Dopo la sentenza della Corte d’Appello , il Comune di Torino trascriverà l’atto di nascita del bambino con due mamme nato in Spagna grazie alla fecondazione
eterologa. È questa, secondo quanto riporta l’Ansa, la conclusione a cui l’Amministrazione comunale è giunta sulla base degli approfondimenti normativi e
giuridici effettuati.
“A Torino si è fatta la storia – commenta il senatore del Pd Sergio Lo Giudice -. È un grande passo verso l’abbattimento dei paradossi tra i diversi ordinamenti europei e verso il riconoscimento dell’omogenitorialità nel nostro paese: questa è la prima volta che in Italia viene riconosciuta la doppia maternità fin dalla nascita”.
LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI
Soddisfatte anche le associazioni lgbt, non solo quelle torinesi, naturalmente. Una sentenza storica anche per il Coordinamento Torino Pride che aggiunge: “restiamo ancora in attesa che questo Governo mantenga le promesse e proceda speditamente nell’approvazione delle Unioni Civili alla tedesca o che si attivi velocemente per la parificazione del diritto matrimoniale tra coppie eterosessuali e omosessuali”.
“Cosa farà il Ministero – si chiede Paola Brandolini, presidente di Arcilesbica -? Emanerà di nuovo circolari per bloccare l’ennesimo tentativo di avanzamento sociale e di tutela dei cittadini e della loro vita? Quando faranno finire, Parlamento e Governo, questo balletto davvero vergognoso e tragico che decide degli aspetti fondamentali e primari della vita delle persone”? “Di nuovo dobbiamo dire grazie ai giudici – conclude Brandolini – che con senso di responsabilità e coraggio fanno quello che dovrebbe fare la politica. Quando potremo guardare il nostro Parlamento e dire, non grazie in questo caso, ma: ‘Finalmente’, allora saremo in un paese davvero civile”.
“Con la sentenza di Torino – aggiunge il presidente del Circolo Mario Mieli di Roma Andrea Maccarrone – il nuovo anno inizia all’insegna dei diritti grazie agli spiragli che si aprono, ancora una volta, nelle aule di giustizia”. Maccarrone fa poi notare come “nonostante i numerosi proclami che hanno caratterizzato questo Governo fin dal suo insediamento, fra le priorità per il nuovo anno del premier Matteo Renzi non appaiano i diritti civili delle persone LGBT”. “Per Renzi è ormai arrivato il momento di decidere – conclude il presidente del Mieli -: per il nuovo anno impegnerà seriamente il proprio Governo nella promozione di leggi di piena dignità e uguaglianza per le cittadine e i cittadini LGBT o saremo costretti a assistere alle ennesime repliche di annunci dopo i quali il premier si lascia dettare la linea dai suoi alleati più omofobi”?
LE POLEMICHE: LA CURIA E LA LEGA NORD
Ma la polemica a Torino è già scoppiata, alimentata dalla destra in consiglio comunale e dalla Curia. “Nessuna dichiarazione, anche se trascritta nei registri come “madre A” e “madre B”, potrà mai sostituire la realtà nel cuore di un figlio: che la mamma è una” ha commentato secondo La Stampa monsignor Cesare Nosiglia secondo cui “la crescita del bambino avverrà comunque in una situazione dove si incrociano diverse, obiettive difficoltà, legate in particolare alla mancanza di un vero contesto familiare”.
Secondo quanto riporta ancora La Stampa, poi, la Lega Nord ha organizzato una manifestazione davanti all’anagrafe.
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