Unar, a rischio il direttore e l’azione di contrasto all’omofobia

Un procedimento disciplinare e il rischio rimozione: tutto per la lettera a Giorgia Meloni

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Il direttore dell’Unar, Ufficio Nazionale anti discriminazioni razziali, Marco De Giorgi potrebbe subire un provvedimento disciplinare direttamente dal governo a seguito della lettera inviata da De Giorgi alla segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nella quale si invita l’onorevole a “considerare di trasmettere messaggi di tenore diverso”, sulla questione dei migranti. La notizia trapela dalla stampa, sebbene, rispondendo durante il question time di oggi all’onorevole Rampelli (Fdi), la ministra Boschi abbia spiegato che la commissione sta ancora valutando e che, comunque, De Giorgi e l’Unar si sono mossi seguendo le procedure consolidate finora e stabilite nel 2009 dal governo Berlusocni di cui Meloni era ministra.

IL CASO UNAR-MELONI

La presidente di Fratelli d’Italia, qualche giorno fa, aveva dichiarato alla stampa che l’Italia dovrebbe accogliere solo i profughi di religione cristiana perché, a suo dire, i migranti e profughi musulmani sarebbero portatori di cellule terroristiche. L’arrivo della lettera non è stata presa di buon grado dalla deputata che l’aveva bollata come un tentativo di censura nei suoi confronti ed aveva pubblicato una sua foto con un bavaglio diffusa sui social network con l’hashtag #bavagliodistato. Meloni si era poi rivolta sia al presidente Mattarella che al premier Renzi perché intervenissero in sua difesa e contro l’Unar.

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Vale la pena ricordare che l’Unar, oltre che delle questioni razziali, si occupa anche di tutte le altre discriminazioni, comprese quelle contro le persone lgbt, promuovendo progetti per l’inclusione e contro il bullismo omotransfobico e che quella a Meloni non è la prima lettera che l’Unar invia a parlamentari. Era già successo con Borghezio, Buonanno e Calderoli per le dichiarazioni rilasciate contro l’allora ministra Cecile Kyenge. Solo nel 2014, l’Unar si è occupato di più di 1400 casi di discriminazione.

A RISCHIO IL MANDATO DELL’UNAR CONTRO L’OMOFOBIA

La vicenda si innesta in un momento particolarmente caldo sul fronte dei diritti civili, ovvero mentre il DDL Cirinnà deve fronteggiare l’ostruzionismo del centrodestra, Giovanardi in testa, lo stesso schieramento che contro l’Unar si è più volte scagliato accusandolo di volere diffondere la famigerata quanto inesistente “ideologia gender” nelle scuole (esemplare, in questo senso, la vicenda dei libretti dell’istituto Beck). È qui che si gioca la partita ed è su questo che, secondo fonti bene informate, è a rischio non solo la conferma di De Giorgi, ma addirittura l’ampio mandato dell’Unar che, appunto, va oltre le sole discriminazioni su base etnica e religiosa. Dal centrodestra, infatti, ci sarebbero pressioni in questa direzione. Un’anomalia, quella dell’Unar italiano, che, istituito per una direttiva dell’Unione Europea, è l’unico tra gli uffici omologhi degli altri paesi a dipendere direttamente dal governo e a non godere di autonomia.

ARCIGAY: “SOLIDARIETÀ A DE GIORGI. RENZI SMENTISCA”

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A De Giorgi, intanto, è giunta la “piena solidarietà” di Arcigay “il cui compito è evidentemente molto più ostico di quanto immaginavamo” commenta il presidente Flavio Romani. “È con grande rabbia e incredulità che apprendiamo del modo in cui il premier avrebbe recepito questa protesta (quella di Meloni, ndr) e deciso di sostenerla – scrive il presidente di Arcigay – deformando a suo comodo la Costituzione e esercitando biecamente il potere. In un Paese che tutti i giorni, attraverso studi, statistiche e cronache, scopriamo essere sempre più razzista, omofobo, transfobico, sessista, in cui non esistono norme efficaci e strategie politiche credibili contro crimini e parole d’odio, questa notizia è il più clamoroso autogol che il Governo avrebbe mai potuto fare”. “Per quanto questa storia ci sembra assurda e squallida – conclude -, ci auguriamo di leggere nelle prossime ore l’opportuna smentita del premier”.

ARCI: “RENZI SI SCHIERA CON MELONI?”

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Sulla stessa lunghezza d’onda la presidente nazionale di Arci Francesca Chivacci che si chiede se, così facendo, Renzi non manifesti di fatto una condivisione delle parole di Giorgia Meloni. “Il presupposto è il solito: i politici possono permettersi tutto, mica sono normali cittadini suscettibili di richiami! Anche se molto garbati come in questo caso – sottolinea Chivacci in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera -. E Renzi si è prontamente schierato dalla parte della Meloni, condividendone evidentemente la convinzione che un parlamentare può dire ciò che vuole senza conseguenze e meditando di far fuori il responsabile di un simile sgarbo”.

“L’Arci – continua Chivacci -, che ha avuto modo di collaborare in più occasioni con De Giorgi, apprezzando la correttezza e la serietà con cui ha portato avanti il suo incarico, non può che esprimergli la propria solidarietà, augurandosi che non prevalgano ancora una volta gli interessi della cattiva politica ma quelli dei cittadini e delle istituzioni democratiche”.

M5S: “ATTO GRAVE SE IL GOVERNO LIMITA L’OPERATO DELL’UNAR”

Alle voci in difesa dell’Unar si unisce anche il M5S con una nota congiunta dei parlamentari Airola e Businarolo.

“Sarebbe molto grave – affermano – se il governo cercasse di limitare l’operato di questo ufficio specie in un momento delicato come questo in cui l’Italia è alle prese con la gestione del più grande esodo di massa degli ultimi tempi e con un altro tema come quello delle unioni civili, che richiede attenzione massima nel rispetto dei diritti delle minoranze”. “La realtà – concludono – è che si userebbe una scusa politica per punire un ufficio che ha cercato di fare solo il suo lavoro: per questo esprimiamo la nostra solidarietà a Marco De Giorgi e ci auguriamo che il Presidente del Consiglio non presti il fianco alle strumentalizzazioni mediatiche di questi giorni”.

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