L’ennesima uscita omofoba trasmessa dalla TV italiana, quella di Mariano Apicella contro Cristiano Malgioglio all’Isola dei Famosi, insieme al modo in cui è stato trattato da molti media l’omicidio di una trans a Milano, ha suscitato la reazione di Arcigay che ha inviato oggi una lettera aperta al presidente della Rai, al presidente della Commissione di Vigilanza ed ai suoi componenti.
"Ancora una volta – scrive Maura Chiulli, responsabile cultura di Arcigay in una nota che accompagna la lettera – è necessario ricominciare dalle parole. Arcigay ha più volte sottolineato la necessità di una formazione sulle tematiche lesbiche, gay, bisessuali e transessuali per chi fa informazione".
"Rivolgersi alle persone transessuali in modo corretto è un dovere che la stampa ha, in un Paese in cui non è riconosciuto loro alcun diritto – commenta la Chiulli riferendosi agli articoli e ai servizi a proposito della morte della trans milanese -. Al contrario, su tutta la stampa nazionale, con rare eccezioni, abbiamo letto un irrispettoso e violento raccontare la morte di una Patrizia inesistente, raccontata tutta al maschile".
Nella lettera, Arcigay cita dati precisi, ricordanco che l’Italia è il secondo paese d’Europa per le violenze ai danni delle persone transessuali sottolineando come, in uno scenario del genere, le parole siano importanti.
A proposito dell’insulto di Apicella ai danni di Malgioglio, poi, il presidente Paolo Patané commenta: "Non è mai ammissibile che l’identità delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali sia utilizzata in funzione di oltraggio, scherno, disprezzo o discriminazione". Nella missiva inviata oggi si chiede "una maggiore qualità dei programmi che vedono coinvolti personaggi della comunità omosessuale e transessuale e la possibilità per gli esponenti autorevoli della stessa di non partecipare a programmi che siano costruiti con finalità rissose e ‘spettacolari’, utili solo ad una facile ma mortificante audience".
Infine, la maggiore associazione lgbt italiana auspica "un durissimo intervento di censura della Presidenza dell’Azienda e della Commissione di vigilanza nei confronti del sig. Apicella. Chiediamo poi che l’Azienda assuma una posizione chiara nel contrasto alle discriminazioni omofobiche e transfobiche e nella promozione di un servizio pubblico rispettoso di tutti, anche attraverso una narrazione finalmente reale della vita, degli affetti e dei progetti delle persone e delle coppie omosessuali".
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