Come tutti gli impiegati "dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18" sono affetto dalla sindrome da fine settimana farcito. Se il sabato sera non vado a un cinema, un teatro, una discoteca o persino un karaoke in periferia, mi sento di aver buttato via l’unica occasione settimanale di divertimento.
Sabato scorso mi butto sullo sperimentale: organizzo una serata casalinga in solitaria. Già pregusto il tepore del piumone riesumato da un tardivo cambio di stagione, poi pizza, supplì e i 400 canali di Sky.Non credo di far invidia agli dei con un programma del genere eppure, alle 5 del pomeriggio, una lamia si abbatte sulla parabola del decoder che non riceve più segnale dal satellite.
L’anatema è scritto a chiare lettere sullo schermo: “segnale assente. Staccare e riattaccare la presa o contattare il servizio clienti” altrimenti interpretabile con un “attaccati. Stasera niente TV”. Compio l’operazione almeno 15 volte ma è tutto inutile.
Chiamo il centro assistenza con la disperazione di chi telefona a una compagnia aerea dopo aver sentito al notiziario che l’apparecchio dove viaggiava un proprio caro si è schiantato in fase di atterraggio.
“Mi dispiace signore ma possiamo mandare un tecnico non prima di lunedì”, mi risponde Giulio-come posso esserle utile.
“Lo so, ma aspetto 20 persone a cena per vedere la partita”. Bluffo, è ovvio, ma so che quando si parla di calcio l’emergenza è nazionalmente più condivisibile.
“Ma stasera non gioca la A” mi risponde impettito.
“Lo so ma noi seguiamo la Bundesliga”. Ne ho sentito parlare qualche volta di sfuggita in televisione e la butto lì. Alla fine credo di essergli sembrato davvero un tifoso accanito perché mi risponde complice: “Va bene, ma non prima di un’ora”.Sento parlare di tecnico e subito scatta il trip da porno plot della Colt.
Dopo un’ora apro la porta a un omino alto come Danny De Vito. Calvo ma con un codino esangue come un mazzetto di basilico dimenticato al sole, misera vestigia di un passato ipertricotico.
Mentre il simpatico antennista è indaffarato tra cavi e decoder penso a quanto anche lui debba subire, all’inverso, le aspettative dei clienti. Quante volte, poverino, avrà letto la delusione negli occhi di casalinghe vogliose in negligé, che dopo averlo fatto accomodare in salotto sono andate a cambiarsi indossando una più comoda tutona.
Insomma, la storia del tecnico bono che arriva e ti aggiusta la lavatrice per poi smontarti a letto è il sogno erotico più diffuso sulla terra, ma purtroppo è tanto veritiero quanto il caso dell’uomo falena della Virginia del sud: tutti ne parlano ma nessuno lo ha mai visto davvero.
Ogni volta che mi capita di sentire un amico (ma vale anche per le amiche) che aspetta per una riparazione da fare, più che augurarsi che non costi una fortuna sperano sempre che si presenti uno stallone da monta che annuncia il suo arrivo nitrendo invece che suonando il campanello perché, c’è poco da discutere, l’idea del tecnico, rude e proletario prototipo di Gennarino Carunchio riesce ad avvampare anche la fantasia più avvizzita.
Ognuno ha il suo feticcio. Ai maschi etero l’infermiera sexy, a quelli gay l’idraulico stura tutto.
A me solo una volta è capitato di ricevere un tecnico davvero sexy. Giovane, muscoloso, tatuato e sudato dal caldo torrido di luglio.
A lui deve essere sembrato un film dell’orrore di quelli dove il protagonista finisce accidentalmente nella casa dove riposano dei vampiri, visto che il nostro appartamento è la versione full gay di “Tre cuori in affitto”. Assiepati intorno a lui gli abbiamo offerto dal caffè al massaggio cervicale. Tutte cose che con garbo ha rifiutato rivolgendo alla lavatrice un’attenzione disperata e subodorando il pericolo incombente che aleggiava in casa.
Alla fine il bel tecnico non chiese di potersi fare una doccia e non partì nessun rallenty sulle note suadenti di una canzone di Chuck Berry.
Finito il lavoro prese i soldi del compenso con mano tremante e oltrepassò la porta di casa senza quasi neppure aprirla e 10 secondi dopo sentimmo solo il rumore delle ruote della sua macchina che sgommavano a tutta velocità lungo la via.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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