ANCHE LA LECCISO VUOLE I PACS!

Intervista verità con il personaggio più discusso del momento. Che per la prima volta sarà in una disco gay: "Chissà cosa mi accadrà". E parla di Al Bano, della musica e del trash.

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9 min. di lettura

PISA – Lasciate ogni pregiudizio voi che leggete! A dispetto di chi la descrive come la pseudo-diva cinica, odiosa e ubriaca di successo, Loredana Lecciso, che il 18 febbraio presenta il suo singolo di debutto “Si vive una volta sola” alla gay-disco Hub di Lucca, si rivela, invece, una donna disponibile e con tanta voglia di parlare e di confidarsi… Loredana accetta di confrontarsi su moltissimi temi: i gay, la musica, il rapporto con Romina, le critiche di cui è bersaglio e le sue emozioni. E perfino riesce a sorprenderci parlando con facilità di problemi della comunicazione neanche fosse Marshall McLuhan. In quest’intervista scoprirete una Lecciso nient’affatto ingenua e rozza come sono soliti presentarcela…
Loredana perché i gay ti adorano? Non sarà che ti invidiano le mise da gran soirée?
Secondo me perché vedono che sono una donna coerente con le mie scelte che va avanti per la sua strada anche in una società che spesso cerca di condizionarti. Credo che la gente apprezzi questo mio vivere la vita in maniera coerente con la mia volontà nonostante i fattori esterni che cercano di cambiarti.
Se si parla di famiglia tu sei un’esperta: cosa ne pensi del Pacs? Sei d’accordo con chi dice che il Pacs mette in pericolo la famiglia tradizionale?

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Sul Pacs sono d’accordissimo, mi sembra ingiusto che ci siano coppie che non sono tutelate nei loro diritti. Per esempio possono esserci due persone che si amano da anni ma se uno è in ospedale e ha bisogno di assistenza l’altro per la legge non è nessuno è non ha il diritto di accudirlo o di essere consultato per delle decisioni importante. Ritengo quindi i Pacs una richiesta più che giustificata. Discorso diverso le adozione, andrei molto più cauta su quella strada.
Hai amici gay?
Si ho molti amici gay e mi trovo molto bene con loro.
Sabato 18 febbraio sarai ospite all’Hub, la discoteca gay di Lucca. Ti è già capitato di fare una serata in una discoteca gay? Sai cosa ti aspetta?
E’ la prima volta che partecipo ad una serata gay (ma l’11 febbraio è in una discoteca gay a Torino, ndr). Mi chiedi se so cosa mi aspetta? (sorride) Cosa dovrei aspettarmi? Niente di particolare credo che sarà una serata normale… cosa mi dovrebbe succedere?
Parliamo di musica. Da due mesi è uscito il tuo singolo “Si vive una volta sola”, peraltro molto apprezzato nelle discoteche gay. Come mai hai deciso di misurarti con il canto?

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Non parlerei di “misurarmi con il canto”, è stato più che altro una voglia di provare, uno sfogo, un momento liberatorio…
…in effetti il testo è molto autobiografico, descrive i tuoi desideri e sembra anche rispondere a molte accuse che ti sono state rivolte…
…infatti pur non avendo scritto io il testo della canzone mi rispecchia molto, ribadisce la mia determinazione nel voler vivere la mia vita secondo la mia volontà senza essere condizionata da quello che dice la società…
A proposito del testo della canzone, è un caso che sia scritto dallo stesso paroliere di Julio Iglesias?
Sì, è un caso e ne sono fortemente onorata.
Il fatto che tu abbia sperimentato il canto non è forse una sorta di sfida ad Al Bano, o forse addirittura a Romina Power, sul loro stesso terreno?
No, assolutamente no. Con Albano non c’è proprio paragone. Lui è la storia della musica italiana e lo apprezzo e lo rispetto moltissimo come cantante. E’ proprio il mio amore e la mia passione per la musica che non mi fa neanche pensare lontanamente di paragonarmi ad Al Bano, sarebbe come profanare la musica. Per il rispetto che ho di lui non può decisamente esistere confronto… e confronto non può esserci neanche con Romina. Lei non fa parte della mia vita, non è parte della mia vita se non di riflesso. Io ho avuto due figli con Albano, non con Romina…
…una volta hai dichiarato che nella tua storia è sempre stato presente il suo “fantasma”…

