Il bullismo omofobico è una realtà, nelle scuole italiane come in quelle di altri paesi, anche in quelli dove la comunità lgbt è più avanti nel riconoscimento dei diritti civili. Per questa ragione si punta molto sull’educazione alle differenze, perché proprio nella scuola, nell’età più delicata dello sviluppo, che le discriminazioni possono creare ferite e traumi irreparabili e, a volte, condurre i meno forti anche a gesti estremi. E oltre alle vessazioni a scuola, spesso gli adolescenti devono far fronte anche alle difficoltà di essere se stessi in famiglia, a meno che non abbiano la fortuna di crescere con genitori pronti a stare loro accanto e a supportarli a prescindere dal loro orientamento sessuale. Crescere, insomma, significa spesso scontrarsi con un muro di pregiudizi e di omofobia.
Un’utente del network Reddit, Saubery, ha provato sulla propria pelle questi conflitti ed ha deciso di porre una domanda agli altri utenti:
“Qualcuno di voi era omofobo prima di rendersi conto di essere gay, lesbica, bisessuale o trans?” e poi lei stessa ha raccontato la propria esperienza:
“Spero di non essere l’unica. Io (ho 24 anni e sono femmina) sono cresciuta in una famiglia conservatrice e religiosa e non avevo mai conosciuto nessuno che fosse gay. Nella preadolescenza scherzavo sempre sui “froci” e cercavo di rifiutare quei maledetti gay come un modo per predicare la mia fede (stupido, lo so, ma allora aveva un senso per me). In realtà pensavo che l’idea di due donne che stanno insieme fosse disgustosa.
Poi ho preso una sbandata per una ragazza ed ho dovuto fare un grande bagno di umiltà. Ero la prima persona gay che incontravo. Dal momento che rifiutavo fortemente la cosa, ho continuato a prendere in giro e fare commenti fino a quando non mi sono conosciuta in fondo e ho dovuto fermarmi. Mi stavo provocando dolore. Era il primo passo nel lungo viaggio verso il mio vero io. Ho ancora degli amici che mi ricordano da allora e anche se ora le cose vanno bene, a volte mi sento ancora in forte imbarazzo per tutte le cose che ho detto”.
Dopo la testimonianza di Saubery, molti altri utenti hanno deciso di condividere le loro storie. Eccone alcune.
L’utente Sergeant_Static ha scritto:
“Ero un ragazzino, crescendo in mezzo ad altri ragazzini in un ambiente conservatore (nonostante i miei genitori fossero piuttosto liberali) chiamavo “gay” le cose che non mi piacevano e le persone che non mi piacevano erano “froci”. Sapevo che essere gay significava essere femminucce e per benino e effeminati e ci si meritava di essere presi in giro. Non capivo bene cosa dicevo, è qualcosa che ti raccontano mentre cresci. Ti dicono che è male e che le persone gay si comportano tutte in un certo modo e, sapete, le solite cazzate degli adolescenti”.
L’utente coughcoughdeusvidet ha scritto:
“Sì! Mio padre era un pastore protestante, quindi sono stato cresciuto da conservatore. Nella mia classe, io ero quello che urlava insulti omofobi a voce più alta. Soprattutto quando ho cominciato a capire che anche io provavo qualcosa per i ragazzi. Per via della mia educazione, ero disgustato da me stesso e pensavo che il solo modo per compensare questo peccato fosse combattere le persone LGBTQ+. Questo modo di pensare è cresciuto dentro di me fino a farmi pensare di togliermi la vita e provarci, in diverse occasioni”.
L’utente PandaSpacePirate ha scritto:
“Ero omofobo e transfobo fin dai primi anni del liceo. Sono cresciuto in una famiglia conservatrice e religiosa. Condannavo l’omosessualità ogni giorno. Questo potrà sembrare strano, ma il mio punto di svolta è arrivato sotto forma di sogno. Mi sono svegliato in lacrime ed ho cominciato a rivalutare tutto quello in cui credevo.
L’utente anikidelvalle ha scritto:
“Sì, lo ero. Ero il classico caso di “guardate loro non me”. Ecco perché puntavo il dito contro i gay ovunque e li prendevo in giro con i miei amici. Non mi ha aiutato il fatto che tutti gli amici con cui sono cresciuto fossero etero (tranne per il mio migliore amico gay, il primo con cui ho fatto coming out).
Essendo in un giro di ragazzi etero per così tanto tempo, ho visto e condiviso il pregiudizio contro i gay. Questo faceva sì che avessi molta, molta più paura di accettare che sono gay. Non volevo perdere i miei amici (sono davvero fighi) e non volevo passare il resto della vita scolastica ad evitare le stesse persone. Quindi, ho imparato ad essere omofobo per rimanere con il gruppo dei fighi. Lo so che ero patetico”.
L’utente fatimus_prime ha scritto:
“Sì. Sono cresciuto un una famiglia molto religiosa (Battisti Americani), Al liceo ero apertamente ostile alle persone che sapevo essere gay o anche solo che sospettavo lo fossero. Ho fatto coming out con i miei amici più intimi e la sola famiglia su cui potessi contare a 19 anni.
Potete leggere tutte le testimonianze qui.
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