Arrestate martedì scorso 7 persone a Manhattan a seguito di un blitz del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale nel quartier generale di Rentboy.com, sito per escort con 10.500 accompagnatori in 2.100 città in tutto il mondo.
Gli agenti hanno arrestato anche l’amministratore delegato, Jeffrey Hurant.
L’operazione e’ stata condotta nell’ambito delle indagini per riciclaggio di denaro e prostituzione.
Secondo l’emittente americana Nbc, gli agenti del Dipartimento per la sicurezza interna accompagnati da alcuni uomini della polizia di New York, hanno fatto irruzione nella sede, tra la 14° Strada e la Quinta Avenue. I poliziotti hanno portato via numerose scatole.
Su Rentboy.com, che si definisce “il sito mondiale per incontrare il perfetto accompagnatore o massaggiatore”, donne o uomini possono scegliere i gigolò in base alla citta’ in cui si trovano, al punteggio, all’età, ai particolari talenti o caratteristiche fisiche.
Il sito, fondato nel 1997, con un giro d’affari di un milione di dollari, conta 500mila visitatori unici al giorno.
Oggi, a distanza di due giorni, a parlare è proprio Jeffrey Hurant, CEO ed Amministratore Delegato della società editrice: “sono venti anni che abbiamo dato vita a Rentboy.com e non credo che abbiamo fatto proprio nulla per favorire la prostituzione”, ha dichiarato all’uscita dal tribunale di Brooklyn dove si è tenuta la prima udienza per la convalida degli arresti.
La vicenda ha anche fatto discutere la comunità LGBT americana. Alcuni si sono affrettati ad esprimere piena solidarietà agli arrestati ed ai titolari della società, sottolineando il fatto che il sito è una semplice directory, nella quale le persone interessate possono contattare direttamente i ragazzi che offrono i loro servizi da accompagnatore. Il noto scrittore americano Dan Savage, ad esempio, si è provocatoriamente chiesto da quanto mai compito del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale è quello di “proteggere gay e bisessuali da acquistare o vendere rapporti orali” (‘blowjobs’ nel testo originale). Lambda Legal, una nota organizzazione statunitense per la tutela legale delle persone lgbt, ha invece colto l’occasione per chiedere una piena decriminalizzazione dei “sex workers”.
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