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PARMA – E siamo arrivati a quota sette!
Ebbene sì: il 30 maggio scorso è avvenuta l’ elezione del settimo Mister Gay Italia, nei locali della discoteca Hangar6268 di Parma, che per l’occasione ha inaugurato una bella zona all’ aperto e diverse migliorie. E per la prima volta da tre anni, si tratta di un ragazzo del nord: a vincere l’edizione 2003 del concorso gay più discusso d’Italia, è stato infatti Anastasio, splendido rampollo torinese.
A presentare la serata Corrado Fumagalli e la Cesira, che si è equamente divisa fra il palco e la postazione della giuria, animando lo show con la sua salace ironia e punzecchiando allegramente sia i ragazzi che i giurati (e considerando chi c’era in giuria si è trattato di uno vero e proprio “scontro di titani”).
La gara è stata intervallata dalle esibizioni di Genny Random, della Cristiana e, soprattutto di Donatella Rettore, che ha eseguito per il suo pubblico più affezionato e partecipe “Cobra” e “Donatella”, nonchè il suo nuovo pezzo “Bastardo”.
Però, inutile dirlo, i protagonisti erano loro: i ragazzi! Ventun boys (il record storico della manifestazione) provenienti da tutti le parti d’ Italia (seppur con una certa predominanza del centro nord) eletti in discoteche, saune e locali vari, e ognuno determinato a farsi portavoce della gayezza italiana.
Il campionario era davvero variegato: per tutti i gusti e per tutte le età (da notare la partecipazione del quarantaseienne rappresentante dell’ Unlaids del Friuli, perfettamente all’ altezza della situazione), tutti belli, in forma e muniti di un “sorriso assassino” che ha evidentemente reso difficile la scelta ai giurati (e che ha calamitato l’ attenzione del numerosissimo pubblico intervenuto per l’ occasione).
Ogni concorrente, abbigliato in completini rigorosamente Eros Veneziani si è presentato, si è esibito in uno strip (che in certi casi era davvero mozzafiato), ed è stato sottoposto alle domande della giuria. Le domande di questi giurati siano state davvero serie e pertinenti (a differenza di quelle della maggior parte dei concorsi di bellezza), e le risposte dei concorrenti lo son state altrettanto (anche perchè non potevano essere preparate). Domande a bruciapelo su cosa pensavano i concorrenti del sesso, della vita, del mondo gay e della realtà della propria regione, sulle loro esperienze e sul loro modo di essere gay e di intendere questa gara. E nessuno dei ragazzi ha vacillato o è stato messo in crisi: tutti hanno risposto a tono dimostrando di non essere solo belli, ma anche muniti della materia grigia necessaria a rappresentare i gay italiani.
E oltre ad essere belli e intelligenti questi concorrentii si sono dimostrati anche “amati”, nel senso che buona parte di loro si è portata da casa dei gruppi di amici (e in buona parte anche il ragazzo: chissà perchè la maggior parte dei ragazzi belli e bravi non è mai single… sigh!).
Tuttavia la cosa che forse caratterizzava di più questi partecipanti era l’assoluta serenità con cui si presentavano sul palco e sotto l’ occhio delle telecamere: tutti gay e felici, e soprattutto orgogliosi di essere lì per dimostrarlo con il loro sorriso sulle labbra e con la loro disponibilità!
Probabilmente questa manifestazione non avrà il potere di cambiare istantaneamente le condizioni spesso non facili dei gay in Italia, ma è pur vero che, a differenza di concorsi più banali e superficiali come “Miss Italia” o i vari “Più bello d’ Italia”, ha anche un significato simbolico non da poco e può diventare un ignezione di fiducia e speranza per tutti quelli che vivono la loro omosessualità in maniera difficile e conflittuale.
Sul palco, insomma, c’è stato spazio per tutti gli aspetti della gay-life, e mentre la giuria emetteva il verdetto c’è stato anche modo di rivedere alcuni candidati che si sono riesibiti simpaticamente e perfino per una comparsata delle drag queen del gruppo “ladre di parrucche”.
Alla fine sono giunti i nominativi dei tre finalisti: il terzo premio a Paolo Vanini di Bologna, il secondo a Marco Melchiorri di Modena, mentre il trofeo è spettato ad Anastasio Micono di Torino (davvero simpatico, oltre che bello), che si è beccato anche i 3000 euro di premio e le ovazioni di tutti i presenti (ovviamente gli altri concorrenti erano un tantino abbattuti, ma così va il mondo).
Dopo ben due anni di supremazia meridionale quindi, lo scettro passa indiscutibilmente al nord, prorpio mentre il Pride migra al Sud, a riprova di quanto la realtà gay non sia prerogativa di una zona d’ Italia piuttosto che dell’ altra.
L’ unica cosa che lascia un po’ perplessi è che, a distanza di sette anni, le istituzioni siano state rappresentate ancora una volta dal solo On. Franco Grillini (peraltro presidente della giuria), e che questa manifestazione sia ancora fatta passare sotto silenzio, quando in fondo è rappresentativa di una fetta non da poco della popolazione nazionale.
Sicuramente però, le cose stanno cambiando, e momenti come questo lo dimostrano: è solo questione di tempo.
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di Valeriano Elfodiluce
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