Si torna a parlare di Convivio, la manifestazione biennale organizzata per ANLAIDS
(Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids) il cui scopo è quello di raccogliere fondi per la ricerca sulla malattia, un vero e proprio stigma sociale ancora tabù per molti.
La bellissima idea è nata negli anni ’90 da una iniziativa -tra gli altri- di due big della moda come Giorgio Armani e Gianni Versace, quest’anno si terrà dal 7 al 12 giugno a Milano in Fiera, e consiste nel creare un enorme mercato del fashion animato da decine di volontari ANLAIDS tramutati per l’occasione in “commessi” dediti alla vendita a scopo benefico dei capi di moda delle numerose griffe che aderiscono all’iniziativa regalando i propri capi, ad un prezzo più accessibile, spesso scontato del 50% e oltre.
Quest’anno se ne parla però non (solo) per l’evento in sé, ma soprattutto per la campagna promozionale ideata per pubblicizzarlo: lo slogan “L’Aids è di moda: meglio Fashion Victim che Aids”
Victim campeggia sui volti della direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani e della woman in charge della maison Versace, Donatella.
Una campagna così provocatoria non poteva che infiammare i social: ecco le reazioni di alcuni influencer e persone comuni.
GRANDE FRANK!Ottimo. Una provocazione ardita e veramente progressista. Il progresso sta nello sdoganare una malattia…
Pubblicato da Giuliano Federico su Lunedì 4 aprile 2016
una roba delinquenziale #convivio2016 #aids #donatella #franca
Pubblicato da Spetteguless su Lunedì 4 aprile 2016
L’ ADV con @francasozzani e #DonatellaVersace è provocatoria e potente.Già che se ne parli è un successo.Bravi @ConvivioMilano #Convivio2016
— Federico Chimenti (@FedericoChiM) 4 aprile 2016
@ConvivioMilano Avrei spiegato sotto al #claim qualcosa di più in modo da chiarire l’intento provocatorio #convivio #purcheseneparli #ok
— Annalisa Betti (@BEAUTYTESTit) 4 aprile 2016
Qualcuno dica al copy di #Convivio che fare i giochi di parole non è nelle sue capacità. Può tornare a scrivere le brochure.
— Riccardo Onorato (@GuyOverboard) 4 aprile 2016
Il web si è diviso tra chi apprezza la forte vena provocatoria del messaggio, utile per sensibilizzare e destabilizzare il grande pubblico su una tematica così importante, e in un certo senso pericolosamente accantonata negli ultimi anni (tema che Gay.it continua a trattare e a evidenziare), e chi trova l’idea di cattivo gusto, volta a strumentalizzare una questione più complicata e a equiparare impropriamente l’HIV con l’AIDS.
A prescindere da ogni giudizio di sorta, l’importante è che se ne parli. I dati parlano chiaro: in Italia ci sono 4.000 i nuovi casi di sieropositività ogni anno e il dato e in aumento. Sensiblilizzare sul tema è doveroso, così come partecipare:
per aderire come volontari, per maggiori informazioni o per contribuire alla causa, chiamate lo 02-33608680 o scrivete a volontari@conviviomilano.it.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Equiparare impropriamente? L'infezione da HIV è la radice dell'AIDS. Ed è solo la chemioteapia HAART che rallenta la degenerazione del sistema immunitario e l'insorgere del quadro sintomatico dell'AIDS. L'infezione da HIV non trattata è equivalente a l'AIDS. L'infezione da HIV anche se trattata sul lungo periodo finirà per essere equivalente all'AIDS. Ed è proprio la sindrome da immunodeficienza acquisita che va usato come spauracchio per spingere la gente sia a usare i preservativi che a farsi periodicamente il test per poter intervenire immediatamente.