Torino Pride, è boom: centoventimila persone hanno sfilato ieri pomeriggio al decimo corteo LGBT cittadino, in un lungo serpentone che si è srotolato fluido da via San Donato a piazza San Carlo, attraversando il centro cittadino tra applausi e pubblico incuriosito. “È il decennale del Pride, una data importante – ha dichiarato la sindaca Chiara Appendino, presente in testa al corteo (l’ex sindaco Piero Fassino era presente qualche fila dietro) -. Sono onorata di poter rappresentare la città oggi qui. Abbiamo sempre partecipato al Pride come tanti miei compagni di viaggio. Staremo a fianco di chi vuole battersi per i diritti civili”.
Purtroppo, causa problemi famigliari riguardanti la figlia neonata, la sindaca ha dovuto lasciare il corteo in piazza Castello e non è salita sul palco allestito nel salotto di Torino, piazza San Carlo.
È stato un bel Pride, partecipato, aperto dalla banda cittadina che ha intonato YMCA dei Village People ma proiettato nel futuro, scandito dallo slogan ‘Il domani ci appartiene’, dove i veri protagonisti sono stati i bambini delle Famiglie Arcobaleno traghettati su un Ecobus e un double decker, in grado di contagiare tutti con la loro allegria e i loro sorrisi innocenti. E quando sono apparsi tutti insieme sul palco presentati da Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride, l’applauso è stato scrosciante.
Gli slogan andavano da un torinesissimo ‘Più trav meno TAV’ al più rodato ‘Alcune persone sono gay. Fattene una ragione’. Sul carro della serata Queever c’era Alba Parietti: “Perseguite l’ideale di voi stessi, bisogna camminare a testa alta – ha dichiarato la showgirl -. Io sono nata qui a Torino, sono la trans numero uno di Don Gallo che voglio ricordare, un prete vero!”.
Molte le associazioni presenti, a dimostrazione di quanto è ampia la costellazione di volontariato lgbt e filoqueer (Agedo, Famiglie Arcobaleno, Arcigay, Geco, Granda Queer, Polis Aperta, PoliTo, Unione Atei e degli Agnostici Razionalisti, Wequeal, eccetera). L’unica contestazione era rappresentata da uno sparuto gruppetto di esponenti di Forza Nuova che nelle vicinanze di Porta Nuova volantinava ‘Basta privilegi omosessuali’ in cui si leggeva: “Perché se due amici vivono insieme sono trattati come tutti, mentre se sono omosessuali devono avere, per esempio, la pensione di reversibilità?”.
Sul palco di Piazza San Carlo si sono succeduti vari esponenti politici: “Sono assessora, le parole sono sostanza, non forma! – ha dichiarato Monica Cerutti, assessore della Pari Opportunità della Regione Piemonte – Siamo qui per la terza volta, è iniziato un cammino insieme, abbiamo approvato due leggi molto importanti sui diritti, è importante lavorare a un cambiamento culturale. Se oggi Raidue ha censurato immagini di amore omosessuale, invito chi ha deciso questa censura a venire qui, non siamo più nel Medioevo”. “È una giornata straordinaria – ha ricordato l’europarlamentare Daniele Viotti – perché festeggiamo i dieci anni del Pride nazionale ma soprattutto perché festeggiamo l’uscita dall’ufficio di Alfano del decreto sulle Unioni Civili. Ci stiamo lasciando dietro l’uno dopo l’altro i mostri che sono nostri nemici. Stiamo facendo una strada dura, lunga e difficile ma la storia è dalla nostra parte. Cercheranno ancora di spaventarci, di ucciderci. Ricordiamo le sorelle e i fratelli di Orlando”.
In rappresentanza del sindaco Chiara Appendino è intervenuto Marco Giusta, neo-assessore alle pari opportunità: “Sono emozionato – ha esordito Giusta -. Porto la fascia tricolore in rappresentanza della nostra sindaca che ha marciato insieme a noi con orgoglio fino a Piazza Castello e si scusa con voi. Sono dieci anni che partecipo al Pride in questa città. Abbiamo iniziato una narrazione nuova che vuole provare a riconnettere le persone, le loro storie, i loro corpi, le necessità e le speranza dando riconoscimento alla pluralità della vita delle persone. Proveremo a fare uscire le nostre storie dalle periferie della norma. Abbiamo molto da fare come amministrazione, valorizzando le differenze, delegittimare omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, combattere sessismo e misoginia, sostenere tutte le famiglie”.
È stato coinvolgente anche l’happening musicale presentato da Platinette in una piazza San Carlo quasi colma, inaugurato dalla splendida voce del mezzosoprano Gabriella Sborgi con il coro del Teatro Regio. Si sono succeduti Levante, i Moderni, il cantautore torinese Bianco, Eugenio in via di Gioia, Cosimo Morleo, i Perturbazione con Andrea Mirò. Commovente il racconto su un trans FtoM letto da Roberto Zibetti sulle note dell’arpista Cecilia che ha reinterpretato la canzone cult Take me to church di Hozier. Ha chiuso le esibizioni Dolcenera con un vero e proprio miniconcerto in cui spiccava un’inattesa reinterpretazione della celebre Cuore Disperato di Nada. Significativo l’appassionato monologo di Carlo Gabardini che ha ricordato le vittime di Orlando dichiarando che “i locali gay sono rivoluzionari: è come sognare la Fabbrica di Cioccolato per vent’anni e poi trovarsi in quella di Willy Wonka”.
La serata si è conclusa con l’affollata festa dance al Rights Village al Parco Valentino: è il Pride di maggior successo della storia torinese.
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Post scriptum ma quel cartello con la scritta inglese "we are born" con l'inglese da capra era proprio necessario e soprattutto mostrare uno strafalcione linguistico non è il massimo come immagine!!!
"in un lungo e sobrio serpentone (i travestimenti si contavano sulle dita delle mani)": chi ha scritto questo articolo? Famiglia Cristiana o un sito LGBT? Sembra quasi che quelli travestiti in maniera provocante e provocatoria non siano più benvenuti nei Pride e nella comunità LGBT
A me non sono mai piaciuti i pride, a me piacciono le leggi che garantiscono uguaglianza. Abbiamo una legge che ci ha avvicinato, quando sarà operativa, all'uguaglianza, ma che non consente molte cose, inclusa l'adozione del figlio del partner per l'opposizione di molta parte del parlamento e tra questi c'è anche il M5S che su questo ha cambiato idea all'ultimo benché i militanti avessero votato on-line esplicitamente per l'adozione "all'interno della coppia". Non abbiamo, poi, una legge che sancisca reato l'omofobia. C'è chi subisce processi per aver insultato gente di colore, se lo stesso avvenisse con i gay non si subisce alcun processo, anzi abbiamo Sgarbi che rivendica il diritto di insultarci chiamandoci froci e culattoni. Su questo valuteremo il M5S, se sarà favorevole al matrimonio e alla legge contro l'omofobia. Dopo 20 anni di partecipazione di politici di sinistra ai gay pride, non vorrei vedere altri 20 anni di bla bla da parte di grillini, cui non seguano leggi.
Sono d'accordo con lei.
Non avevo notato il tubino da funerale che la pentastellata indossa. Sobria.
Ma la sindaca non fa parte di quel movimento che ha affossato la Step Child Adoption all'ultimo minuto e non ha votato per la legge sulle unioni civili? Vergognatevi. Tutti. Viva la coerenza, soprattutto dell'associazionismo gay.