Nove anni dopo la sua nascita, Grindr è completamente diventato cinese.
Dopo aver acquistato nel gennaio del 2016 il 60% delle quote per 93 milioni di dollari, il gruppo cinese Kunlun ha infatti comprato anche il restante 40% di Grindr, sborsando altri 152 milioni di dollari. Impressionante il totale, pari a 245 milioni di dollari.
A seguito del completamento dell’accordo, Grindr ha confermato che i dirigenti Kunlun prenderanno in carico la società. Questo significa che l’ex CEO e fondatore Joel Simkhai non ne farà più parte, con l’attuale vice presidente, Wei Zhou, nominato vicepresidente esecutivo e CFO.
Ex funzionari dell’intelligence USA temono ora che l’intelligence cinese possa tenere traccia degli accessi e delle informazioni personali di milioni di utenti Grindr. 3,3 milioni gli utenti giornalieri, con dati privati che includono posizione, messaggi e immagini.
Secondo quanto riportato dal Washington Post il governo cinese starebbe recuperando enormi quantità di dati sui propri cittadini, così come su migliaia di persone nel resto del mondo, in modo da creare file ad hoc ai fini dell’intelligence.
A tranquillizzare gli utenti il vicepresidente marketing di Grindr, Peter Sloterdyk, che ha affermato come la privacy e la sicurezza dei dati personali degli utenti restino la loro principale priorità. Rimanendo una società statunitense, anche se controllata da una società cinese, Grindr sarà comunque governata e protetta dalle leggi degli Stati Uniti. Detto questo, le società cinesi sono soggette al controllo da parte dei funzionari di Pechino sulla consegna dei dati nell’interesse della “pubblica sicurezza”. Definizione solitamente ampia quanto il governo cinese vuole arrivare a qualcosa di specifico.
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