Gabriel Garko: “Chiedetemi tutto, ma non di essere quello che non sono!”

Pregiudizi, haters, docce fredde, ma anche molestie, leggende e possibili partenze. Fermi tutti: parla Gabriel Garko.

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9 min. di lettura

Con Gabriel Garko, al contrario di quel che si può immaginare, si può parlare di tutto. Nessun paletto e nessun intermediario tra di noi. A dividerci, durante un’intervista durata più di un’ora, soltanto due caffè: uno amaro e uno appena zuccherato. Nonostante i suoi quarantacinque anni, il volto per eccellenza delle fiction italiane, è ancora il sogno proibito di donne e uomini e, guardandolo da vicino, non faccio troppa fatica a capire il perché. Gay.it l’ha intercettato prima di una possibile fuga all’estero e, senza alcuna paura, Gabriel parla di pregiudizi, sogni e docce fredde, ma anche di molestie, di paternità e di tutte quelle tante, troppe leggende che girano sul suo conto.

Se uno pensa a Gabriel Garko pensa ad un viveur e non di certo ad uno che abita nella campagna romana, non trovi?

In realtà ho abitato in centro, ma diciassette anni fa. Poi sono fuggito via per ritrovare una situazione più serena. Roma è bellissima, ma c’è sempre troppo caos e in periferia mi sono subito sentito a casa. Anche da bambino vivevo alle porte della città e poi amo il verde e ho tanti animali: quattro cani, quattro gatti e un bel po’ di cavalli.

Oggi come stai?

Ho passato sicuramente periodi migliori, ma tutto sommato non penso di potermi lamentare.  

Quindi, sei uno di quelli che per antonomasia guarda il bicchiere mezzo pieno?

Tendenzialmente sì, ma poi penso che allo stesso tempo non sarebbe umano far finta di vedere solo il bicchiere mezzo pieno. Non sono negativo, quello sì, ma anche io ho i miei momenti ‘no’. 

E sei anche molto ironico ed auto ironico..

Vero. Mi dispiace che questo lato sia meno conosciuto, ma facendo l’attore e interpretando quasi sempre personaggi duri e stronzi, è normale che non arrivi a casa.

Sanremo ti ha aiutato a far conoscere questi lati del tuo carattere, non trovi?

Certamente! A Sanremo, essendo stato me stesso e non avendo dovuto interpretare nessun ruolo, ho potuto esprimermi liberamente. Sai: quando sali su quel palco ci sono due possibilità: o vieni criticato o vieni ignorato. Io, naturalmente, sono stato molto criticato, ma per godermela ho rifiutato categoricamente di guardare i social e la stampa. Superata l’immancabile emotività della prima serata, mi sono divertito davvero tanto.

Sanremo: più difficile farlo, vederlo o subirlo?

Sanremo, incidente a parte, è stata un’esperienza positivissima. In fondo, non mi aspettavo niente di diverso da quello che ho visto e vissuto: si sa già da prima che è un bellissimo tritacarne.

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E neanche a Festival finito hai sbirciato le critiche sui social?

A fine Festival, sì, ma l’ho fatto per avere un quadro generale e ti dirò: non è stato affatto male. Dalla prima serata in poi, l’indice di gradimento, migliorava di sera in sera. L’essere troppo impostati, in quel contesto, non paga. Sui social si disquisiva sui miei capelli e il mio staff sanremese, dopo i primi commenti, voleva a tutti i costi pettinarmi, ma io ho preferito proseguire per la mia strada e, a quanto pare, ho fatto la cosa giusta.

Faccio fatica, però, a pensare che tutte quelle battute sulla chirurgia non ti abbiano fatto male..

Non sbagli, anche se quegli attacchi arrivarono poco prima del Festival, e quella fu l’unica volta dove mi piegarono davvero le gambe. Fino ad allora, venivo attaccato su tutto, ma mai sull’aspetto esteriore. Era una cosa, forse l’unica, su cui ho sempre pensato di essere inattaccabile. 

E come ne sei uscito?

