Serena Rossi: “E se mio figlio mi dicesse: ‘mamma, sono gay’?”

Il David di Donatello, l'Eurovision Song Contest e l'imminente conduzione su Real Time di 'Da Qui A Un Anno'. Fermi tutti: parla Serena Rossi.

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Il David di Donatello, il duetto a Sanremo, due film, l’inizio delle riprese della nuova fiction come protagonista nei panni di Mia Martini, ma anche la conduzione di Celebration, Detto Fatto, Cinepop e quella dell’Eurovision Song Contest 2018 assieme a Federico Russo. Se qualcuno avesse chiesto a Serena Rossi se si immaginava un futuro come questo, molto probabilmente anche lei non ci avrebbe mai creduto. Lontana da un certo mondo dello spettacolo, fatto di invidie, cattiverie e gelosie, Serena Rossi conquista tutti. E per non farsi mancare nulla, l’attrice partenopea sarà al timone di ‘Da Qui A Un Anno’ il nuovo programma di Real Time, in onda da venerdì 30 marzo in prima serata. “Si tratta di un programma in cui persone comuni raccontano un sogno da realizzare entro un anno. C’è chi vuole adottare un bimbo, chi sogna di innamorarsi e chi di cambiare sesso” mi racconta dall’altro lato della cornetta la nuova promessa del cinema italiano, e aggiunge: “Il merito del mio successo? La passione, quella vera, che smuove sempre tutto.

Partiamo dal David di Donatello…

Mamma mia, faccio ancora fatica a crederci! La cosa più bella, al di là del David, è stato l’affetto ricevuto da tutti i colleghi, dagli addetti ai lavori e persino dal Sindaco. Mentre parliamo al telefono lui è qui che mi guarda. Mica è da tutti avere un uomo nudo, color oro, in casa, no? (ride, ndr)

Detto tra noi, pensavi davvero di vincere? 

No, e non lo dico tanto per dire. Il film dei Manetti Bross aveva quindici candidature e mai avrei pensato che avrebbe vinto anche la colonna sonora. O meglio: ero conscia della grandiosità dei pezzi presenti all’interno di Ammore e Malavita, ma mai avrei pensato che avrebbero scelto la mia canzone. 

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In meno di un anno hai fatto qualsiasi cosa: due film, tantissima Tv e persino un duetto a Sanremo con Renzo Rubino. Da qui a un anno, invece, dove ti vedi?

Non lo so, perché mi concentro sempre sul presente. Ho imparato a non farmi troppe aspettative in modo da non restarci male. Dopo la premiazione in molti mi hanno chiesto: “E adesso?”. E adesso mi godo la vittoria e vedremo cosa accadrà. 

E non ti fanno paura neanche le aspettative degli altri nei tuoi confronti?

Paura no, ma sento il peso della responsabilità. Chi mi segue, dai miei collaboratori al pubblico da casa, sa perfettamente come sono. Sanno che sono una perfezionista, ma sanno anche che tutto quello che faccio è per passione, e mai per dovere. E tradire le aspettative, tra passi falsi e scelte sbagliate, vorrebbe dire tradire in primis anche me stessa. 

Intanto, da venerdì 30 sarai in prima serata su Real Time con ‘Da Qui A Un Anno’.. 

Questo è un programma che mi ha emozionata tantissimo e mai avrei immaginato così tanto trasporto. Prima di iniziare mi venne chiesto di mantenere un certo distacco, perché questo è un format basato sull’ascolto. Io l’ho fatto e ho conosciuto persone ‘normali’, ma a dir poco straordinarie, che mi hanno insegnato tantissime cose attraverso le loro storie. È un programma positivo che farà bene a tutti: da chi lo vive, a chi lo guarda.

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Come sarà strutturato il format?

La parola d’ordine è: nessuna morbosità. I 75 protagonisti di questa prima edizione avranno un anno di tempo per realizzare i propri sogni e per modificare le loro vite per sempre, attraverso un viaggio eccezionale. Da casa, per ovvie ragioni, vedrete tutto e subito, mentre per loro saranno passati dodici mesi esatti. Li vedrete uscire in un modo, e rientrare in un altro. 

E qual è stata, tra le tante, quella che ti ha colpita di più?

Sono state davvero tante, a dire il vero. C’è stato un ragazzo che ha perso entrambe le gambe all’età di due anni, e che mi ha detto: “se uno s’impegna, le cose le ottiene”. Con il suo impegno, che non potrà mai essere paragonato a quello di una persona ‘sana’, ha raggiunto un traguardo importantissimo e se tutti avessimo il suo stesso atteggiamento positivo, potremmo rivoluzionare il nostro pianeta. Poi, essendo mamma, sono rimasta affascinata da tutte le storie che riguardavano il fantastico mondo della maternità. 

Tu che mamma sei?

