Paola Iezzi: “Il mio magico Natale, senza Sanremo”

"Il Natale è un momento speciale che ha un’anima ben precisa e, secondo me, chi dice di odiarlo, non dice mai la verità."

Paola Iezzi
10 min. di lettura

Pochi giorni al Natale e a creare un’atmosfera perfetta ci sta pensando Paola Iezzi con“A Merry Little Christmas”, in tutti i digital store.


Una vera sorpresa natalizia con dieci classici natalizi che Paola Iezzi aveva voglia di regalare ai propri fans, ma anche a se stessa. Il risultato è un lavoro intimo, raffinato, al profumo di cannella e biscotti appena sfornati, in grado di ricreare quel mood caldo, affascinante, magico e avvolgente, tipico di tutte le festività.

Hai spiazzato tutti con un nuovo album senza nessun preavviso…

Eh, già. Sono figlia degli anni ’70 e ’80 e in quegli anni le sorprese andavano molto di moda. E, da quel lato, sono rimasta “fedele alla linea”.

Paola Iezzi
“A Merry Little Christmas” è acquistabile in tutti i digital store.

Da dove nasce questo desiderio di fare un intero disco con le canzoni di Natale?

Dal fatto che amo questa festa, i suoi riti e tutte le sue canzoni. Ho centinaia di album di natale stipati nel mio hard disk e sono almeno 15 anni che sogno di fare un disco di Natale con queste atmosfere. Finalmente insieme a tutti i dischi di natale degli artisti che più amo, ci posso mettere anche il mio. Ho fatto un regalo a tutti i miei fans, è vero, ma in fondo l’ho fatto anche a me stessa. 

Ne hai scelte dieci, ma in base a cosa è stata fatta la scelta?

In base alle canzoni che amo di più. È stata la cosa più difficile. Volevo fare dieci tracce per cominciare. Non meno, non di più. Ne avevo selezionate una trentina, poi sono diventate venti e poi sono arrivata a dieci. È stata dura, lo ammetto, ma le altre sono là che aspettano.

E se ti chiedessi qual è la tua preferita tra queste?

Ti direi che non c’è. Le amo tutte. Se dovessi dirti, invece, quella che in questo momento mi rappresenta di più è “Hard Candy Christmas”. Poi sono anche legatissima a “Last Christmas” per via di George Michael. È stato, ed è, uno degli artisti che più ho amato ed amo. La mia Last Christmas è un omaggio a lui e alla sua improvvisa scomparsa dello scorso anno avvenuta proprio il giorno di Natale. È stata una notizia tristissima.



Non hai pensato all’idea di un cd?

Certo: lo farò l’anno prossimo. Questo disco è un progetto sempre aperto. Lo arricchirò di anno in anno. Esattamente come si fa con l’albero. Quest’anno non sono proprio riuscita a fare né il cd, né il vinile. Ma per l’anno prossimo è già in preventivo!

E che effetto fa essere così alti in classifica, senza nessuna major alle spalle?

Se devo essere sincera, alle classifiche, oggi, non ci penso più. E ti dirò: da quando non ci penso, vivo meglio. Questo non vuol dire che non sia stata felice per il risultato di iTunes, anzi. Sono stata felicissima, ma viviamo in un momento storico in cui tutti si “comprano” fans sui propri social. Un sacco di gente fa “auto buying” dei propri prodotti sia discografici, sia di altro. È un mondo stravolto quello di oggi. Dove l’apparire è più importante dell’essere e, ahimè, ci siamo dentro fino al collo. Non so dove questo ci porterà e non voglio neppure giudicarlo. Io ho semplicemente deciso di stare fuori da questa dinamica.

Mi verrebbe da chiederti il perché…

Perché non mi piace e mi fa perdere il contatto con la percezione che il mondo esterno ha di me e di quello che faccio. Io devo poter “contare” su persone reali, che magari non conosco personalmente, ma che so che ci sono e e che sono disposte a supportare quello che faccio perché condividono la mia stessa filosofia di pensiero. Io amo le persone che ci credono. Io stessa sono così. La mia filosofia è pochi ma buoni. Una combriccola, anche piccola, che però ci crede e che va fino in fondo. Solo così mi sento davvero soddisfatta dei risultati. Non potrei mai essere felice di avere centinaia di migliaia di seguaci, se poi so che sono finti, comprati. Spesso alla gente questo aspetto sembra non importare. Si lasciano sempre tutti abbagliare dai numeri. Ma se i numeri sono “farlocchi”, qual è il senso? 

Racconti che questo album è come un concerto improvvisato con amici musicisti e, visto questa idea, starai mica pensando ad un tour?

Io penso sempre al live. Suonare e cantare, quando ci sono i presupposti, mi piace. Ho profondo rispetto per la musica, per chi la suona e per chi la produce. Non mi faccio mai abbagliare dai nomi altisonanti. Io ascolto con le orecchie e amo lavorare anche con persone che non hanno sponsor dietro alle spalle. Sono spesso più libere, disponibili e, soprattutto, non se la tirano. Non mi piace la gente che fa il mio mestiere e se la tira. Non li capisco. Fare questo lavoro è difficile, soprattutto oggi, perché è pieno di ciarlatani che vendono fumo, ma è ancora un mestiere meraviglioso. Un mestiere pieno di sfumature che io voglio continuare a cogliere tutte.