Grazie a degli amici che, vedendomi come ci ero rimasto, mi portarono in barca via da tutto e tutti, cellulare compreso. Quando qualcuno mise delle foto, tra l’altro ritoccate, in rete, inizialmente mi feci una risata, ma nel momento in cui, il giorno dopo, al bar di fiducia, iniziai a notare una certa insistenza da parte di altri clienti abitudinari, per capire se quello visto online fosse vero, o meno, rimasi spiazzato. Oggi ci rido, ma non è stato facile.

Un commento te lo ricordi?

Ad una mia foto, vicino al camino, mi scrissero: “Allontanati dal fuoco che rischi di squagliarti!”. 

Cos’è che non ti perdonano i tuoi haters?

Il lato estetico! È un limite, per gli altri, non per me, ma che non mi ha mai aiutato. O meglio: mi è servito, sicuramente, ma ha contribuito a creare polemiche e pregiudizi continui.

La bellezza fa ancora così tanta paura, in Italia?

Non lo so. So solo che il pregiudizio è troppo radicato nella nostra cultura. A 45 anni ho finalmente imparato a sbattermene di tutto quello che è superfluo.

Sui tuoi canali social, invece, come te la passi?

Personalmente lascio correre, non bado alle prese in giro e a certi commenti al vetriolo, ma quando leggo che qualcuno offende, a sua volta, qualcun altro, e che magari non c’entra neanche nulla, non ci penso due volte e blocco. I social purtroppo fanno parte del mondo reale e vanno saputi gestire.

Ascoltandoti, mi verrebbe da chiederti quanto sia difficile per Gabriel essere sempre Garko?

Oggi non lo è più, in passato, invece, ho avuto qualche problema. Il giorno in cui me ne resi conto fu quando cinque anni fa cambiai il mio nome all’anagrafe. Quando vidi per la prima volta, sulla carta d’identità, scritto Gabriel Garko mi prese un colpo. Ai tempi, l’idea di calarmi nei panni di Garko, era un po’ come avere un alter ego o una sorta di seconda identità. 

È difficile essere così tanto popolari, Gabriel?

È difficilissimo, soprattutto se si tiene all’opinione pubblica. Il momento più brutto è quando allo specchio vedi quello che vorrebbero gli altri e non più quello che realmente sei. Oggi, personalmente, mi sento più libero e faccio quel che voglio senza stare a pensare a quello che sarebbe più giusto dire o fare, tanto anche quando dico la cosa più giusta, e sincera, ci sarà sempre qualcuno pronto a contrariarmi. 

La popolarità non ti spaventa mai?

No, e sai perché? Perché conduco una vita estremamente tranquilla.

Si sa, rispetto ai tanti bellocci, piaci tanto al mondo gay. Pensi che anche qui il merito sia solo della tua bellezza?

Dici? Non ne sono poi così convinto. Ad ogni modo, l’idea di piacere anche agli uomini, però, non mi disturba affatto, credimi. Sono, almeno per quel che mi dicono, un sex symbol e a chi deve piacere un sex symbol se non a tutti?

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In molti hanno sempre chiacchierato sulla tua sessualità. Ti sei mai chiesto il perché?

È un altro cliché che vuole che tutti gli attori più belli siano gay, così come che tutte le belle donne siano delle potenziali mignotte. Mi infastidisce, però, quando un omosessuale si diverte a puntare il dito, verso un altro individuo, tacciandolo a tutti i costi di essere gay, come se poi fosse una cosa brutta. Se una persona è risolta, e vive bene la propria sessualità, non avrà mai tutta questa voglia di dispensare etichette qua e là. Mi dispiace, ad esempio, quando a Sanremo venne strumentalizzata la mia affermazione sulle unioni civili. Io mi limitai a dire che due individui, di qualsiasi natura, dovevano e potevano fare quello che meglio credevano, a patto che fossero entrambi consenzienti, ma anche in quel caso venne vista una certa, ed inesistente, chiusura da parte mia. 

Una volta persino la Bignardi ti chiese se ti saresti mai dichiarato laddove fossi stato gay…

Quell’intervista fu molto ficcante, ma anche divertente. Quando qualcuno chiede, pensando di conoscere già la risposta, ti dirò: mi diverto a giocarci. 

