Caro Flavio, scusa per il mio italiano non perfetto, sono solo 3 anni che vivo in Italia. Ti scrivo per avere un commento di un annuncio che ho appena letto e che sinceramente mi "spiazza" e non riesco a capire. Ti scrivo l’annuncio come riportato sul sito internet: "ETERO 31ENNE CERCA ETERO PER INCONTRI DI SESSO, SONO SPOSATO E TI CERCO SPOSATO O FIDANZATO, NO GAY." Credimi Flavio, io mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: cosa sono? etero, bisex o gay? come faccio a sapere a che fascia appartengo? si può far sesso con uomini rimanendo ‘etero’? Carissimo Flavio chiariscimi le idee, ti ringrazio anticipatamente. Francesco
Caro Francesco, mi permetto di girare la tua mail ai lettori del sito, perché alla domanda non è facile dare una risposta chiara e incontrovertibile. Se rimarrai deluso, non te la prendere: la questione è molto più complessa di quanto non sembri e i tuoi dubbi non sono causati da un’incomprensione linguistica. Tu scrivi in un italiano ottimo, assai migliore (purtroppo) di molte persone nate e cresciute nel nostro paese.
Escluso quindi l’equivoco lessicale, cosa possiamo ipotizzare? Ad esempio, che si possa fare sesso con uomini rimanendo etero, perché la nostra inclinazione non è "corrotta" dalla pratica. Esistono migliaia di situazioni arcinote (carceri, caserme, seminari, ecc.) in cui la convivenza è necessariamente tra soli uomini. Non sta a me l’ambizione di verificare in quali casi si possa parlare di omosessualità "forzata" e in quali l’istinto prevalga sui bisogni fisiologici.
Se è vero che un gay non "diventa" etero se ha un’avventura occasionale con una donna, è altrettanto credibile che anche un etero non "diventi" gay in circostanze particolari. Ammesso ovviamente che non si voglia tirare in ballo il luogo comune che ci vuole tutti bisex (chi più, chi meno), ingiusto verso i veri bisessuali che, da minoranza nella minoranza, si troverebbero d’improvviso maggioranza assoluta, condizione avvilente per i loro sinceri sforzi di accettazione.
Certo, fare sesso in qualche modo ci contraddistingue e sulla base dei nostri comportamenti sessuali possiamo farci un’idea delle nostre inclinazioni. Un ragazzo che, dopo alcune esperienze col gentil sesso, comincia ad avere solamente rapporti omosessuali, più che un bisessuale vero e proprio è forse una persona che ha lentamente preso coscienza di sé. Una volta sbloccata, la sua natura più profonda ha finito per imporsi (la situazione vale anche nel caso inverso, per quanto forse meno diffuso).
Per tornare all’annuncio, esso contiene però un elemento che fa sospettare una profonda ipocrisia: il fatto che l’autore si proclami etero pur andando in cerca di un altro uomo. Un etero può vivere tutte le esperienze gay che vuole senza per questo essere "contaminato", ma risulta poco credibile e un po’ridicolo che se le vada a cercare su internet. Chi mette annunci in un sito gay, tanto etero non deve essere.
Molto più probabile che la ricerca, fatta quasi sicuramente all’insaputa della consorte, sia un modo per sfogare una parte di sé che non si è riusciti a soffocare del tutto. In questa avventura pericolosa è allora meno pericoloso un compagno di viaggio con una situazione simile (sposato o fidanzato) e con un identico interesse a rimanere nella clandestinità, per evitare che il sentimento possa prevalere sulla scappatella. In parole povere: un "gay" potrebbe appiccicarsi e compromettere tutto.
Rimane un’ultima obiezione: la ricerca dell’etero può nascondere un pregiudizio sulla virilità. Gli stessi omosessuali, specialmente da giovani, tendono spesso ad infatuarsi di chi assume certi atteggiamenti "maschili", meno diffusi negli ambienti gay. Senza aprire più di tanto questa parentesi (prometto di tornarci in seguito), limitiamoci al caso in questione.
Se un "etero", che entra su un sito gay alla ricerca disperata e furtiva di un contatto carnale con un altro uomo, lo desidera anche "virile", beh… ecco che ognuno di noi si sarà dato una risposta. Magari sbagliata, per carità. Però io ho imparato a diffidare delle descrizioni virtuali di alcune persone che tendono a raccontarsi non per come sono ma per come vorrebbero essere viste dagli altri. E talvolta, in questo sottile gioco d’inganni, finiscono per crederci pure loro.
Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.
Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.Per scrivere a Flavio Mazzini clicca qui
di Flavio Mazzini
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