Alice e i Bluvertigo fanno una bella accoppiata: lei e Morgan si conoscono ormai da tempo. I due si trovavano sempre insieme ai concerti dei grandi musicisti internazionali (da Sakamoto a Gabriel) e scoprirono così di avere molto in comune. Poi, forse complice il solito Battiato, nacque un’amicizia che è diventata anche artistica. A dir la verità, Alice è la sola artista italiana, insieme a Battiato e a Nada, che frequenta assiduamente le migliori nuove tendenze musicali della giovane avanguardia: l’abbiamo vista non solo con i Bluvertigo ma anche con i Soerba, quando non ha fatto incursioni nella scena musicale internazionale chiamando Skye dei Morcheeba a cantare “Open your eyes” (dopo che non era riuscita ad avere Tracey Thorn degli Everything but the girl).
“Oper your eyes” è inserita anche nella raccolta uscita con il brano sanremese “Il giorno dell’indipendenza” e dal titolo “My personal juke box”. Alice reinterpreta i vecchi successi e propone un percorso che parte da lontano: da “Il vento caldo dell’estate” ad oggi. C’è un’interessante versione di “Chan-son Egocentrique” interpretata insieme ai Bluvertigo, le nuove versioni di “I treni di Tozeur” e “Per Elisa”, e le migliori e più recenti interpretazioni anni Novanta come “In viaggio sul tuo viso”, “Non ero mai sola”, e “Dimmi di si”.
Con questa raccolta di successi rivisitati, Alice tenta indubbiamente i recuperare un rapporto con il grande pubblico, dopo essere stata definita per anni una cantautrice raffinata e talvolta elitaria. A differenza di Franco Battiato che è sempre riuscito a conciliare ricerca musicale e popolarità, e al quale può essere accostata per il gusto della ricerca e l’attenzione all’evolversi della canzone italiana, Alice per anni ha fatto un percorso lontano dalle mode commerciali spaziando anche nei territori della musica sacra, interpretando grandi musicisti internazionali come Gavin Bryars, Arvo Part ed Eleni Karaindrou (in “God is my dj”), e della musica classica, cantando Faurè, Ravel e Satie (nell’albun “Melodie passagère”). I risultati eccellenti che Alice ha raggiunto non potevano tuttavia essere premiati da un successo di vendite, vista la particolarità dei progetti musicali portati avanti, ma rimangono comunque le prove più suggestive della cantante forlivese, che riesce ad unire le diverse forme artistiche mettendo in musica perfino la letteratura come ha fatto con Pasolini in “La recessione”, brano contenuto nel cd “Mezzogiorno sulle alpi”, e poi con Baudelaire e Else Lasker Shuler in “Exit”.
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