Per un sex symbol è difficile sopportare l’idea di invecchiare?

Ci penso, ogni tanto, e mi fa strano perché per ora non mi sento affatto l’età che ho. So per certo di non rappresentare, secondo il modello culturale tutto italiano, il classico quarantacinquenne, ma io sono così. Non voglio essere per forza quello che la società vorrebbe che io fossi. 

Parli di un uomo sposato e con figli al seguito?

Esatto, ma non solo. Magari, per molti, è anche impensabile che uno alla mia età abbia capelli spettinati e che usi jeans tutti strappati. All’idea di diventare padre ci ho pensato tante volte e oggi più che mai mi sarebbe tanto piaciuto avere un figlio, ma la verità è che non è un giocattolo ed è una responsabilità troppo grande che per colpa del mio lavoro ho sempre rimandato. Il lavoro mi costringe ad essere egoista, nonostante di base non lo sia, e non vorrei mai avere un figlio e non potermelo crescere in prima persona. Se arriverà sarò felicissimo, ma intanto quando posso mi godo i miei quattro nipoti.

Seguiresti mai le orme di Ricky Martin per quanto riguarda la maternità surrogata?

In verità è un’opzione che non ho mai preso in considerazione. Il motivo che poi, molto probabilmente, mi spingerebbe a non farlo sarebbe per l’opinione pubblica. Sentendosi tutti in dovere di dire la loro, non farei sicuramente del bene ad una creatura indifesa. Sarei molto più predisposto alle adozioni per i single, a questo punto..

E alle adozioni alle coppie dello stesso sesso?

Assolutamente sì! Ci dicono che la famiglia debba essere: madre, padre e figli. Perfetto, ma poi chi glielo dice a tutti quei benpensanti che quasi sempre, dietro ad una richiesta di aiuto ad uno psicologo, si nascondono problematiche riconducibili al trascorso familiare? Chi può stabilire che due genitori dello stesso sesso, siano meno bravi di due di sesso diverso? E chi è poi che può determinare la bravura? Quello che conta sono cuore e cervello. E sono le due uniche cose di cui hanno bisogno i bambini per crescere felici e sereni.

Arriverà il giorno?

Penso e spero di sì. Una volta i bambini, a scuola, si vergognavano a dire che erano figli di genitori separati. Oggi, invece, nessuno si vergogna più, perché al contrario di un tempo sono diventati quasi la maggioranza. I tempi cambiano e si va avanti, com’è giusto che sia.

I tempi cambiano e tra poco si tornerà al voto. Ti recherai alle urne?

Sì, e spero che tutti vadano a votare. Siamo in un momento storico dove è fondamentale esserci. Siamo uno dei pochi Paesi al mondo che non si fa sentire quando i nostri rappresentanti sbagliano o non adempiono al ruolo per cui li abbiamo votati. Non chiedermi, però, per chi voterò..

Posso chiederti almeno se sei un conservatore o un rivoluzionario?

Non sono uno che ama stare nel mezzo, ma stavolta forse è così. Mi piace l’idea dell’essere rivoluzionario e di guardare al futuro, ma sarei ipocrita se non rivendicassi anche tutto quello che di buono abbiamo. A guardare troppo al futuro, si rischia di restare a piedi, di non godersi il presente e di dimenticare tutto quello che è stato fatto. Anche nella medicina, ad esempio, mi incuriosisce il passato..

Vorresti farmi credere che sei uno di quelli che crede nelle cure alternative?

Non sono uno che crede solo in quelle, e non sono neanche uno di quelli che se avesse un figlio non lo porterebbe in ospedale al momento del bisogno. Al momento mi sto aiutando e curando con l’agopuntura e, visti i risultati avuti, sono veramente soddisfatto. L’estremismo, in qualsiasi cosa, medicina inclusa, è sempre deleterio. 

A proposito di estremismi, qualcuno in questa assurda campagna elettorale, promette di cancellare le unioni civili. Non la trovi una sconfitta per l’umanità?

