Il comico Rowan Atkinson, Mr. Bean, per intenderci, ha criticato la legge britannica sul linguaggio d’odio sostenendo che la Camera dei Lord dovrebbe votare contro il tentativo del goevrno di limitare la libertà di espressione con la scusa dell’omofobia.
Atkinson, che ha partecipato a un incontro dei Lords lo scorso martedì ha ritenuto di dovere mettere in guardia i presenti rispetto alla possibilità di creare una cultura dell’autocensura limitando la libertà di parola.
"Penso che potrei subire persecuzioni per qualche scherzo o sketch sull’orientamento sessuale se non avessimo la clausola sulla libertà di parola – ha dichiarato il comico -? Non proprio, ma ho il terrore qualcosa di altrettanto orribile: una cultura della censura, la pesante e negativa attitudine incoraggiata da legislazioni come questa".
Non è la prima volta che Atkinson critica le leggi contro i crimini d’odio. Nel 2004 ha lanciato una camoagna contro un provvedimento del governo che definiva come "fuori legge" chi incitava all’odioper motivi religiosi.
A quel tempo dichiarò: "Criticare qualcuno per la sua etnia è manifestamente irrazionale e ridicolo. Ma criticare una persona per la religione in cui crede è un diritto. E’ libertà. La libertà di criticare le idee, anche se sono portate avanti in buona fede, è uno delle libertà fondamentali della società".
Peccato che un linguaggio apertamente omofobo non sia paragonabile alle critiche contro questo o quel credo religioso, quanto piuttosto ad atteggiamenti e attitudini razziste.
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