Uno dei miei migliori amici mi chiama Incastroman. Dice che quando mi metto alle costole di qualcuno per ottenere qualcosa non gli do tregua fino a quando con petulanza molesta non ottengo ciò che voglio.
E’ una domenica pomeriggio, noiosa già per definizione. In più piove e fa freddo.
"Che fai? Ci vediamo da me per vedere un film?"."No, non posso", mi risponde il mio amico e a me già inizia a salire il sangue al cervello.
"Come non puoi? E che devi fare?", chiedo con la prepotenza di chi non accetta rifiuti.
"Non posso, non insistere".
"Dai, ti faccio anche il cioccolato caldo", aggiungo come un venditore di pentole che vuole concludere l’affare con un incentivo conclusivo al quale non si può proprio dire di no.
"Mi devo vedere con uno"."E’ chi è? Lo conosco?", mitraglio.
"E’ uno con cui faccio sesso”.
"Stai con uno e non me lo dici?", chiedo risentito, perché tra amici ci si DEVE dire tutto.
"Macché. E’ un trombamico. Ma tu non ce l’hai uno da chiamare invece di stare qui ad ammorbare me?" (carino…).
Eh, magari ad avercelo.
Sarebbe quanto meno utile avere qualcuno con il quale, in maniera molto schietta e consapevole, creare un rapporto senza legami, basato sul mutuo soccorso sessuale, dove la confidenza non diventa mai intimità e si decide di giocare insieme la stessa partita con sportiva leggerezza.
Ma essendo io un Incastroman risulterebbe difficile per me gestire questo rapporto con il dovuto distacco e finirei sicuramente per restarne invischiato cercando di inquadrarlo in un ruolo più definito convinto come sono che o si è amici, o si è fidanzati o non si è nulla di tutto questo.
Certo mi capita come a chiunque di fare sesso anche più di una volta con la stessa persona ma i lassi di tempo tra questi incontri sono sempre stati talmente dilatati da non poter rientrare nelle norme che vigono e che descrivono il rapporto tra trombamici. Non che ci sia stato un convegno internazionale per definirne i contorni ma credo che per essere identificati come tali ci dovrebbe essere una certa assiduità di frequentazione tale per cui non occorre ripresentarsi con nome e cognome la volta successiva che si finisce a letto.
Ad ogni modo trovo che sia un tipo di rapporto dagli indubbi vantaggi. È il sesso scaccia pensieri, costa meno di un massaggio e non devi neppure stare lì a perdere tempo abbindolandolo con una critica analitica dell’ultimo film visto al cinema.
Un rapporto squallido? Neppure per niente. Consapevole se mai perché convincerci che dietro a ogni singolo atto sessuale debba necessariamente esserci un sentimento è una presuntuosità irrazionale come credere che il nostro pesce rosso ci riconosca e muova la coda per la gioia quando ci avviciniamo con il naso alla lastra di vetro dell’acquario.
I due si conoscono già, l’uno sa cosa piace all’altro, poche sorprese, certo, ma il piacere è garantito. Il trombamico, come un amico, sa dov’è il bagno senza doverglielo indicare e, come un trombatore, sa invece quali leve muovere per darti piacere creando così una crasi tra godimento e confidenza.
Puoi permetterti di fare cilecca senza mortificarti e pur non scadendo nella sciatteria puoi fare un sesso rilassato evitando dimostrative evoluzioni erotiche da Cirque du Soleil.
Insomma un rapporto rilassato che il mio amico costumista quasi affermato ben sintetizzerebbe con la frase: "uno sono io uno sei te: facciamoci compagnia!".
Non serve inventarsi biglietti avanzati a teatro o usare la scusa della pasta al forno fatta da mamma che "da solo non ce la faccio proprio a finirla". E’ un’interazione che non pretende preamboli ipocriti rivelandosi senza pudori per quello che è: un rapporto d’affinità ma senza affetto, un incontro di letto ma solo nel letto dove l’audacia non ha nulla di torbido o scabroso accampato com’è in una terra di mezzo al confine tra la tenerezza post coitale e l’"ok, ti chiamo un taxi che domani lavoro".
Che poi a letto si raggiunga anche una delicata intimità nessuno lo vieta ma niente porta aperta del bagno mentre si fa pipì. Nessuna gelosia, bugia o litigio: quelle sono cose da fidanzati.Nel rapporto tra trombamici non ci si danno nomignoli, soprannomi alle parti intime, faccine buffe o emoticon sugli sms e se inizia a prendere quella china, meglio tagliare i ponti o lasciare che questi si saldino al punto di trasformare il rapporto in qualcosa di sentimentalmente più coinvolgente perché al di la di ogni cinismo spietato, non si sa mai da che parte può arrivare una bella storia d’amore. Ma al netto di questa odorosa eventualità il trombamiciscmo è e deve restare un rapporto essenziale, senza frizzi e lazzi esattamente come un Roma-Londra a bordo di un volo Ryanair. Un piacevole buco nell’agenda da riempire con sciolta reciprocità dove basta al massimo un: "Che fai stasera? Ti va se ci vediamo?". E tutto il resto è sott’inteso.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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