C’è Lega e Lega: mentre in Lombardia il Pride viene nuovamente osteggiato, a Lugano i cugini svizzeri accolgono il loro primo corteo.
In Canton Ticino sono almeno cinquemila le persone attese per il Pride che si terrà il 2 giugno a Lugano. Sarà la prima manifestazione LGBT organizzata nelle zone italofone del Paese elvetico.
Una prima volta a cui anche le istituzioni cittadine guardano con favore, soprattutto sotto il profilo del ritorno economico e turistico. Un atteggiamento che contrasta con la chiusura espressa di recente dal neo eletto governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana e contrasta ancora di più dato che anche qui il partito che esprime il sindaco è di destra e si chiama Lega.
“È una sfida per certi versi, e l’abbiamo accettata perché siamo una città aperta – ha affermato il sindaco luganese Marco Borradori al sito Tio.ch – Dobbiamo tutti poterci sentire liberi di vivere spontaneamente, facendo quello che crediamo giusto fare”.
“C’è ancora tanto da fare, naturalmente non solo a Lugano, ma in tutta la Svizzera italiana, soprattutto nelle scuole – ha spiegato Mattia Modini, presidente dell’Associazione Pride Svizzera italiana 2018 – C’è un lavoro di sensibilizzazione, di informazione da fare. Il Pride ci permette di aprire un dibattito pubblico ed essere presenti alla luce del sole, un’altra manifestazione non ci avrebbe dato questa occasione e questa visibilità”.
Parole che dovrebbero far riflettere i nostri amministratori al di qua delle Alpi e tutti coloro che, anche nella comunità LGBT, guardano ai Pride con occhi ricolmi di pregiudizi.
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