Non c’è pace per la legge contro l’omofobia. Ed è strano, visto che la Camera è riuscita ad approvarla – 228 i favorevoli, 57 i contrari – dopo anni di tentativi finiti nel nulla. Il risultato scontenta le associazioni lgbt e i partiti che hanno dato voto contrario: Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, oltre – per motivi diversi – PDL e Fratelli d’Italia. Saltato l’accordo col centrodestra, il relatore Ivan Scalfarotto ha trovato un nuovo patto, questa volta con Scelta Civica . Il prezzo, però, per qualcuno è stato troppo alto. Un emendamento, infatti, ha introdotto una tutela per chiunque esprima opinioni omofobe all’interno di organizzazioni come sindacati, strutture sanitarie, chiese e partiti politici.
La legge a tutela delle vittime è diventata a tutela degli omofobi, secondo le associazioni lgbt. Di fatto, difficilmente potrà essere utilizzata da un giudice per condannare gli omofobi che avranno la possibilità di organizzarsi in una delle associazioni protette dall’emendamento per non essere perseguiti. Un appello perché il PD ritirasse quella parte di legge – “emendamento vergogna” è stato chiamato in aula da una parte del M5S – è arrivato anche da Sergio Lo Giudice, senatore del PD, lo stesso partito del relatore Scalfarotto.
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