Tre voci, e anche tre abiti con trucco e parrucco perfetto, che riscaldano le mura spoglie e dal passato industriale dello Spirit de Milan, da tempo consacrate allo swing meneghino.
Le Sorelle Marinetti tornano con La Famiglia Canterina, il nuovo disco che raccoglie le canzoni dello spettacolo con cui hanno attraversato l’Italia di teatro in teatro. Un viaggio che si somma a quello negli anni ’30 in cui Turbina, Elica e Scintilla, al secolo Nicola Olivieri, Matteo Minerva e Marco Lugli, ci conducono in maniera timidamente sensuale, come direbbe Turbina, caratteri che a loro dire hanno conquistato il pubblico femminile “Forse è una femminilità che non ritrovano più“.
Guidate come sempre dal maestro Christian Schmitz e di nuovo accompagnate da Francesca Nerozzi e Jacopo Bruno e da alcuni elementi dell’Orchestra Maniscalchi, con cui possono andare oltre alla formula del trio vocale e addentrarsi in un altro tipo di musica. E se per me il canto armonizzato del Trio Lescano e di altri interpreti dell’epoca ha l’eco delle canzonette fischiettate da mio nonno, in uno strano impasto tra cultura condivisa e filastrocche d’infanzia, il gusto retrò non esaurisce il discorso su un progetto che ha rivelato un equilibrio sottile: tra il virtuosismo di un repertorio vintage difficile da avvicinare e una performance percepita fresca e attualissima.
Come attuale è stata la loro risposta all’ostruzionismo della giunta di Varese, a guida PD, verso il Varese Pride, esponendo la bandiera rainbow al teatro della città nel giorno del loro spettacolo.
Se davvero di “nostre zie” si può parlare, di certo non si tratta di quelle che ti chiedono “e la fidanzatina?”, sia lodato lo swing.
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Non sono d'accordo purtroppo il web accelera la distanza tra realtà e le poche persone che si conoscono. Soprattutto in provincia la femminilità esiste ed è quella di una volta. È lo stesso errore che si fa pensando che gli USA siano le due "coast" NYC e la California salvo poi sorprendersi che Trump sia eletto. Dall'America vera, profonda. Reale.