La crisi colpisce il porno: attori costretti alle collette

Che sia per un intervento chirurgico o per un progetto cinematografico, sembra che gli attori porno sempre più spesso ricorrano alla raccolta fondi tra i fan: il loro lavoro non è più così redditizio.

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Era inevitabile che prima o poi la crisi economica si facesse sentire anche nel mondo del porno gay. Infatti, se da una parte l’aumento dei ragazzi disposti a farsi avanti ha reso l’ambiente più competitivo, alzando la qualità media dei performers e garantendo un’offerta senza precedenti, dall’altra ha determinato un progessivo abbassamento dei compensi, tant’è che se fino a dieci anni fa un performer  ben quotato poteva vivere unicamente con i proventi dei video gay, oggi la situazione è diventata decisamente più complessa. E il clima di recessione aggrava il tutto, creando situazioni a cui il mondo del porno gay non ci aveva abituato. Prendiamo il caso di Chris Rockway, da diversi anni nome di punta del sito randyblue.com: aveva da poco scoperto che necessitava di un’operazione alla colonna vertebrale. Poiché rimandare poteva comportare la perdita dell’uso delle gambe, e siccome lui non disponeva dei 22.000 dollari necessari all’intervento, era arrivato a proporre una raccolta fondi su internet: fortunatamente una settimana fa ha avuto modo di essere ricoverato e di subire l’intervento in tempo utile.

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Facendogli anche i nostri più sentiti auguri, prendiamo atto di come il suo caso dimostri che anche i gay porn performers iniziano ad avere problemi ad accantonare un fondo per le emergenze, o anche solo per dei progetti a lungo termine. L’aspirante attore Sean Paul Lockhart, meglio noto nell’ambiente del porno gay come Brent Corrigan, è un caso abbastanza rappresentativo. Dopo aver tentato per anni di farsi notare anche nel mondo del cinema indipendente, aveva deciso di mettere in cantiere un film a tematica gay prodotto da lui: doveva essere uno psico-thriller intolato Truth e il budget per realizzarlo doveva essere di 30.000 dollari. Una cifra che Brent Corrigan non aveva a disposizione, visto che anche lui aveva tentato la carta della raccolta di donazioni tramite un sito internet. Nel suo caso, però, la raccolta non è andata a buon fine ed è riuscito a racimolare poco meno di 13.000 dollari. Forse il suo pubblico non aveva grande fiducia in lui come produttore. Quel che è certo è che a margine di questo episodio è sorta una polemica non proprio edificante fra Brent Corrigan, il suo agente David Forest e il sito  Rentboy.com.

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Poco tempo fa, infatti, proprio sul sito Rentboy.com era comparso l’annuncio di un escort che utilizzava le foto e il numero privato di Brent Corrigan, offrendo prestazioni per 300 dollari. La polemica nasce dal fatto che una star del calibro di Brent Corrigan si stava praticamente “svendendo”, e che il suo agente non sapeva nulla del suo profilo su Rentboy.com. Il problema, però,  non era il fatto che Brent Corrigan offrisse le sue prestazioni su un sito di escort, come peraltro fanno molti suoi colleghi, ma che avesse scavalcato il suo agente, che per contratto deve curare anche questo genere di prestazioni lavorative per lui e per gli altri ragazzi che segue. Quando questa storia è emersa Brent Corrigan si è affrettato a smentire tutto, dicendo che qualcuno aveva messo su quel profilo il suo numero di telefono personale, ma d’altra parte Rentboy.com è pronto a garantire che i dati della carta di credito con cui il profilo è stato pagato erano proprio quelli di  Sean Paul Lockhart/Brent Corrigan. Dov’è la verità? Davvero Brent Corrigan era disposto a finanziare il suo film mettendosi in saldo senza garantire una percentuale al suo agente? Sia come sia la crisi sembra investire anche le vecchie glorie del settore.

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Ryan Idol, che ora è in carcere per una brutta storia di cui parlammo a suo tempo, si dichiara disposto a portare in giudizio Chi Chi La Rue, colpevole di aver riutilizzato alcune sue vecchie scene senza garantirgli i diritti d’autore. Il video in questione si intitola Criminal Dicks, e raccoglie le performances di alcuni pornstar storici che successivamente sono finiti in carcere: scelta discutibile, ma che forse – in tempi di crisi – garantisce un certo richiamo. Il regista in drag, comunque, ha fatto notare che Ryan Idol aveva firmato un contratto con la Catalina, defunta casa di produzione degli anni ’90, di cui Chi Chi La Rue ha rilevato il marchio, ma – a quanto pare – non le clausole contrattuali. Nell’attesa di capirci qualcosa di più bisogna prendere atto che, purtroppo, le conseguenze di questa crisi stanno investendo proprio tutti.

di Valeriano Elfodiluce

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