzo, con Youtube che ha inoltre annunciato l’arrivo di un inedito form in cui gli utenti potranno segnalare un eventuale e ‘inappropriato’ filtraggio dei propri video in ‘modalità Restricted’. Un mese fa, quando la polemica si diffuse a macchia d’olio sui social con l’hastag #youtubeisoverparty, il colosso replicò con fare ambiguo e poco apprezzato dagli utenti e dalla comunità LGBT: “Siamo orgogliosi di rappresentare i temi LGBTQ+ sulla nostra piattaforma, i video LGBTQ+ sono disponibili anche con la modalità ristretta, ma alcuni, che trattano temi più sensibili, potrebbero non essere disponibili“.
Oggi, finalmente, il passo indietro.
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Ci sarà sempre questo contrasto fra gli interessi economici di Youtube da un lato e la censura di una parte dei religiosi o politici bigotti. Dovranno scegliere tra i diritti umani e civili e il business, in certi Paesi come la Russia non potranno farlo per legge.