I due olimpionici dicono no alla Casa Bianca per l’omofobia di Trump: su Adam Rippon e Gus Kenworthy è ancora polemica.
Prosegue la faida tra i due atleti LGBT più famosi d’America, Adam Rippon e Gus Kenworthy, e l’amministrazione di Donald Trump. Già durante le Olimpiadi di febbraio in Corea, i due si erano espressi pubblicamente contro l’omofobia del vicepresidente Mike Pence, che guidava la delegazione di Team Usa.
Ora il pattinatore e lo sciatore freestyle hanno rifiutato di prendere parte al ricevimento che si è tenuto pochi giorni fa alla Casa Bianca, dove gli atleti olimpici incontrano come di consuetudine il presidente degli Stati Uniti al termine dei Giochi.
Secondo quanto scritto da Gus Kenworthy non sarebbero stati i soli a declinare l’invito di Trump, anzi il ricevimento dello scorso venerdì sarebbe stato quello con le maggiori defezioni di sempre tra gli atleti olimpici. Rippon aveva spiegato così la sua decisione: “Io non ci sarò. Non starò affianco a persone che discriminano tutti coloro che ritengono diversi”.
La scelta ovviamente ha scatenato le polemiche sui social, dove i sostenitori del tycoon hanno attaccato i due atleti, invitandoli a rinunciare anche ai soldi del governo data la loro avversione per il presidente Trump. Un’accusa che presenta solo un problema: come ha ricordato Kenworthy su Twitter, gli atleti americani non ricevono soldi dal governo.
To those saying @Adaripp and I shouldn’t get gov’t funding since we skipped the White House visit: WE DON’T! Absolutely $0. The US is one of the only countries that doesn’t pay a penny to it’s Olympic team to train/ compete. All money comes from sponsors and private donations…
— Gus Kenworthy (@guskenworthy) April 28, 2018
Quanto a noi in fondo avremmo preferito che fossero andati alla Casa Bianca, magari facendosi immortalare di fianco a Trump così:
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