In Giordania, Paese che spesso si professa come una culla della tolleranza in un mare magnum di conservatorismo orientale, è stato recentemente vietato il concerto di una famosa band locale, i Mashrou’ Leila (tradotto “Il progetto di Leila”), al Teatro Romano di Amman poiché secondo il governatore Khalid Abu Zeid i loro testi “contraddirebbero” le credenze di tre dettami religiosi: Islam, Cristianesimo e Giudaismo.
La band (di cui potete ascoltare i brani qui) è famosa per i suoi pezzi dal sound alternativo, accompagnati frequentemente da violini con testi in arabo piuttosto pop che affrontano tematiche “scottanti”: corruzione, censura, violenza e libertà sessuale. Il gruppo è infatti un punto di riferimento per la comunità LGBTI araba e il coming out del cantante è stato solo la punta dell’iceberg di un percorso volto alla sistematica trattazione di tematiche legate al mondo omosessuale.
Inizialmente il Dipartimento delle Antichità della Giordania aveva affermato che non avrebbe consentito lo show al Teatro Romano poiché avrebbe contraddetto “l’autenticità” di un luogo così antico. Firas Abou Fakher, il chitarrista della band, ha rivelato di essere rimasto sconvolto dopo aver appreso del provvedimento: “Avevamo già suonato nel sito tre volte. Con la pressione attuale credo che sarà molto dura per noi continuare a suonare in Giordania. È davvero triste quello che sta accadendo oggi nel mondo arabo, c’è una catastrofica ascesa della soppressioni delle arti libere, e la nostra notorietà ci ha resi ancor più bersagli di questa censura”.
L’analista Hosni Ayesh afferma infatti che questo progressivo conservatorismo del mondo arabo sta investendo anche la Giordania, e dal 2011 ad oggi cresce sempre più: “Il governo non avrebbe bannato questa performance se la società fosse più aperta e tollerante“. Anche la giornalista Sara Qudah è d’accordo: “Alcune forze in Giordania rigettano le nuove culture, e questa forza negativa sta crescendo lentamente nella nostra popolazione”.
La band, tra le altre cose stava promuovendo il nuovo album “Ibn El Leil” (tradotto “Figlio della notte”) e l’immagine della cover è quella di un uomo con le ali e una maschera da lupo: moltissimi media locai hanno parlato di rappresentazione del demonio. In un post su Facebook (qui per leggerlo interamente, c’è anche la traduzione in inglese) di pochi giorni fa i ragazzi hanno annunciato ai fan che le autorità avevano bloccato ogni permesso e che non gli sarà più permesso suonare in quella venue. “Vi promettiamo che continueremo a scrivere di amore, e col desiderio di diffondere amore. Combatteremo, come abbiamo sempre fatto, per il nostro diritto di suonare liberamente la nostra musica e di esprimere i nostri pensieri. Sollecitiamo i nostri colleghi musicisti in tutto il mondo a continuare a produrre musica che combatte gli status quo, nonostante le difficoltà che si incontrano. Speriamo caldamente che le autorità prendano la giusta decisione, così da potervi vedere presto”.
Il concerto era previsto per domani, e non ci sono ancora novità a riguardo. Continuiamo a sperare insieme ai Mashrou’ Leila che la libertà di espressione gli venga restituita.
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