Dopo i casi in Egitto e in Russia, in cui le forze dell’ordine si sono servite di Grindr per la caccia ai gay, la dating app contrattacca.
L’azienda proprietaria della seconda app di incontri gay più diffusa al mondo è al lavoro con Article 19, un’organizzazione per i diritti civili, su misure di protezione per gli utenti che, proprio utilizzando Grindr, potrebbero rivelare la propria omosessualità e per questo essere perseguiti dalla legge del proprio paese.
Proprio per quanto avvenuto in Cecenia l’applicazione si era già mobilitata a sostegno della comunità LGBT locale e ora pensa ad un’azione a tutela dei propri utenti su larga scala: “Garantire la sicurezza in tutto il mondo è una delle nostre priorità – ha dichiarato Jack Harrison-Quintana, direttore di Grindr for Equality – Oltre alle modifiche nella struttura della nostra app, stiamo lavorando con gli attivisti LGBT locali per pubblicare ogni settimana e nei periodi di maggiore controllo, delle notifiche giornaliere su consigli di sicurezza e metodi per evitare trappole da parte delle forze dell’ordine oltre ai contatti delle associazioni LGBT della zona”.
Tra i cambiamenti annunciati da Grindr, la possibilità di sostituire la tipica icona giallo-nera dell’applicazione con un’altra più innocua, tenuta segreta per ragioni di sicurezza, nonché l’inserimento di una password di accesso.
Tutti i cambiamenti saranno disponibili entro la fine dell’anno, ma solo in alcune regioni caratterizzate da effettivo pericolo per le persone LGBT: “L’icona alternativa e l’accesso con password saranno disponibili in Medio Oriente, nei paesi del Golfo e in Nord Africa – ha annunciato un portavoce dell’azienda – Siamo comunque impegnati nella protezione dei nostri utenti in tutto il mondo e per questo continueremo a far uscire aggiornamenti di sicurezza in tutte le località dove necessario.”
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