INCONTRI BOLLENTI VIA SMS

E-mail e messaggi anonimi mandati dalle cabine telefoniche. Cellulari come hot-line. Tecnologia per sesso tutto-e-subito.

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Dopo anni bui, soppiantate dalla più comoda telefonia mobile, di solito non funzionanti, colorate da graffiti, con gli apparecchi in condizioni pietose e rimasugli di cibi e bevande abbandonati senza ritegno, puzzolenti di piscio e rifugio per rapidi amplessi nei punti bui della città, le cabine telefoniche sono tornate prepotentemente in auge, anzi sono diventate una sorta di “ultima frontiera tecnologica” per il momento nota solo a pochi. Terribilmente trendy, chi le usa nel modo giusto è più ammirato di chi possiede l’ultimo modello di cellulare gprs. Vi sembra incredibile? Andate a vedere. Mi riferisco alle cabine con i telefoni grigi e arancioni, bombati, un po’ panciuti. Che hanno scritto sul visore ”Benvenuti in Puntotel” e hanno lo spazio per la scheda, talvolta accompagnata da una fessura rossa sulla destra per gli eurocents. Da queste cabine si possono mandare e-mail ed SMS assolutamente anonimi, che recano solo un codice col prefisso che identifica la posizione geografica, ma non la persona. Me ne sono accorta per caso. Una volta, mentre stavo telefonando, (ero in un grappolo di cabine a stella, dove inevitabilmente osservi i due che ti stanno ai lati) ho notato che uno dei miei vicini digitava sulla tastiera come se fosse un computer, senza alzare la cornetta. Allora ho guardato meglio sullo schermo della mia, e ho visto un tasto e un menù per inviare fax, e-mail ed SMS ad un prezzo assolutamente irrisorio, meno della metà di quello che costano da un qualsiasi cellulare. Con una scheda, o addirittura con qualcuno di quegli spiccioli in nichel che ci sembrano sempre un inutile ingombro, puoi comunicare con chi vuoi, senza comprometterti troppo. L’ho trovato semplicemente straordinario, e so che questa abitudine si è diffusa nel mondo notturno e segreto che cerca appuntamenti attraverso le chat, e fra tutti quelli che accettano incontri al buio, ma non troppo, incluso il mondo gay.

Un mio amico, che adesso è diventato un fanatico di questo metodo, mi ha raccontato come ha iniziato: “Un giorno mi arriva un SMS preceduto da una strana sigla. Un ragazzo che si descriveva come “muscoloso piacente attivo e passivo” aveva avuto il mio numero da qualcuno che non specificava e mi chiedeva, se mi interessava incontrarlo, di andare alle 15 a un certo incrocio. Rischiava lui (potevo ignorarlo), rischiavo io (poteva essere uno scherzo); perché no? Mi piacciono queste cose, sono sbalzi emotivi che caricano di adrenalina e rendono le giornate meno grigie. Sono andato e, un po’ in ritardo, evidentemente dopo avermi osservato con attenzione, si è fatto vedere. Era proprio carino! Ci siamo seduti in un bar a parlare, ci siamo accorti di avere molte cose in comune, e così ho deciso di farlo salire da me. Tutto nel suo dialogare, era intrigante e carico di promesse e quel gioco telefonico che aveva scelto per incontrarmi mi era parso geniale, mi aveva eccitato. Siamo stati insieme quasi due mesi.

Adesso è finita, ma è diventato un metodo che uso anch’io. Anzi gliene sarò per sempre grato. Molti uomini, pur di incontrarti di nuovo, ti lasciano subito il cellulare, gente conosciuta in chat o nel buio di una dark-room. Io ho bisogno di vederli alla luce del sole, di osservare il loro modo di muoversi, di cogliere quelle sfumature che si percepiscono in qualcuno che non sa di essere osservato. Dopo aver mandato il messaggio mi nascondo in un angolo, o resto nella cabina, girato dall’altra parte. Qualche volta non vengono, ma pochi resistono alla tentazione. Qualche volta non sono il mio genere, ma possono piacere a qualche amico, così conservo il numero di cellulare e lo passo in giro, dando vita a vere “catene del messaggio anonimo” che sono anche momenti giocosi e possono portare a incontrare l’uomo della propria vita, chissà …

Mi piace rivedere così anche i ragazzi con cui ho passato piacevoli momenti in una dark-room o nel buio di un locale, o magari di notte in un parcheggio. Prima avevo pudore a richiamare, li pensavo momenti destinati a dissolversi all’alba. Adesso, quando si crea una qualche speciale alchimia, mi diverto a stanarli usando le cabine e le loro straordinarie, anonime possibilità di contatto. Magari si sono dimenticati, oppure hanno serbato un ricordo eccitante di un corpo disponibile e di un viso i cui contorni erano mascherati dal buio, dai riflessi di un neon sul marciapiede, da faretti da discoteca. Con le mail e i messaggi anonimi li riconvoco, ci concediamo(io e loro, perché accettano) una prova d’appello, e magari quella armonia, quella affinità sessuale si ritrova, rinasce feconda ed eccitante. Oppure non succede niente e me ne vado, senza rimpianti. Anche la sola osservazione, un po’ nascosto, curioso, appaga il mio voyerismo. Mi consente una verifica sulle mie incursioni nel mondo notturno e segreto dei miei desideri innominabili. Gratifica il mio narcisismo perché non mi è mai capitato di pensare:” Guarda che brutto quello, ma con chi sono capitato ieri notte” Anche quando mi sballo con molti negroni conservo sempre una certa lucidità, che a volte gradisco verificare.

Siamo tutti diversi alla luce del sole.

di Francesca Mazzucato

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