Una mamma presente, positiva e che ama ascoltare e osservare il proprio figlio. Rispetto lui, le sue emozioni e lo spingo sempre, in modo naturale, a trovare la sua identità. Non l’ho mai trattato come un semplice bambino, ma come un individuo con la sua personalità. Dico dei ‘no’, com’è giusto che sia, ma non troppi. E poi devo dire che da quando sono diventata mamma, sono cambiata molto anche io. Grazie a lui riesco persino a vivere il lavoro con un certo distacco. L’arrivo di Diego nella mia vita mi ha permesso di essere molto più lucida nelle decisioni da prendere.

Hai mai pensato a come reagiresti se tuo figlio ti dicesse sono gay?

No, non ci ho mai pensato, ma perché non ho mai vissuto l’omosessualità come qualcosa di diverso. Per me la sessualità è una cosa che va ben oltre il rapporto familiare. Io, ad esempio, quando è davanti a delle piccole difficoltà, come salire un grandino, non gli dico mai: ‘vieni qui, dove vai, cadi!’. Io gli dico sempre: “dai che se ti impegni ce la fai” e ogni volta che riesce esultiamo tutti assieme. È importantissimo dargli la fiducia e la possibilità di sbagliare. In molti mi dicono che è un po’ troppo ‘mammone’, ma sono convinta che se un figlio ha un bel rapporto con la propria mamma, da grande sarà sempre un uomo libero, in grado di andar via serenamente e di tornare tutte le volte che vorrà. Ho tatuato delle rondini sul braccio proprio per questo.

E ti sei mai chiesta del perché molte mamme siano così poco aperte nei confronti della sessualità dei propri figli?

Molto probabilmente perché la vivono, sbagliando, come un fallimento personale? Non saprei darmi un’altra spiegazione, per quanto assurda e ingiustificata. Tutta la polemica che c’è stata intorno alla possibile omosessualità di Elsa di Frozen (Serena ha dato la voce ad Elsa, ndr) mi lascia perplessa, e sono sempre più convinta che alla nostra società servirebbe uno sviluppo del genere all’interno di un cartone animato.

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Pensi che anche il tuo compagno (Davide Davenuto, ndr) reagirebbe nel tuo stesso modo?

Davide è un uomo libero. Un uomo ancor più libero di me. Conoscendolo so perfettamente che reagirebbe con la massima tranquillità. È un papà così innamorato del figlio che non vorrebbe altro che la sua felicità. 

Invece, nel nuovo programma di Real Time, avete affrontato anche il cambio di sesso..

Abbiamo avuto tre storie diverse. Non abbiamo, ovviamente, strumentalizzato nulla e ci siamo limitati ad ascoltare, e a raccontare, il loro percorso in un anno. Quando ho incontrato queste persone meravigliose nella prima parte del programma, ho vissuto e percepito subito il loro disagio. Facevo fatica a farle parlare perché era come se non si sentissero libere di esprimersi. Un anno dopo, quando le ho rincontrate, ho visto e vissuto una trasformazione non solo estetica, ma anche interiore. Sono tre storie intensissime. 

E pensi che parlare di scelte così difficili sia utile per il pubblico da casa?

Sì, e ne sono convintissima. Farà bene a chi ha dei pregiudizi, a chi non ha mai ascoltato e conosciuto questa realtà, e a tutte quelle persone che non hanno il coraggio di essere se stesse.

Tu, ad esempio, che rapporto hai con gli obiettivi?

Nessuno. Sì, lo so: sono un disastro! Anche se è pur vero che io sono una privilegiata e non avendo difficoltà, a differenza delle storie che racconteremo, è anche più difficile trovarsi degli obiettivi di un certo tipo.

In compenso sei una delle poche donne che è riuscita a mantenere una doppia identità artistica, senza inquinare nessuna delle due. Di chi è il merito?

Io non so se ci sono riuscita, ma questa, se vogliamo, è la mia battaglia personale. Voglio fare quello che mi piace, senza stare a pensare se è da sfigati, o da persone troppo snob. Io mi muovo per passione ed è quest’ultima, molto probabilmente, a farmi apparire credibile agli occhi degli altri. 

Pochi giorni fa, sulle tue Instagram Stories, hai mostrato con un sorriso a trentadue denti, l’arrivo di un nuovo copione. Ora, però, devi dirci di che si tratta..

Sarà una fiction per la Tv, ma non posso dire di più se non che amo questa donna che andrò ad interpretare. (È appena uscita la notizia che Serena Rossi interpreterà Mia Martini, ndr)

Dopo il grande successo con i Manetti Bros ti piacerebbe tornare a lavorare con loro?

Molto probabilmente tornerò con loro sul set de L’ispettore Coliandro assieme al grande Giampaolo Morelli.  Qui ci si sposta sempre tutti assieme..

E quel continuo accostamento alla fiction ‘Un Posto al Sole’, in tutta sincerità, non ti ha stancata?

Se dopo dieci anni ancora mi ricordano, evidentemente, è perché ho lasciato il segno, e quindi va benissimo così, non trovi?

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