Racconta Gabriel Garko che, quando il produttore Alberto Tarallo gli ha proposto il ruolo del protagonista del film tv "Io ti assolvo" (domani, in prima serata, su Canale 5), ha avuto qualche perplessità: "Credevo di essere troppo bello per interpretare un prete, non mi vedevo addosso il ruolo. Poi, però, ho accettato: amo le sfide e questa mi è sembrata stimolante".
Nel film (realizzato dalla Janus, diretto da Monica Vullo e interpretato anche da Lorenzo Flaherty, Cosima Coppola e Stefania Sandrelli) Garko interpreta padre Francesco, giovane sacerdote chiamato a dirigere la parrocchia del suo paese natio dopo l’omicidio del parroco, già suo consigliere spirituale. Il prete è stato ucciso a colpi di forbice da un serial killer che va uccidendo le prostitute dei dintorni e toccherà a padre Francesco trovare il bandolo della matassa di una vicenda complicata da affari di droga, prostituzione, omosessualità e chi più ne ha più ne metta per quello che si presenta come una fiction da bollino rosso.
"Sicuramente andrà in onda con il bollino rosso- conferma il direttore della fiction Mediaset Giancarlo Scheri – . Però, a mio parere, non si tratta di un film splatter. In tv, tra film e telegiornali, vediamo molto di peggio". Peccato che, in "Io ti assolvo", tra le altre scene forti ci sia persino la scena del serial killer che, ancora bambino, compie il suo primo omicidio, uccidendo la mamma a colpi di forbice: "Il pubblico è ormai pronto e responsabile. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità, ma anche le famiglie devono prendersi le proprie e valutare cosa far vedere ai figli – insiste Scheri – E’ vero che siamo in prima serata, ma andiamo in onda dopo le 21.00, non siamo in fascia protetta".
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