Decine e decine di pullman partiti da 24 città d’Italia si sono riversati a Roma, con migliaia di donne a bordo (150.000 a detta delle organizzatrici), per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Appuntamento a piazza Esedra, solito luogo di raccoglimento del pride capitolino, per un corteo che è arrivato a Piazza San Giovanni dopo aver attraversato il centro di Roma.
“E’ un documento politico femminista che considera la violenza maschile e di genere come fenomeno strutturale e sistemico, che non può essere affrontato aumentando le pene dei reati o con approcci emergenziali ma a partire dall’esperienza dei centri antiviolenza e del movimento femminista.“
Questo il grido di battaglia con cui le organizzatrici hanno chiamato a raccolta migliaia di donne, ma anche tanti uomini, stanche di abusi sessuali e professionali, in grado quotidianamente di spaziare tra pubblico e privato, luoghi di lavoro e nidi famigliari. Laura Boldrini, presidente della Camera, ha ricordato come “la metà delle donne che vengono uccise sul pianeta, sono vittime del femminicidio. Sono uccise, cioè, in quanto donne e per mano di chi dovrebbe amarle. In Italia ne viene uccisa una ogni due giorni e mezzo. Lo dice l’Istat. Ed è un dato spaventoso”. “Le leggi non bastano, il problema è culturale. E’ questo il punto decisivo. Agli uomini è richiesto di fare un balzo in avanti, di uscire finalmente da una cultura che per secoli ha ridotto la donna a una proprietà. Ecco perchè è fondamentale agire contro la violenza andando alle radici, impegnarsi sul piano educativo e farlo già in tenera età insegnando ai bambini e alle bambine la parità di genere, il rispetto per le donne e per la loro libertà”.
Parole quanto mai attuali, visto lo scandalo molestie esploso all’interno dello show business con il ‘caso Harvey Weinstein’, con la testa del corteo scossa da una diatriba tra un ragazzo che insisteva per sfilare tra le prime file e le organizzatrici, contrarie perché a loro ‘riservate’. Dibattito presto scemato tra slogan cantati, striscioni e cartelloni, per un ‘piano femminista contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere‘ che si è di fatto materializzato per le strade della Città Eterna, da anni tristemente capitale della violenza sulle donne. 400 casi solo nel 2016. Quando intervenire, se non ora?
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