Il 2017 è stato un anno di sangue, per la comunità LGBT a stelle e strisce.
Un nuovo rapporto della National Coalition of Anti-Violence Programs (NCAVP) ha infatti rivelato la triste statistica del 2017, come anno più mortale mai registrato prima per le persone LGBT d’America.
L’organizzazione, che da 20 anni porta avanti questo rapporto, ha contato 52 omicidi a tinte omofobo dal primo gennaio al 31 dicembre 2017. Si tratta di un aumento dell’86% rispetto ai 28 omicidi del 2016. Nel mese di agosto, non a caso, la NCAVP aveva pubblicato una relazione che mostrava come il 2017 fosse già diventato più letale di tutto il 2016. Le statistiche sono davvero impressionanti.
Le donne transgender (40%), gli uomini cisgender (38%) e le persone di colore hanno subito la maggior parte delle violenze. La maggioranza delle vittime (67%) aveva meno di 35 anni. Nel 59% degli omicidi sono state utilizzate delle pistole. Il 32% delle vittime conosceva il suo assassino. Oltre la metà degli omicidi è avvenuta in soli cinque Stati d’America, ovvero New York e Texas, davanti a tutti, seguiti da Georgia, Louisiana e Florida.
“Stiamo rilasciando questo rapporto in un momento in cui le nostre comunità stanno assistendo alla revoca delle protezioni e delle politiche per i diritti civili, con la discriminazione tramutata in legge“, scrive il NCAVP nel proprio rapporto annuale. Una violenza ‘non nuova‘, continuano, ma pericolosamente ‘amplificata‘.
Anche in Brasile, come riportato ieri, c’è stato un +30% di morti violente nel 2017 rispetto al 2016, con 445 brasiliani LGBT morti a causa dell’omofobia: 387 omicidi e 58 suicidi. Non si era mai visto nulla di simile.
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