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…ma la cosa non riguarda me, riguarda Al Bano. E’ una cosa che fa parte della sua esistenza e che avrebbe dovuto risolvere lui… Il suo passato con Romina riguarda lui, non è un problema che fa parte della mia vita… è come quando sei in autostrada, cerchi di stare sulla tua carreggiata, tieni dritta la tua rotta ma può capitare che qualcuno invada la tua corsia, ma ciò non dipende da te; devi solo farci attenzione e cercare di rimediare…
Molti ti accusano di non saper far niente, di non aver talento e di essere diventata famosa solo per il tuo matrimonio e per il gossip mediatico che si è creato intorno a te. C’è chi ti ritiene la “regina del trash”, come il professore di Estetica Stefano Zecchi, o chi, come Walter Veltroni, invitato da Bonolis, nella sua intervista per immagini, a commentare la tua foto ha risposto un po’ sprezzantemente: “non mi viene in mente niente” Cosa rispondi a queste critiche?

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Può capitare a tutti di avere, a volte, dei vuoti mentali… Evidentemente anche una persona di spessore come il sindaco Veltroni, in quel momento, navigava nel vuoto… Comunque meglio vedere il niente piuttosto che disprezzare e ricoprire di apprezzamenti negativi. Per quanto riguarda il non saper far nulla… E’ bene ricordare che in Italia non esiste solo Al Bano, ci sono moltissime altre mogli o compagne di personaggi famosi che non hanno successo. Sicuramente il fatto di essere la moglie di un cantante popolare è stato il punto di partenza, è stata la scintilla che ha acceso l’attenzione su di me, altrimenti adesso non sarei neanche qui a rispondere alle tue domande. Ma penso che la curiosità per “la moglie di…” possa durare solo per un po’ di tempo… se l’interesse continua ci deve essere qualche altra cosa… So bene di non essere Carla Fracci quando ballo, così come so di non avere la voce della Callas, ma se c’è molta attenzione su di me, se si continua a parlare di me qualche motivazione ci deve essere, magari ci sono altre qualità per cui il pubblico si interessa a me.
A proposito del “trash”?
Mi pare che spesso in Italia ci si innamora di alcune parole, molte volte straniere, che poi tutti vogliono inserire dappertutto e a proposito di qualsiasi cosa. Recentemente si è avuto lo stesso fenomeno con “rock” e “lento” di Celentano. Nel momento in cui ho iniziato con le mie partecipazioni in tv era il periodo della parola “trash”, ed era tutto un riempirsi la bocca con questo termine. Ma credo che il vero trash sia il calcare la mano nel giudicare trash qualcuno e qualcosa. E poi secondo quali criteri si stabilisce cosa e quanto è trash? Mi terrorizza molto di più questo trash mentale che quello estetico. In fondo a un vestitino troppo appariscente o a una extension troppo lunga si può rimediare con un sarto o un parrucchiere ma per il trash mentale ci vuole un bravo specialista. I miei balletti erano innocui, il fatto che dappertutto si parlasse di ciò era forse più trash… perché mezza Italia parlava dei miei balletti?
Passiamo a domande un po’ più intime per capire le tue emozioni e le tue sensazioni…
continua in seconda paginaPassiamo a domande un po’ più intime per capire le tue emozioni e le tue sensazioni. Di chi o di cosa hai paura nella vita?
La cosa che più mi terrorizza sono le malattie, è un mio limite… Ma ciò che più mi fa paura è l’idea di sopravvivere ai miei figli. La sofferenza di tutte le persone care, delle persone a me vicine, mi spaventa. Grazie a Dio per ora non mi è capitato nulla del genere ma è una cosa che davvero mi terrorizza.
Chi o cosa odi?
Più che odiare mi capita di provar rabbia, magari anche forte e a 360 gradi se ritengo di aver subito un torto da qualcuno. Ma poi ho la capacità di rimuovere e di perdonare. Le cose brutte con il tempo si cancellano e alla fine rimangono le cose belle. Questo è un bel dono che ho ricevuto!
C’è qualcuno che ammiri?
Ammiro le persone che sanno concedersi agli altri. Anch’io vorrei essere più predisposta verso gli altri e meno nei miei confronti, non solo per essere più buona… Forse per una mia incertezza o insicurezza, l’essere predisposta verso gli altri mi farebbe stare meglio con me stessa.
Quindi un altruismo raggiunto tramite un po’ di sano egoismo…
Loredana c’è qualcosa che vorresti fare più spesso?

