Se la perdita dei capelli vi angoscia più dell’ attesa dell’ ultimo album di Renato Zero, un raggio di speranza arriva dal successo, annunciato sulla rivista Nature, di un esperimento di trapianto davvero singolare. Colin Jahoda, biologo dell’università di Durham, ha prelevato alcune cellule dal proprio cuoio capelluto, le ha trapiantate sul braccio della moglie, ed ha poi ritrasferito i capelli che ne erano nati sulla propria testa.
So che il primo impulso sarebbe dire “che schifo”, ma cercate di fare i “maschi” e non fatevi ingannare dalla stravaganza dell’esperimento: l’importanza del risultato e’ nel fatto che, sebbene donatore e ricevente non fossero consanguinei, il trapianto è riuscito senza che vi fosse rigetto, dimostrando che i tessuti di un completo estraneo, anziché’ scatenare la consueta reazione di rifiuto del sistema immunitario, sono accettati bene dall’organismo. Talmente bene che, tre settimane dopo sul braccio della signora, le cellule del marito si erano trovate talmente a loro agio da aver insegnato all’epidermide della donna a produrre capelli. Capelli geneticamente maschili, che tuttavia combinavano alcune caratteristiche sia del donatore che della ricevente.
Attenzione però! Non fatevi prendere dall’entusiasmo… per chi soffre di “alopecia androgenetica”, nome tecnico della calvizie ereditaria di cui si lamentano milioni di maschi, e’ troppo presto per buttare i vostri parrucchini, o rifiutare i farmaci e gli autotrapianti La tecnica per adesso coinvolge interventi di microchirurgia troppo complessi per diventare di routine. Inoltre, non si sa ancora quanto siano resistenti i capelli trapianti ne se cresceranno con tutte le caratteristiche richieste dall’estetica. Restate calmi quindi e continuate ad aspettare l’ultimo album di Renato Zero.
Percorsi online sulla calvizie
Tra tanti demiurghi, aspiranti tricologi e trichechi, l’unico sito che ci pare un pò più serio degli altri ci sembra questo: www.anagen.net
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