Chi dice o crede che per trasmettere delle emozioni servano scenografie megagalattiche, coreografie sensazionali condite da migliaia di spettatori sugli spalti non sempre ha ragione.
Ed anche chi, pensando a Nada, rammenta un’interprete di canzonette degli anni ’70 orecchiabili e carine, riapparsa brevemente negli anni ’80 con un look rinnovato, può cancellare quelle immagini. Nada non appartiene a tutta quella serie di cantanti, cosiddetti trash, le cui canzoni le riascoltiamo spesso nei programmi revival nelle radio e discoteche per il loro contenuto leggero e l’aria “festaiola”. Sicuramente del suo repertorio in programmi come questi non sfigurerebbero brani mitici come la canzone del suo esordio a Sanremo nel 1969, appena teen ager, “Ma che freddo fa”; oppure “Pà diglielo a mà” in coppia con Rosalino Cellammare alias Ron del 1970; o ancora il brano con il quale , sempre a Sanremo ha conquistato il podio di vincitrice: “Il cuore è uno zingaro” del 1971. E poi “Il re di denari” del 1973 classificatasi terza ; le e due hits “Ti stringerò” e “Amore disperato” rispettivamente del 1982 e 1983. Ma Nada è molto di più e meriterebbe maggiore attenzione da parte del pubblico ed un posto d’onore tra le signore della musica italiana.
Nel 1973, ancora giovanissima e forse stufa di essere considerata una ragazzina prodigio sforna –successi (la chiamavano “il pulcino di Gabbro”) Nada incontra Piero Ciampi poeta e cantautore, livornese come lei, e dal loro incontro ne nasce un album bellissimo, “Ho scoperto che esisto anch’io”, sicuramente un disco un po’ difficile per coloro che erano abituati alla sua precedente produzione ma dove dimostra le sue doti di grande interprete, dal timbro vocale inconfondibile e capace di provocare un’intensa partecipazione emotiva nell’interpretare la grande poesia di questi brani. Un disco questo, come scrive giustamente Vincenzo Mollica nella ristampa dello stesso in cd del novembre 1995, che può valere un’intera carriera, da conservare come i romanzi e le poesie che più amiamo, « tra le emozioni che anche nella notte più nera ti fanno intuire dove va a sbattere la verità».
Sanno bene coloro che hanno seguito e seguono la carriera di Nada da molti anni che sin da allora la sua esperienza artistica non è rimasta circoscritta al mondo della canzonetta o della canzone d’autore ma ha affrontato anche esperienze teatrali che l’hanno forse un po’ tenuta nascosta al grande pubblico della tv e dei media in genere. Negli anni 1994-95 per esempio girava i teatri con gli ultimi trionfatori del festival di Sanremo, la Piccola Orchestra Avion Travel, riproponendo gran parte del suo repertorio in versione acustica. Nel 1999 torna addirittura a Sanremo con un brano molto bello “Guardami negli occhi” accompagnato da un album, “Dove sei sei”, di cui è autrice di parole e musica.
Ma veniamo al presente. Siamo nel 2000 e Piero Ciampi è morto da 20 anni. Nada è in tournèe nei teatri italiani per celebrare il ventennale della morte del suo amico ed artista livornese. Lo scorso 31 marzo ha debuttato a Collesalvetti in provincia di Livorno per approdare poi a Pisa il 3 aprile, dove ho avuto la fortuna di poter assistere. Il pubblico non è numerosissimo, la scenografia consiste solamente in una sedia ed un’asta per microfono, un pianoforte a sinistra e alcuni sax a destra. Al pianoforte una delle più importanti musiciste jazz italiane: Rita Marcotulli; al sax l’argentino Javier Girotto al centro del palco solo lei, Nada, sobriamente vestita. Con una capacità canora unica e con un intensità emotiva incredibile, canta, recita, racconta del suo incontro con Piero Ciampi, episodi della sua vita artistica, e … incanta! Le emozioni si inseguono, la musica la accompagna talvolta timidamente, il pubblico segue con un silenzio quasi sacro che si interrompe solo per i fragorosi applausi che sembrano talvolta incrinare l’atmosfera che riesce a creare nel teatro.
Insieme ai brani di Ciampi ripropone anche alcuni dei suoi maggiori successi in una chiave del tutto nuova e anche “Ma che freddo fa” da canzonetta si fa poesia. Uno spettacolo sicuramente da non perdere, dove protagoniste assolute sono le emozioni che scaturiscono da un apparato sicuramente scarno di effetti ma ricco di contenuti e di capacità professionale e artistica della Signora Nada Malanima.
di Francesco Belais
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