Una locandina annuncia una mostra d’arte sui sette peccati capitali e scoppia la polemica contro “la nuova frontiera dell’arte omosessuale”. Succede a Torino, dove il prossimo 17 ottobre si inaugura la Mostra Internazionale di Arte LGBTE il cui tema quest’anno è S.A.L.I.G.I.A, acronimo che rappresenta i sette peccati capitali, appunto. Il guaio è che la mostra è (o sarebbe meglio dire, era) patrocinata dal comune di Torino e che la locandina non è proprio andata giù ad alcuni esponenti della destra locale, a cominciare dal capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone.
L’immagine, che potete vedere qui accanto, ritrae una donna obesa nuda che calpesta immagini sacre. Nell’idea degli organizzatori della mostra, rappresenta la superbia.
“Una obesa nuda che calpesta le immagini di Gesù Cristo e della Vergine Maria: ecco la nuova frontiera dell’arte omosessuale che il Comune di Torino ha ritenuto di voler promuovere con il patrocinio della Città e, chissà, magari anche con finanziamenti – tuona Marrone in un comunicato stampa -. E’ questo il rispetto e la cultura dimostrati da quel mondo gay sempre pronto a piangere nel circo mediatico il proprio vittimismo, pretendendo di introdurre un reato di opinione con la scusa del contrasto all’omofobia?
La sinistra davvero intende inseguire l’associazionismo omosex in questa ultima inaccettabile provocazione? Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui, soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt! Esigiamo l’immediato ritiro del patrocinio comunale da questa porcheria e le scuse pubbliche del Sindaco Fassino per questo scivolone imperdonabile!”.
Non ha letto, Marrone, il tema della mostra e non ha capito, dunque, che quella immagine si riferisce al peccato della superbia, che insieme a lussuria, accidia, gola, ira, invidia e avarizia, costituiscono l’argomento dell’evento. Nessun oltraggio alla religione, dunque, nelle intenzioni dell’associazione Koiné che organizza la mostra, ma al contrario, proprio la rappresentazione di quello che la religione cattolica considera un grave peccato.
“La nostra rassegna – hanno fatto sapere dall’organizzazione – intende promuovere gli artisti LGBT ma da quest’anno abbiamo aggiunto una “e” per comprendere anche il mondo etero. E la fotografia di Mauro Pinotti ha come unico intento quello di mettere in risalto la donna. Non di calpestare la religione”.
Intanto, però, travolto dalla polemica, alimentata anche dal vicepresidente vicario del consiglio comunale Silvio Magliano (NCD) che aveva promesso di intervenire presso la giunta, l’amministrazione di Torino ha deciso di ritirare il patrocinio all’evento.
“Prima di dare il patrocinio alle iniziative – ha spiegato l’assessore alla cultura del capoluogo piemontese Maurizio Braccialarghe – valutiamo la serietà dei progetti presentati. In questo caso, nessun elemento inviatoci poteva far pensare all’utilizzo di un’immagine che riteniamo lesiva della sensibilità di molti. Dopo aver visto la locandina oggi la Giunta, all’unanimità, ha deciso di revocare il patrocinio all’evento”.
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