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Vorrei sempre poter continuare ad agire in piena libertà. Spesso la vita rischia di essere condizionata da elementi che non ti appartengono ma io spero di avere la forza di agire in maniera libera, di poter portare avanti con determinazione le mie scelte sempre col rispetto nei confronti degli altri, che da parte mia non è mai venuto meno. Vorrei quindi poter continuare a vivere la mia vita.
C’è qualcosa nella tua vita che assolutamente non rifaresti?
Di errori credo di averne fatti abbastanza ma li rifarei perché sono parte di me e eliminarli sarebbe come buttare via una parte della mia vita e questo non mi va. A distanza riesco a comprendere gli errori ma mi rendo conto anche che sono parte di me, che servono a “bilanciare” un’esistenza; sono un mordente, sono uno stimolo che ci aiuta a migliorare e ad andare avanti. Non è giusto cancellarli.
Dobbiamo parlare anche di politica… Qualche giorno fa i giornali hanno scritto di una tua candidatura nelle liste di Forza Italia alle elezioni politiche del 9 aprile. Si è detto che sarebbe stata proprio una volontà di Berlusconi, mentre la dirigenza pugliese del suo partito sarebbe stata contraria. Ne sai qualcosa? C’è del vero?

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Ecco appunto, a me non è stato mai chiesto nulla e neanche io ho chiesto di candidarmi… L’interesse per la politica deve maturare da dentro, deve rispondere ad una volontà personale ed è necessaria una certa preparazione. Io mi dedico al sociale con piccole opere ma non è mia intenzione entrare in politica… Più che altro tutto ciò mi incuriosisce…. Anzi credo che certe operazioni mediatiche siano fatte proprio per suscitare curiosità e interesse; come per la storia di Sanremo… Io non sono mai stata contattata dagli organizzatori né ho mai chiesto io agli organizzatori di partecipare al Festival. Eppure da due anni, ogni volta, rispunta la storia della Lecciso a Sanremo e a ruota la smentita dei responsabili del Festival che affermano di non volermi… Ma chi ve l’ha chiesto di venire?! Ma cosa smentite?! Credo che sia tutta una cosa per richiamare l’interesse e per farsi pubblicità, qualcosa di costruito ad arte forse proprio dagli organizzatori stessi… A Lecce c’è un detto che fa “Mamma lu Cicciu me tocca!… Toccame Cicciu che mamma nun vede”… mi pare che si adatti perfettamente alla situazione.
Abbiamo quindi appurato che non ti vedremo a Montecitorio…

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No, anche perché non basterebbe solo la candidatura ma ci vorrebbe anche l’elezione (sorride ndr)… Credo che siano solo trovate pubblicitarie…
Ecco allora Loredana, quali sono i tuoi prossimi impegni lavorativi?
Fino a maggio proseguirò con Buona Domenica. E poi mi aspetta uno spettacolo teatrale. Ritengo che il teatro sia una dimensione più umana rispetto alla televisione… Anche la tv è diretta, ma credo sia più filtrata, ha come un meccanismo che blocca, nel teatro c’è un contatto più personale e umano… un po’ come io e te in questo momento, tu stai scoprendo me tramite delle domande ma da queste stesse domande anch’io riesco a capire qualcosa di te… Tv e giornalismo invece sono un ulteriore passaggio rispetto al primo contatto umano che alterano il messaggio…
Ma ci puoi anticipare qualcosa riguardo a questa tua futura attività teatrale?

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Per ora posso solo anticipare che sarà una commedia brillante, sto ancora valutando quale sia la migliore per me tra tre proposte.
Dobbiamo aspettarci una “nuova Loredana”?
No, non ho voglia di cambiare, sono sempre la stessa da quando sono nata. Non mi sforzo di dimostrare agli altri qualcosa di differente da quello che sono in realtà. Vivo la mia vita, non cerco di apparire come gli altri desiderano; sono gli altri che, conoscendomi, possono riuscire ad avvicinarsi a me. L’importante è dunque andare avanti nel proprio percorso senza farsi condizionare. E nel mio futuro ci potrà essere ancora lo spettacolo o se non ci sarà non importa, ciò che conta è continuare a vivere la mia vita senza condizionamenti… Nella vita non è importante il “cosa” si fa, ma il modo in cui si fa, il “come”.
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di Gianni Nencini

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