In un momento storico come questo, dove i featuring stanno prendendo il sopravvento, non hai pensato anche tu all’idea di un duetto?

Vedremo. Il duetto nasce sempre, almeno per me, da un incontro vero tra anime artistiche. Deve avere un senso. Lo so io che arrivo da un progetto di duo durato 20 anni. Sono stati 20 anni d’amore e di dedizione. Quindi se farò mai un duetto sarà con un artista con il quale c’è affetto, stima e amicizia personale. Non sarà mai solo una questione di commercio.

Il Natale è alle porte. Come lo trascorrerai tu?

Con la mia famiglia e lavorando.

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In molti lo vivono con un pizzico di tristezza, ti sei mai chiesta il perché?

Perché il Natale, in fondo, è anche questo, ed è il suo bello. È un momento di festa, ma anche di riflessione. È un momento di bilancio della propria vita e di promesse per il nuovo anno. Tutto questo mette in moto sempre pensieri contrastanti, a volte anche un po’ tristi. Pensi a chi c’è nella tua vita, ma pensi anche a chi non c’è più. Il Natale è un momento speciale che ha un’anima ben precisa e, secondo me, chi dice di odiarlo, non dice mai la verità. È un modo per difendersi da una festa che ti costringe a fare un sacco di pensieri, ma che se l’accetti e ti fai attraversare nel modo giusto, può solo rendere il tuo cuore migliore e più leggero. 

A proposito di bilanci, qual è quello del 2017 di Paola Iezzi?

Per me, da quando ho compiuto quarant’anni, è sempre un momento di bilanci, ma se c’è una cosa che mi ha regalato la maturità è una nuova consapevolezza e la capacità di accettare l’evoluzione delle cose. Prima mi intestardivo, mi incaponivo. Oggi non è più così. Sono sempre determinata, ma anche quando son certa di aver dato tutta me stessa, so che la vita poi può andare in un modo diverso.

Col senno di poi, in questi vent’anni di carriera, c’è qualcosa che non rifaresti?

Un sacco di cose. Ma so anche che se le ho fatte, allora, avevano un senso. E forse non ero pronta per fare scelte differenti.

C’è mai stato un tuo “NO” del quale, oggi, ti penti amaramente?

No, a memoria adesso no.

Il fatto che il tuo nuovo lavoro stia andando così bene, non ti porta mai a pensare a Sanremo?

No! Sono sincera: Sanremo, oggi, è una vetrina. Una come tante e che secondo me ha perso un bel po’ del fascino di un tempo. Sanremo è uno show e, a mio avviso, non rappresenta più ciò che accade oggi nel mondo musicale. E dunque, se decidi di andare lì, devi prima di tutto avere un contratto con una struttura dalle spalle larghe che ti ci porti e che ti presenti. Perché non ci arrivi calato dal cielo, come un angioletto. Siamo grandi e, se crediamo ancora a questo genere di favole, c’è un problema. E poi, o sai esattamente cosa andare a fare e non ti fai distrarre da nessuna proposta stramba che non ti rappresenta, o per un artista, diventa un terreno sdrucciolevole. Quello che più mi attrae è la coerenza delle proprie scelte artistiche. Se credi in qualcosa devi andare avanti fino in fondo. I veri artisti non scendono mai a compromessi sulla propria musica e la propria strada. Ci sono un sacco di cantanti che, pur di andare a Sanremo, fanno duetti improbabili, con colleghi con i quali non andrebbero manco a fare una passeggiata e che cantano canzoni che non canterebbero nemmeno sotto la doccia. Oggi non penso più a Sanremo. Se un giorno ci tornerò lo farò con un’etichetta importante che mi ci porti e che creda in me, perché da solo, ahimè, non ci arrivi, e con un’idea artistica ben precisa in testa. Come ho sempre fatto.

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Se guardi verso al futuro, cosa vedi?

Non penso troppo al futuro. Oggi sono più concentrata sul vivere e sull’imparare.

Si parla sempre più di avances e molestie. A te è mai successo di essere stata vittima di prepotenze maschili?

Credo che capiti a tutti di essere vittime di prepotenze. Viviamo in un mondo molto aggressivo, dove il successo e il potere, rappresentano la realizzazione dell’essere umano. Sin dai tempi più antichi le persone di potere, hanno sempre utilizzato la loro posizione per ottenere ciò che volevano. La cosa più importante è investire su di sé. Sapere a fondo chi si è. Crearsi una struttura mentale molto forte e sapere esattamente cosa si vuole. Solo così si possono fronteggiare le violenze, di qualunque livello esse siano. La libertà è un valore incommensurabile. A volte manco lo sappiamo di essere liberi di scegliere, tanto siamo condizionati dall’idea dell’essere ricchi o di possedere cose che ci diano uno status sociale. La verità è che la cosa più importante è la libertà di poter rifiutare qualcosa che non ci piace e quella libertà, nella nostra società, la conquisti solo se sei istruito, consapevole e se ti liberi, il più possibile, da tutti i condizionamenti. Anche da quelli che la famiglia d’origine proietta su di te. La nostra felicità dipende unicamente da noi, e dalle nostre scelte.

