State per partire per delle vacanze dell’ultima ora e non sapete ancora che libri portare? Oppure siete rientrati e volete riprendere a dedicarvi a una lettura salutare?
Ecco una lista di possibilità, assolutamente non esauriente. Piccoli morsi di storie diverse e poco conosciute. Libri impegnativi da portare dietro come amici silenziosi, libri strani che potranno allietarvi, affascinarvi, guidarvi in altri mondi, catturarvi con un linguaggio speciale e con storie fuori dall’ordinario. Sono consigli senza capo né coda, che non tengono conto del buon gusto, dei desideri degli editori, o delle più recenti uscite. Anzi. E’ una lista che segue i miei sfizi e i miei gusti. Forse potranno contagiarvi. In fondo mi occupo di libri, li annuso, li scrivo, li sfoglio, li uso, li copio da tanto tempo. Poi scegliete voi. Potete anche decidere di leggere solo Chi, o Novella 2000, per sapere tutto, ma proprio tutto sui cosiddetti VIP e sui vari reali. Sarebbe meraviglioso. Sono letture perfette per una torrida estate o un autunno incipiente. Letture fondamentali per chi, come diceva Oscar Wilde, pensa che "il pettegolezzo ben fatto, sia in realtà un’arte".
Ma partiamo con i libri.
Non troppo lungo, pirotecnico e divertente, eccitante e folle come il suo autore, è senz’altro "Il ballo delle checche" di Copì, edizioni ES.
Se non conoscete questo autore compratelo subito, leggerlo sarà come bere un drink molto forte, come sentirsi scossi da un’ondata di piaceri e sofferte passioni, un vero delirio di voglie scatenate e flash psichedelici.
"Luminal", di Isabella Santacroce, edito da Feltrinelli, è un libro visionario, con incontenibili slanci lirici, un libro fatto di carne e sesso, la carne psicochimica impregnata di Luminal, la droga dello spirito, consumata regolarmente da due amiche-amanti, due ragazze che lavorano come entraineuse e non possono fare a meno del Luminal "che regala sonno che annulla".
Sono Demon e Davi, e vivono a Zurigo: "Davi guarda la città muoversi dal finestrino… Davi amica per l’eternità se mai esistesse anche una sola volta nella vita, magica come musica che sa farti piangere se vuole, stringimi Davi, fammi sentire la tua amorevole presenza in questo taxi che sa di abbandono…"
Piccola pausa da queste emozioni carnali con il "Trattato di funambolismo" di Philippe Petit, prefazione di Paul Auster, edito da Ponte alle Grazie.
Un libro leggero, incantevole. Un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l’impossibile: camminare dritti incontro al cielo e raggiungere le stelle.
Un libro che insegna cose sulla vita senza insegnare nulla, se non raccontando il sogno e le poesie che lassù, sul filo, sono incantevoli, luminose e prive delle scorie e dei pregiudizi degli esseri umani.
Harold Brodkey è uno scrittore americano nato nel 1930 e morto pochi anni fa di AIDS.
Narratore grandissimo, esploratore ardito dei meandri della mente in azione, capace di scrivere avventure epiche che spaziano dalla coscienza dei sentimenti, all’erotismo, all’ identità sessuale e alla difficoltà dei rapporti. Bisessuale, dotato di uno stile musicale, barocco, raffinatissimo, ha scritto due volumi di racconti geniali, pubblicati di recente anche in edizione economica da Mondatori, "Storie in modo quasi classico 1 e 2", lo splendido romanzo "Amicizie profane" di cui ho già avuto occasione di parlare, la storia di una amicizia amorosa fra due uomini, sullo sfondo di una Venezia immaginifica, amicizia fondamentale che dura lo spazio di una vita e di un’ epoca storica.
Poi c’è il duro racconto della sua malattia: "Questo buio feroce, storia della mia morte" edito da Rizzoli.
Doloroso e a tratti esaltante, è la cronaca precisa e impietosa di come il virus dell’Aids si impossessa del suo corpo, lo annichilisce e poi lo distrugge. Fin dall’inizio Brodkey si era ripromesso di non sfuggire allo scopo della sua vita, quello di narrare tutto, nemmeno in questa occasione. Il romanzo inizia con "Primavera 1993: ho l’Aids e non ci posso credere. Non sono stato esposto al contagio dal 1977, come dire che le mie esperienze, le mie avventure omosessuali risalgono in gran parte agli anni sessanta e settanta…"
Ora una vera chicca: "Le avventure di Arabella, Donna Chisciotte", di Charlotte Lennox, edito da Luciana Tufani, considerato un vero classico della cultura e della letteratura transgender.
La storia di Arabella, giovane donna che dai romanzi delle "preziose" e dei loro seguaci e imitatori trae i suoi codici di comportamento, non è, come potrebbe sembrare, una semplice parodia di questo genere letterario. Al di là di giochi, fraintendimenti ed effetti comici, questo personaggio fuori dagli schemi, autonomo, moderno e spregiudicato, mette in ridicolo i limiti e le ipocrisie del suo tempo.
E, come avevo promesso all’inizio, cosa consigliarvi per uscire dal buon gusto? Beh, TRANSGENDER GENERATION, di Francesca Mazzucato, edizioni Pizzo Nero. "Dulcis in fundo", si potrebbe dire.
di Francesca Mazzucato
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