Il collo spezzato e della carta in bocca. Così è stato ritrovato mercoledì scorso il corpo di João Antônio Donati, 18 anni, brasiliano e dichiaratamente gay. Il giovane è stato rinvenuto senza vita abbandonato all’aperto di Inhumas nello stato brasiliano di Goiás.
“Indagheremo per scoprire se il caso è connesso a sentimenti negativi nei confronti delle persone gay” ha dichiarato un ufficiale di polizia alla stampa locale. Il movente di quello che gli investigatori ritengono essere un omicidio, infatti, potrebbe essere riconducibile proprio all’orientamento sessuale del ragazzo. Secondo alcune fonti, infatti, nel biglietto ritrovato nella sua bocca c’era scritto “Fermiamo la piaga dei gay”, ma la polizia ha successivamente smentito questa notizia.
La mancanza della frase, comunque, non è ritenuto un motivo sufficiente ad abbandonare la pista omofobica. Nonostante il Brasile abbia legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso gli attacchi contro le persone lgbt sono cronaca quasi quotidiana.
Come riporta PinkNews, sei persone sono state arrestate a febbraio per avere ucciso un ragazzo gay a colpi di skateboard e due settimane prima un altro adolescente è stato torturato fino alla morte a San Paolo. Infine, la scorsa notte un locale dove avrebbe dovuto svolgersi un matrimonio tra due uomini è stato dato alle fiamme a Santana do Livramento, nell’entroterra del Rio Grande do Sul. Secondo gli investigatori si è trattato di “un puro atto di vandalismo con l’intento di minacciare e spaventare, forse per motivi ideologici”.
AGGIORNAMENTO 13.09.2014:
Le autorità locali hanno fermato un uomo che lavora vicino al luogo dove è stato rinvenuto il corpo della vittima. Nel corso dell’interrogatorio il sospettato avrebbe confessato di aver ucciso João e di averlo violentato.
Il portavoce della polizia ha dichiarato: “L’assassino ha abusato di João, l’ha torturato e gli ha infilato in bocca un foglio con un’offesa che ha trovato in un sacchetto della spazzatura. L’assassino ha aggiunto di non essere assolutamente gay e di non aver mai visto João prima dell’aggressione. João ha lottato per rimanere in vita, il suo corpo e quello dell’aggressore sono pieni di lividi e graffi”.
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