Nella tua carriera non ti sei mai fatta mancare nulla, ma oggi che ruolo occupa la Tv nella tua vita?

La Tv è per me un divertentissimo mezzo promozionale per i miei progetti. Poi ci sono progetti televisivi che invece sono belli e divertenti e che sono qualcosa che affianco volentieri alla mia attività di musicista. Come il progetto “Untraditional” di Fabio Volo. Dove interpreto una ex fidanzata di Volo un po’ svalvolata e stalker. Quella è stata un’esperienza divertente dove ho potuto sperimentare un diverso lato di me stessa.

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Ti sei mai chiesta perché venga fatto spesso il nome di Paola Iezzi, dai media, quando si parla di talent e reality?

Secondo me quando devono fare i cast per reality e talent, pensano un po’ a tutti i personaggi in circolazione. Uno vale l’altro. Dipende se accetti, per cosa accetti e a quali condizioni. Personalmente io faccio solo valutazioni qualitative. Mi tengo ben lontana dai contenitori cosiddetti trash perché non li sopporto. Abbassano il livello intellettuale delle persone e peggiorano notevolmente il livello culturale della nostra società. Quando mi chiamano per quelle cose non chiedo neppure la cifra. Dico direttamente un secco “No”.

Sei sempre perfetta, composta, non dici mai cattiverie e non sei mai fuori posto, ma lo sei anche nella vita di tutti i giorni o fa parte del personaggio? 

Nessuno è perfetto e io sono imperfetta come tutti, per fortuna. La perfezione non esiste ed è pure una noia. Però sono una estremamente pacifica, quello sì. Non mi piace litigare. Io non sono una belligerante. Sono una molto decisa, è vero, ma sono fondamentalmente una che tende più che altro a disinnescare. Quando sento un clima di guerra cerco di spegnere gli animi, comprendere la situazione e le diverse posizioni. Non rispondo mai alle provocazioni, specie se provengono da argomentazioni povere intellettualmente. Non mi piacciono le persone aggressive, che cercano di usare le persone miti, per scaricare il proprio livello di aggressività e la propria rabbia. E detesto chi spara sulla famosa croce rossa, cosa che trovo vile, miserabile e meschina!

E qual è il segreto per essere sempre così pacata?

Non saprei. Io sono una persona pacifica, allegra e generosa che, nel tempo, ha imparato a farsi rispettare. Con il passare degli anni ho capito che non si può essere sempre disponibili e generosi con tutti, nello stesso modo. Che nel mondo esistono contesti familiari e sociali che peggiorano la natura delle persone. E che, quindi, bisogna imparare a proteggersi, a difendersi. Quello che posso dirti è che io cerco di tenere sempre a mente questo. E che in ogni situazione a me sfavorevole cerco sempre prima di capire prima quali siano stati i miei errori. Cerco sempre di prendermi le mie responsabilità. Non riesco mai ad addossare sempre la colpa a qualcuno e basta e questo mi rende molto più umile e, come dici tu, pacata. Poi c’è anche un altro fatto. 

Quale?

Amo le discussioni intelligenti e non le zuffe da pollaio. Quindi appena mi rendo conto di essere tirata in mezzo in un combattimento tra galline, con tutto il rispetto per le povere galline, me ne tiro immediatamente fuori. Sono una che ama crescere e imparare. Evolvermi. E le persone che fanno ragionamenti stupidi mi infastidiscono molto.

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Di la verità: non hai mai notato, sui social, di essere fonte d’ispirazione per molte tue colleghe?

Non lo so, ma se è così non può che farmi piacere. E mi fa ancora più piacere quando me lo dicono. Per fortuna mi è capitato moltissime volte che alcune colleghe, o persone che sono inserite in un contesto simile al mio, mi ringrazino o mi facciano i complimenti per quello che ho fatto e per come l’ho fatto. Cerco di avere sempre dei riferimenti alti. Grandi maestri. Imparo dai più bravi o almeno ci provo, ma spesso ci sono persone normali che mi sorprendono per il loro gusto e il loro livello di creatività. Tra la molta “fuffa” e “cialtronaggine” del web, è pieno anche di persone divertenti e creative che mi intrattengono e mi ispirano davvero tanto. L’importante è restare sempre connessi e ricettivi nei confronti dell’umanità, della bellezza e della qualità. Che per me sono valori imprescindibili, soprattutto se sei un artista o se vuoi fare un mestiere come questo. E sono comunque valori fondamentali per tutti. La bellezza è in grado di ispirare e migliorare il mondo. 

 

Look: Tommy Hilfiger
Gioielli: Swarovski

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