Non ne sapevo nulla, ma non posso che dissentire da questa assurdità. Io non potrò mai essere contrario alla felicità altrui. Poi, posso pensare qualsiasi cosa, come ad esempio che non mi sposerei mai, ma chi sono io per impedire a qualcuno di essere felice e di fare quello in cui crede?

Il fatto di essere il Garko della fiction italiana, e non del cinema, che effetto fa?

Cambia la dimensione, ma il lavoro è lo stesso. Il percorso lavorativo fatto sino ad oggi mi ha portato dove sono e sono contentissimo così. Ho fatto più televisione, è vero, nonostante anche notevoli film e spettacoli teatrali importanti, ma molto dipende anche dall’epoca in cui viviamo, dove la fiction ha un ruolo importante. Non sai in quanti guardano con una certa snobberia la mia posizione, ma non sai neanche cosa sarebbero disposti a fare molti colleghi per avere il mio stesso ruolo. C’è persino gente che mi dice, dopo avermi visto, magari a teatro, “Gabriel: non pensavo che fossi davvero così bravo!”.

E tu cosa rispondi?

(ride, ndr) Mi faccio una gran risata per non dire altro. Il pregiudizio è il loro, non di certo il mio. 

Come ti vedi da qui ai prossimi dieci anni?

(Un minuto di silenzio, ndr) Un uomo di 55 anni che molto probabilmente non vivrà più in Italia.

Davvero?

Non vorrei mai, ma queste ultime elezioni mi faranno capire se sto per fare la cosa giusta. Amo l’Italia e non vorrei mai lasciarla, ma ci stanno costringendo a guardarci attorno.

E dove te ne andresti?

Un giorno ti direi da una parte e un un giorno ti direi da un’altra ancora. Di recente sono stato a Madrid. Me ne sono innamorato, ma poi sentivo la mancanza del mare. Insomma, per la meta c’è ancora tempo. 

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E non pensi mai all’idea di smettere di lavorare?

No, perché nonostante abbia fatto tante cose, vorrei fare ancora molto altro. Se fossi nato in America, probabilmente, sarei già passato dietro la telecamera da un pezzo.

E perché non lo fai?

Perché in Italia ci sarebbe un pregiudizio non indifferente, anche se sto studiando molto. La verità è che mi piacerebbe fare tante cose, ad esempio anche laurearmi in psicologia.

Il caso molestie, da attore e appassionato di psicologia, come te lo spieghi?

Tutti dicono che il mondo dello spettacolo sia quello più schifoso, ma sono tutti cliché. Ho amici che lavorano in banca e amiche che lavorano in uffici vari che me ne raccontano di ogni, con la differenza che da noi si viene a sapere tutto, mentre da loro nulla. Ad ogni modo, sono assolutamente contro la violenza, anche se oggi si inizia a non a capire più dov’è il confine tra molestie e proposte. Proprio oggi, mentre ero in macchina, sentivo alla Radio che ad Hollywood, sui set, arriverà una figura ad hoc, dopo il caso Weinstein, che controllerà anche le scene di sesso affinché non ci siano situazioni strane. Pensavo fosse uno scherzo e invece è tutto vero. Sono libero di chiedere a qualcuna se vuole venire a divertirsi con me, o bisogna aver paura a fare anche quello?

E a te son mai successe cose strane?

A me, avendo iniziato a 14 anni, è successo veramente di tutto. Hai voglia di ascoltarle tutte per le prossime 24h?

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Renzo Loi 25.2.18 - 17:25

un uomo con carisma purchè non apra la bocca. oramai si è svelato, , sentendolo parlare a sanremo, solo un bamboccione senza brio. non sa recitare e si rifa troppo. caro gabriel sei purtroppo finito . insistere sul ruolo del belloccio rende ma non all'infinito.hai un viso oramai inespressivo. sulla tua sessualita' non voglio commentare xchè non è una colpa se non vuoi dire di essere gay. è un fatto privato. e ognuno ha diritto a vivere come meglio crede.

    Avatar
    Domenico Monti 18.11.19 - 16:56

    Non capisco perché ci sia tutto questo ACCANIMENTO sul Gabriele ahahahahah sbagliato! Il sig.Rossi è snobbato che sembra non valga nulla...sto "fidanzato"di Garko!!!

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